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Cronaca Nera

Teresa Manes, mamma di Andrea Spezzacatena, il “ragazzo dai pantaloni rosa” suicida per omofobia, scrive a Pio e Amedeo: “Si è impiccato per “battute” omofobe”

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Siamo tutti rimasti scioccati dal monologo di Pio e Amedeo sul politicamente corretto e sulla “non-gravita” di termini come ne**o, f**cio e r****ione.

Se la destra populista e omofoba ha elogiato il duo di “Felicissima Sera”, diversamente la pensa Teresa Manes. Teresa è la madre di Andrea Spezzacatena, balzato alla cronaca come “il ragazzo dai pantaloni rosa” per essersi suicidato nel 2013 a causa dell’omofobia e del bullismo che subiva ogni giorno in classe e sul web. Andrea aveva solamente 15 anni quando si è tolto la vita.

La madre,  ha voluto scrivere una lettera al duo di “comici”, sottolineando quanto le parole facciano molto male, al contrario di ciò che sostengono loro, e come possano indurre una persona a suicidarsi:

“oddio l’ho abbracciata e poi gli ho toccato la mano òòòò mio dio òòòò” (leggila cn la voce da fr***o) (19/09/12)
o spe, me stavo a mette il pigiama, nn lo trovavo e quindi mi sn messo una maglietta rosa e i pantaloni arancioni……….semo in 2, me manca solo lo smalto XD (19/09/12)
oh dio ma te 6 masochista……….oddio ho paura, cmq se nn riesci a finirlo…………………………….. APPARECCHIA IL C**0!!!!!!!!! hahahah (04/11/12)
lo vuoi il pene eh? (11/11/12)
ahahha certo ………….. amore (15/11/12)
ehhhhh zozza ….. mo te kiameremo pippi pia c**zi lunghi (18/11/12)
ahahahhaha xkèèèè iiiiooooo ho abusato di te nel soonnnooo ahahaha (18/11/12)”

Queste sono estratti di conversazione in chat rivolte a mio figlio Andrea.

Mio figlio rideva nel sentire queste frasi.

Andrea Spezzacatna, noto alla cronaca come “il ragazzo dai pantaloni rosa” è stato una VITTIMA COLLUSIVA.

2 giorni dopo, quell’ultima conversazione in chat si è tolto la vita.

Aveva 15 anni e 6 giorni.

Mi piacerebbe che Pio e Amedeo leggessero queste 4 righe e il dolore di cui sono intrise perché possano capire (o, almeno, spero vi riescano) il male che possono fare quelle loro ” battute” omofobe.

Non so se questi 2 “artisti” hanno figli ma gli auguro di non provare mai cosa significhi sopravvivere al peso di un’ignoranza gratuita, derivata dai danni da pregiudizio.

Gli stessi pregiudizi che in tanti cerchiamo di abbattere con anni d’impegno sociale e che loro hanno rinforzato con qualche minuto di cattivo gusto.

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