A partire dal 7 settembre, è entrato in vigore il nuovo DPCM. Il provvedimento, valido fino al 30 settembre, conferma l’obbligo di sottoporsi al tampone per chi rientra da Grecia, Croazia, Spagna e Malta. Una delle novità coinvolge tutte quelle persone che, trovandosi all’estero, hanno la necessità ( e da ora la possibilità) di raggiungere i “partner affettivi”, anche se non conviventi. Invariate, invece, le regole riguardanti il test “anti Covid-19”. L’esame deve essere effettuato al momento dell’arrivo in aeroporto, al porto o nel luogo di confine (ove possibile) oppure entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento. L’ultima alternativa è quella di effettuare il controllo sanitario, 72 ore prima del rientro, nel Paese di soggiorno. Resta l’obbligo di comunicare il proprio ingresso, nei confini nazionali, al Dipartimento di prevenzione (anche se asintomatici). In attesa dell’esito, si deve rimanere in isolamento fiduciario presso la propria abitazione.
Divisione in gruppi
La “Farnesina” ha diviso i vari Paesi in gruppi:
- Gruppo A, ne fanno parte San Marino e la Città del Vaticano. Non è richiesta alcuna limitazione.
- Gruppo B, ne fanno parte i Paesi dell’Unione europea, dell’aerea Schengen, Regno Unito e Irlanda del Nord, Andorra, Principato di Monaco. Sono consentiti gli spostamenti, da e verso l’Italia, senza alcuna motivazione specifica e senza obbligo di isolamento al rientro. Rimane la necessità di compilare l’autocertificazione.
- Gruppo C, ne fanno parte Bulgaria e Romania. Sono consentiti gli spostamenti per qualsiasi ragione ma, al rientro in Italia, vige l’obbligo di isolamento fiduciario e di sorveglianza sanitaria. Necessaria, anche in questo caso, l’autodichiarazione.
- Gruppo D, ne fanno parte Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia e Uruguay. Gli spostamenti da e per questi Paesi sono consentiti senza necessità di motivazione. Esattamente come nel Gruppo C, al rientro in Italia è necessario sottoporsi ad isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria.
- Gruppo F, comprende quei Paesi per cui non è ancora permesso entrare in Italia, ad eccezione dei cittadini italiani (e dell’Unione europea) e dei loro familiari che abbiano la residenza anagrafica in Italia da prima del 9 luglio 2020. Questi Paesi sono: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Cosovo, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana, Montenegro, Colombia e Serbia.
Possono rientrare da Kosovo, Montenegro e Serbia solo i cittadini dell’Ue (e quindi gli italiani) e i loro familiari che abbiano la residenza anagrafica in Italia da prima del 16 luglio 2020.
Eccezioni
Sono però previste alcune eccezioni per chi fa ingresso nel nostro Paese, per un periodo non superiore alle 120 ore, con comprovate esigenze di lavoro, salute o assoluta urgenza. Stessa cosa vale per chi transita, con un mezzo privato, sul territorio italiano per un periodo non superiore alle 36 ore. Per tutti i Paesi, comunque, il nostro governo raccomanda di consultare la scheda sul sito ViaggiareSicuri.it, per verificare eventuali restrizioni all’ingresso da parte delle autorità locali. Per qualsiasi dubbio, il “Ministero degli Esteri” ha studiato un questionario online che dovrebbe fornire tutte le risposte, personalizzate, a eventuali dubbi su viaggi o rientri. In ogni caso, non è permesso l’ingresso in Italia a nessuno che presenti sintomi legati al Covid-19 o li abbia presentati negli otto giorni precedenti al viaggio e neppure a chi abbia avuto contatti stretti con un positivo nei 14 giorni precedenti.