Attualità
Ryanair, a Orio al Serio tagliato il 60% dei voli
Nell’aeroporto bergamasco, da domenica al 5 dicembre, saranno soltanto settanta le partenze settimanali di Ryanair
Taglio dei voli
I lockdown interni, le quarantene e le limitazioni agli spostamenti tra le varie regioni italiane, hanno inciso sull’attività di Ryanair nell’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. Il nuovo Dpcm e la suddivisione in “zone” dell’Italia, hanno quindi fortemente penalizzato lo scalo lombardo, reso dalla società di trasporti irlandese il terzo hub del proprio network, il primo dell’Europa continentale. Impossibile (e anti-economico) volare con una certa continuità e per questo, in attesa di tempi migliori, la compagnia aerea ha deciso di “tagliare”, a partire da domenica (22 novembre) e fino al 5 dicembre, oltre il 60% dei voli in partenza con destinazioni internazionali e nazionali, gli unici che sembravano dare “segni di ripresa”.
Numeri critici
I numeri sono critici: si passerà, quindi, da 190 partenze settimanali a una settantina. Praticamente cancellati, a parte qualche isola, i voli da e per la Spagna, Barcellona e Madrid. Operativi solo tre voli alla settimana per Londra, uno al giorno (e non tutti i giorni) per Catania, Bari, Napoli e Cagliari. E dire che, nel mese di ottobre, Ryanair aveva inserito sul mercato 12 nuovi voli a settimana: due per Bari e Napoli, quattro per Catania e Palermo. L’iniziativa rappresentava la risposta a un mercato sempre più crescente.
In questo drammatico 2020, segnato dall’emergenza sanitaria per la pandemia da Coronavirus, alla fine di ottobre il numero di passeggeri è risultato di poco superiore ai 3,5 milioni. Con queste nuove restrizioni, imposte dalla nuova ondata di Covid, l’anno si dovrebbe chiudere sotto quota 4 milioni. È come se l’aeroporto orobico fosse tornato indietro di 15 anni, al periodo compreso tra il 2004 e il 2005, conclusi rispettivamente a 3,3 e 4,2 milioni di passeggeri, con la società che iniziava a “decollare”. Sacbo (la società di gestione dell’aeroporto) aveva deciso, viste le difficoltà economiche derivanti dal virus, di non procedere alla distribuzione dei dividendi. Scelta condivisa e approvata dai soci:
“La situazione del trasporto aereo in Italia e nel mondo è difficile. L’emergenza sanitaria ha bloccato tanti progetti e introdotto restrizioni che i vari Paesi hanno adottato” aveva sottolineato il presidente Giovanni Sanga.
Continua, quindi, la crisi del settore turistico, bersagliato sempre più da limitazioni e restrizioni.
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Crediti Foto: LaPresse