Attualità
Pronto il dossier del Coni sul rischio contagio delle discipline. Calcio ko. Il Beachvolley nella fascia di mezzo
Il Coni, nella persona del suo Presidente, Giovanni Malagò, ha presentato al Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, il dossier completo sul grado di rischio contagio che ogni disciplina comporta. Il dossier è stato formulato con la collaborazione della Medicina dello Sport, del Comitato Paralimpico e del Politecnico di Torino.
Il dossier, chiamato “Lo sport riparte in sicurezza”, chiarisce, una volta per tutte, la pericolosità di contagio che appartiene ai 387 sport e rappresenta un valido supporto d’aiuto per il Ministro Spadafora sulla ripartenza e contiene anche alcune prescrizioni non facili: dai tamponi per tutti prima di ogni gara, alle mascherine in panchina, condizioni fondamentali per la sicurezza sanitaria, ma quasi incompatibili con l’attività fisica.
Dal documento sono emersi dei dati certi: la vela, il tennis, il nuoto in mare aperto potrebbero essere i più sicuri, a “rischio zero”, mentre gli sport di combattimento come il pugilato, o quelli a squadre ma con un intenso contatto fisico tipo il rugby, sono invece i più pericolosi, 4, che è anche il massimo della scala di valori utilizzata. Ma è il calcio, che è stato l’argomento più discusso negli ultimi tempi, ad essere stato catalogato come 3.
In una scala che va da 0 a 4, in cui 0 è inesistente, 1 scarso, 2 medio, 3 alto e 4 elevato, ecco di seguito come sono stati catalogati gli sport in base al contatto e alla conseguente pericolosità di contagio: a 4 abbiamo pugilato (tipico sport di lotta), rugby, ma anche pallacanestro e pallavolo (dove di contatto ce n’è di meno, ma nell’atto della schiacciata e del muro gli atleti si ritrovano viso a viso), e persino lo squash (per gli spazi angusti e l’alta sudorazione); a 3 il calcio, ma pure la scherma; esempi di 2, rischio moderato, sono la pallanuoto (che si gioca in acqua clorata) e il beach volley, su cui tanto ci si sta interrogando in vista dell’estate; a 1 abbiamo il nuoto in corsia o il ciclismo; infine a 0 golf, tennis, equitazione, pesca, vela.
Il calcio, che premeva per una pronta ripresa, è stato bocciato dalla valutazione ed è stato messo in un angolo, poiché, il Politecnico ha fornito anche dei severi protocolli da seguire, soprattutto negli sport di squadra che mettono in seria difficoltà la gestione di un eventuale ritorno in campo.
Si parla, infatti, di tampone per tutti i giocatori 48 ore prima di ogni gara, diversamente a quanto sperato dalla Figc che contava di cavarsela con 2mila tamponi. Questo, porterebbe ad un decuplico del numero degli esami, ergo, la ripresa della Serie A diventerebbe insostenibile. Ma questa non è l’unica condizione “difficile” del report. A questo si deve aggiungere l’uso delle mascherine e distanziamento sociale in panchina, sanificazione costante delle attrezzature, divieto di correre in fila.
Addirittura, nel tennis, una delle discipline in teoria a basso rischio, i giocatori dovrebbero indossare occhiali e guanti, utilizzare ciascuno le proprie palle senza mai raccogliere quelle degli altri, ed evitare di scendere a rete in contemporanea, in pratica, senza volée.
La ripresa, stando al dossier, vedrebbe come primi, gli sport che vanno da 0 a 2, riaprendo così uno spiraglio per il Beachvolley che, in questi giorni, aveva causato non poche polemiche tra gli addetti ai lavori che non concordavano sulla “pericolosità” di contagio della disciplina, visto il numero esiguo di giocatori (2) presenti nel campo.
Il Rapporto conclude la relazione con una raccomandazione agli sportivi: “Gli atleti, in quanto personaggi pubblici, ispiratori di valori e forti di dedizione e resilienza, possono contribuire a trasmettere questi comportamenti socialmente rispettosi nel principio di OGNUNO PROTEGGE TUTTI”.
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Crediti Foto: giovannimalago/instagram