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The Band chiude con l’ultimo flop. Da Gianna Nannini il colpo di grazia: «Che cazzo di talent!»
Il nuovo talent show di Rai 1 condotto e coscritto da Carlo Conti si è rivelato un bluff. Ecco le parole al vetriolo di Gianna Nannini e i motivi del flop
Niente Mandela Forum di Firenze per la finale, come aveva auspicato il conduttore toscanocentrico Carlo Conti, e niente cambio di passo nello scontro contro L’Isola di Famosi: la prima edizione di The Band chiude i battenti con un ascolto medio deludente pari a 2.207.000 telespettatori e al 14,40% di share.
Oltre ad una selezione musicale non all’altezza della scena indipendente attuale, che oramai può ambire alla categoria Big del Festival di Sanremo senza passare dai talent show, a pesare sul flop televisivo della stagione sono state anche le dinamiche del format, privo di originalità e di coraggio, nonché la conduzione troppo ripetitiva, impostata e vecchia di Carlo Conti che non ha nemmeno colto le potenzialità di Dolcenera. La cantautrice salentina si è rivelata un fortissimo elemento di disturbo e di tensione, ma invece di essere sfruttata al massimo per creare le dinamiche televisive nel ruolo di artista egocentrica e concettuale è stata messa in riga e addirittura bacchettata.
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Il “Premio Rivelazione” va sicuramente a Gianna Nannini, che ha dimostrato di essere dotata di obiettività e sincerità, oltre che di competenza, nell’inedito ruolo di giudice. Una vera e propria bomba che andrebbe riutilizzata in format più consoni alla sua portata. È stata proprio la Nannini ad evidenziare, senza peli sulla lingua, le pecche più vistose del programma televisivo, vale a dire l’accanimento con le cover e il taglio degli inediti nell’ultima puntata (solo i tre finalisti hanno avuto la possibilità di cantarli). Dopo l’esibizione della JF Band, che ha proposto la hit “Due Destini” assieme all’autore e coach Federico Zampaglione, la rocker toscana è sbottata: «Mi sembra che il destino di questo programma e delle band sia quello di fare delle cover e questo impedisce di capire la personalità della band, come tutti i cazzo di talent anche questo ha tale problema. Come si fa a crescere, maremma?»
Parole al vetriolo che hanno individuato il limite e il controsenso del programma, che sulla carta nasceva per posizionare sul mercato i nuovi Maneskin e per conquistare un pubblico giovane. La convinzione che per fare audience bisogna fare sempre e solo revival si è rivelata un grande bluff ed è tornata indietro come un boomerang distruggendo il programma, bollato dalla critica come il talent delle cover band, quelle destinate a rimanere nei pub di provincia per intenderci. Una direzione che ha gravato sulla qualità musicale proposta e in alcuni casi, come ad esempio per la cover band degli U2, gli Achtung Babies, sugli stessi concorrenti. A reggere il salto della prova inedito, a pieni voti, sono stati i vincitori Isoladellerose. Gli unici davvero pronti per un percorso musicale in salita. Per loro l’avventura continua. Per la JF Band invece, vista la crescita che il leader dei Tiromancino ha portato in scena nel corso delle cinque puntate, rimane il punto di domanda.
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