Eurovision Song Contest
Marco Mengoni e Mahmood, l’Italia splende all’Eurovision 2023 con le sue due perle sbandieratamente LGBT
Per la gioia di Giorgia Meloni e del suo governo l’eccezionale cantante di “Due vite” sventola la bandiera gay friendly. Una finale boom anche in termini d’ascolto
Il nostro amato Marco Mengoni non ha vinto l’Eurovision Song Contest 2023 ma ha restituito all’Italia una bellezza totale e totalizzante che ci rende orgogliosi. Con una performance mozzafiato, carica di pathos e sentimento e nello stesso tempo impeccabile e virtuosa sia sul piano vocale sia su quello musicale, il vincitore in carica di Sanremo ha messo a segno un onorabilissimo quarto posto e molto di più.
Solo lui è riuscito a trasmettere tutta la sua emozione ai 12mila della Liverpool Arena, spiccando sulla gelida perfezione da videoclip dei restanti rappresentanti eurovisivi. Solo lui ha vinto il Marcel Bezençon Award per la miglior composizione, assegnato dai soli compositori dei brani in concorso, grazie ad una canzone come Due vite che come lo stesso interprete ha svelato è nata dagli ascolti di Lucio Dalla. Solo lui ha sventolato sul palco sia la bandiera del proprio Paese, l’Italia, sia la bandiera Lgbtqi, prendendo con forza e orgoglio le distanze dal governo di Giorgia Meloni, dai suoi elettori e da tutte le estreme destre ostili all’inclusività e ai diritti di tutti.
La bandiera esibita, in un contesto sempre schierato a sostegno dei diritti gay, è stata disegnata dal graphic designer Daniel Quasar per rendere la celebre Rainbow Flag ancora più inclusiva. Cinque colori in più – il bianco, il rosa, l’azzurro, il marrone e il nero – posizionati a lato a mo’ di distintivo e promemoria. Le nuove strisce colorate sono dedicate alla comunità di colore, a quella transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti.
Marco Mengoni ha a cuore i diritti da sempre. Quando venne eletta Giorgia Meloni presidente dichiarò: «Non mi nascondo: c’è stato un voto e non condivido certe posizioni di chi si appresta ad andare al governo. Spero vengano presi provvedimenti utili e che non si regredisca su temi come i diritti, la libertà della donna di fare del corpo ciò che vuole. Se cambiano queste cose mi incazzo e scendo in piazza pure io». E quando i senatori di destra applaudirono per l’affossamento del DDL Zan disse: «Non è politica quando ci si schiera contro i diritti fondamentali. Non è politica quando si applaude ad una sconfitta per la società. Provo un profondo senso di vergogna».
Altro super talento italiano e gay-centrico presente sul palco musicale più visto e commentato al mondo Mahmood, che in qualità di ospite e in un avanguardistico abito Prada custom made con slip argentati in vista ha reso omaggio ai Beatles, il mitico quartetto di Liverpool, ribaltando Imagine e adattandola alla sua spiccata personalità e alla sua preziosissima vocalità. La 67/a edizione dell’Eurovision Song Contest è stata vinta dalla Svezia, grazie al brano Tattoo e alla sua potentissima interprete (apertamente bisessuale) Loreen, data per favorita già dalla vigilia e già vincitrice nel 2012.
A seguire lo spettacolo musicale fino a notte inoltrata, solo su Rai 1, 4 milioni 900 mila telespettatori (34% di share). Un vero e proprio boom: è stata la finale più vista degli ultimi cinque anni, escludendo quella giocata in casa, a Torino, lo scorso anno. E i picchi d’ascolto, oltre che di emozione, ce li ha regalati proprio il nostro portabandiera: durante la fase delle votazioni, che lo vedevano tra i primi posti insieme a Svezia, Finlandia e Israele, è stato raggiunto un picco del 52% di share, mentre la sua potente esibizione ha fatto segnare il 34.98% di share con 6 milioni 413mila telespettatori. Tutta l’Italia ha tifato Mengoni.
LEGGI Eurovision 2023, le pagelle: Marco Mengoni da 10 e lode, Svezia copiona (ed efficace)
«Eurovision si conferma un fenomeno – commenta con soddisfazione la presidente Rai Marinella Soldi – soprattutto tra i giovani. L’edizione di Torino 2022 ha fatto entrare Esc nel cuore degli italiani, e i dati premiano la nostra scelta di rendere Eurovision un evento centrale dell’offerta su tutte le piattaforme Rai».
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