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Italiani in Nba, cosa è accaduto dalla prima volta

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Il draft Nba ha portato in dote, nel corso dell’estate non da molto terminata, una serie di belle sorprese per i colori azzurri. A dispetto di quanto pensavano anche in tanti appassionati di scommesse basket, infatti, ben tre azzurri sono stati selezionati da parte delle varie franchigie Nba.

Se da una parte troviamo Matteo Spagnolo e Gabriele Procida che la Nazionale azzurra l’hanno già assaggiata, dall’altro c’è Paolo Banchero, ovvero la scelta numero uno all’ultimo draft, a cui Gianmarco Pozzecco e un po’ tutta la Federazione italiana sta dando una caccia incredibile, pronti a fargli vestire l’azzurro costi quel che costi.

D’altro canto, la colonia azzurra in Nba non si limita a questi tre giocatori, di cui tra l’altro solamente Banchero è effettivamente sceso in campo su un parquet del massimo campionato americano. Infatti, anche Simone Fontecchio ha debuttato in Nba con la maglia degli Utah Jazz, a coronamento di un vero e proprio sogno e di una crescita personale, che l’ha visto progredire, purtroppo, solamente una volta che ha lasciato il campionato italiano.

I primi azzurri in Nba

La storia degli italiani in Nba, in realtà, parte da molto distante, ovvero dai primi anni Novanta e, da quel periodo ad oggi, sono cambiate tante cose, anche per via dell’evoluzione che ha caratterizzato questo sport nell’ultimo trentennio.

Il primo italiano in Nba è stato Vincenzo Esposito, la cui firma per i Raptors è avvenuta il 25 maggio del 1995 dopo una lunghissima trattativa che aveva in realtà coinvolto un’altra franchigia Nba, ovvero i Cleveland Cavaliers. La firma arriva proprio qualche settimana prima rispetto all’approdo in Nba di un altro “totem” del basket italiano, ovvero Stefano Rusconi, che invece firma un contratto con i Phoenix Suns.

Il giocatore originario di Caserta debutta nel mondo Nba il 15 novembre del 1995 contro Houston: il primo punto di un cestista italiano in Nba arriva grazie a un tiro libero, anche se in realtà il primo a esordire tra i due è stato Rusconi. Quest’ultimo finirà la stagione in Nba con sole 7 presenze e 30 minuti complessivamente sul parquet, con 8 punti totali. Per Vincenzino Esposito sono 30 i match in cui è sceso in campo in Nba, sempre e comunque all’interno di una sola stagione, con 116 punti segnati complessivamente. Il suo top in Nba arriva in uno dei templi del basket a stelle e strisce, ovvero il Madison Square Garden, con 18 punti rifilati ai padroni di casa.

Tutto cambia con la prima scelta di Bargnani al draft 2006

Con la maglia della Benetton Treviso ha vinto anche il campionato italiano e quel giovane talento di nome Andrea Bargnani faceva impazzire un po’ tutti gli scout che arrivavano al PalaVerde per ammirarlo. Proprio per questo motivo, venne scelto al primo posto del Draft del 2006 da parte dei Toronto Raptors.

Un draft storico per i colori azzurri: per la prima volta, dopo addirittura un decennio, un giocatore italiano torna a calcare i campi della Nba, ma chiaramente con un ruolo ben diverso, da vero e proprio protagonista. Nel corso della sua carriera oltreoceano, Bargnani ha vestito la maglia anche dei NY Knicks e dei Nets, ma sul suo percorso di crescita gli imprevisti sono rappresentati dagli infortuni e da dinamiche fuori dal campo che portano il cestista romano a terminare la sua carriera solamente a trent’anni compiuti.

In Nba, Bargnani ha terminato la sua carriera con ben 550 gare che sono state disputate e, nel complesso, ha messo a segno ben 7873 punti. Quel che stupisce ancora di più è il suo conto in banca, dato che l’esperienza oltreoceano gli ha permesso di guadagnare la bellezza di 73,2 milioni di dollari in totale.

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