I test sierologici, grazie alla loro prontezza nel fornire il risultato, potrebbero diventare una norma per la prevenzione alla salute di ogni passeggero. Assolutamente non invasivi, permettono con una piccola goccia di sangue d’individuare gli anticorpi prodotti, dal nostro sistema immunitario, in contrasto al virus e a differenza dei “tamponi“, che forniscono invece indicazioni istantanee riguardo l’infezione, stabiliscono una sorta di “cronologia” della malattia per capire se le persone abbiano contratto o meno, il Covid-19.
Quanto appena affermato ha scaturito qualche dibattito, tra la comunità scientifica, riguardo l’affidabilità dei risultati. Nello specifico, la “US Food and Drug Administration“ sostiene che nello stadio iniziale dell’infezione, cioè quando l’organismo si sta ancora organizzando per contrastarla, gli anticorpi non sarebbero rilevabili dal test sierologico. La “Fondazione Veronesi“, sulla questione, ha proposto di confrontare a tappeto i risultati dei test quantitativi con quelle dei “tamponi”, valutandone così il grado di corrispondenza e incidenza.
Test sierologici per la ripartenza del settore
In attesa di avere test sierologici più efficaci, la direzione futura per garantire la ripartenza del settore sembra ormai tracciata: aeroporti come hub di “check-up rapidi” dove effettuare screening. Misura necessaria per un mercato quasi sul punto del collasso, con perdite ingenti stimate, dalla “IATA”, nell’ordine dei 318 miliardi di dollari nel solo 2020.
Potete seguire i miei viaggi anche sui canali social:
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra PAGINA OA PLUS
Clicca qui per iscriverti al nostro GRUPPO OA PLUS
Crediti Foto: Shutterstock.com