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Coronavirus, barriere di cemento per “isolare” le zone rosse: succede nel piacentino

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Ottone barriere cemento Coronavirus zone rosse

Nelle intenzioni del sindaco di Ottone (PC) chiudere gli accessi a lombardi e piemontesi diretti nelle seconde case. La reazione di un Comune alessandrino: “Non possono farlo”

Barriere di cemento

Il Comune di Ottone, sull’Appennino Piacentino, ha posto barriere di cemento su alcune strade per isolare il proprio territorio dalle “zone rosse“. Il paese, situato in Val Trebbia, confina con Piemonte (provincia di Alessandria) e con la Lombardia (non contigua ma comunque vicinissima). Ogni anno giungono numerose persone che, proprio qui, posseggono le seconde case. Rimasta “aperta”, momentaneamente, una sola strada d’accesso sorvegliata da videocamere.

“Il nostro è un paese che conta un’altissima percentuale di anziani e proprio come in primavera non possiamo permetterci errori o sottovalutazioni dei rischi”,  ha detto il sindaco Federico Beccia al quotidiano “La Libertà”.

Il territorio di Ottone, inoltre, lo scorso 3 ottobre ha subito un altro duro colpo: la caduta di un ponte che ha provocato disagi alla viabilità.

“Ogni giorno qui diventa più pesante, la strada alternativa ci sembra sempre più lunga anche se è stata asfaltata. A Natale probabilmente il paese sarà semideserto. E ci dispiace molto, perché nell’estate della riscoperta dei borghi dell’Appennino ci eravamo rialzati abbastanza bene dal punto di vista turistico”.

Critiche

Non è tardata ad arrivare la reazione dei “vicini”:

“I cittadini devono potersi muovere, non credo che il sindaco di Ottone possa farlo”, ha commentato Roberta Daglio, sindaco di Cabella Ligure (provincia di Alessandria) al confine con l’Emilia-Romagna.

“Una nostra frazione, Capanne di Cosola, è a pochi chilometri dall’Emilia-Romagna. Ci sono un albergo e un ristorante. Non capisco. In base al Dpcm i cittadini possono muoversi per le urgenze. Le ordinanze vanno giustificate”.

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Crediti Foto: Facebook Libertà Piacenza

 

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