Rubriche
Rubrica. FLASHLIGHT. This is the end ?
By Old Man Say
Non se ne poteva non parlare dal momento che dopo tanti fulmini il tuono puntualmente è arrivato. Molti artisti del settore, da Gabry Ponte che ha tacciato la clientela di immaturità in un modo non troppo gentile ” avete fatto i cogl….” ad un Linus, direttore di Radio Deejay (organizzatrice in questi giorni in piazzale Roma di una kermesse canora con artisti del calibro di Diodato e Gabbani proprio a Riccione) che sostanzialmente ci ha fatto capire che forse non poteva andare diversamente, hanno esternato il loro pensiero via social sulle nuove limitazioni imposte domenica scorsa alle discoteche. Da un criticato Bob Sinclar che invita al “carpe diem” in pista fino ad un Gigi D’Agostino che preferisce annullare i suoi show. Titolari ed imprenditori infuriati contro il decreto ed il governo, dipendenti preoccupati per la perdita del lavoro e tanti clienti che probabilmente si ritroveranno dal prossimo fine settimana a zonzo per bar e piazze senza punti di riferimento certi; questa è la fotografia della situazione della nightlife italiana del dopo ferragosto.
Ho pensato di incontrare un dee-jay da anni impegnato in Italia ed all’estero, un professionista che si “spende” da anni supportando la categoria, per avere un suo parere e soprattutto la sua visione del futuro prossimo.
Ciao Robert-Eno domenica scorsa il governo ha pensato di vietare il ballo con un decreto praticamente immediato, senza dare più alle regioni la possibilità di deroga. Da d.j. professionista, produttore discografico e laureato in marketing, che ne pensi?
Cercherò di fare un’analisi obiettiva come se fossi esterno al settore e con la massima imparzialità politica visto che non ho simpatie per nessun partito. Un provvedimento d’urgenza senza evidenza di correlazione fra contagi e discoteche è discutibile, in questo caso è proprio pericoloso perché comunque sposta il problema degli assembramenti dai locali, in cui comunque esistono controlli, a piazze, strade e luoghi privi di alcun sistema di sicurezza. Ricordiamo a tutti che il governo non ha mai riaperto ufficialmente le discoteche. Sono state le Regioni che hanno spinto e derogato a favore della riapertura con limiti di mascherina e due metri di distanza in pista proprio per contrastare una “movida” incontrollata che spesso degenerava in risse e problemi di ordine pubblico. Nei prossimi weekend senza più discoteche a fare da filtro, il rischio di assembramenti incontrollabili moltiplicherà la probabilità di contagi, non la riduce. Da noi si è ballato per un mese senza alcun focolaio, per cui i protocolli si sono rivelati efficaci anche più che all’estero. Andavano solo studiati meglio i dettagli sul distanziamento e applicati con più rigore insieme a controlli sulle attività per limitare gli eventi più rischiosi o alcuni comportamenti non proprio virtuosi di alcuni titolari che hanno visto in una deroga e possibilità di poter lavorare un “liberi tutti”.
Quando parli di eventi rischiosi mi sembra di capire che forse condanni chi ha proposto super ospiti per fare il tutto esaurito. Appena riaperti bar e ristoranti, prima ancora delle discoteche, la gente ha impiegato qualche settimana per riprendere fiducia ed uscire, poi piano piano il virus è sembrato svanire e tutti noi ci siamo sentiti lontani da grossi rischi. Molti ristoranti hanno ripreso a lavorare come non mai, la gente ha minimizzato il pericolo. Facile ipotizzare che certi organizzatori abbiano ingaggiato certi nomi per agosto illudendosi di una ritrovata normalità incoraggiati anche da un’ affluenza, complice la grande quantità di turismo nazionale, che ha fatto fare numeri che non si vedevano da anni.
Una sensazione o un comportamento comune non giustifica mai l’andare fuori legge, però umanamente bisognerebbe distinguere: se ingaggiare super ospiti era solo per far “cassa”, per salvare un bilancio difficile, (non dimentichiamo i tanti appuntamenti persi nei “ponti” di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio), senza remore per la salute pubblica, allora i gestori vanno condannati, ma se pensavano di potersi permettere qualcosa di artistico superiore alla media per i propri locali, perché abituati a programmazioni blasonate nel momento clou della stagione, con contagi sotto controllo o vicino allo zero, allora è difficile additare come irresponsabili chi ha solo cercato di salvaguardare l’arte nei propri club e ovvio pure la sopravvivenza della propria azienda. La verità sta forse in mezzo ma anche in quello che abbiamo visto. Discoteche piene come non mai, un disinteresse totale da parte della clientela alle limitazioni, il divertimento del singolo a discapito della collettività. Nulla di nuovo sotto al sole o, in questo caso, sotto le stelle.
Hai parlato di club, ma ha ancora un senso questa parola a proposito di discoteche? Per oltre trent’anni i d.j.’s hanno proposto musica, a volte in maxi locali e su più piste ma sempre con un’ identità. Questa forma di divertimento la trovavi per l’appunto nelle discoteche e basta. Oggi al contrario è quasi più facile vedere ristoranti, bar più o meno idonei alla situazione o lidi balneari che si trasformano in main stage ed invitano guest da 3000 spettatori o che improvvisano serate danzanti. Qualcuno ora ha già messo le mani avanti, rinuncerà al ballo e farà solo intrattenimento proporrà aperitivi, show durante la cena o cene spettacolo. Possibile e sensato secondo te o sarà l’ennesima “foglia di fico” per scavalcare il problema?
E’ sensato economicamente per il locale se rientra dei costi, lo è se a livello di rischio sanitario effettivamente la gente partecipa passivamente ed in maniera responsabile. Questo tipo di comportamento non sempre è possibile da ottenere soprattutto se la clientela è numerosa o giovanissima ma diciamo non è neppure una missione impossibile; spesso dipende da come un’azienda si muove nell’organizzazione della serata. Se lo spettacolo durante o dopo cena è tipo un concerto o con un sound non dance ma di sottofondo, ci sta per allungare o arricchire la serata, ma se in realtà è un mero pretesto per far ballare e cantare ai tavoli allora può essere “pericoloso” tanto quanto il ballo in pista. Alcuni di questi format hanno successo proprio per un divertimento che si crea condiviso al tavolo, nel quale poi si balla. Il successo insomma di queste proposte segue lo stesso canone della discoteca: piacciono ed hanno successo se sono full.
Parliamo dell aspetto artistico ora. Alcuni mesi fa si parlò tanto di qualità, di cercare strade differenti (musicali). Ci si è per ritrovati con un nulla di fatto. Forse per avere cambiamenti artistici significativi serviva uno stop più lungo (ammesso che il mondo della notte possa sopportarlo), serviva più coraggio da parte dei dee-jays o semplicemente sono i classici “refrain” di cui spesso si abusa della serie “ne usciremo migliori”: che ne pensi?
Si, la discoteca è un settore in fase di declino da tempo, l’offerta di serate supera la domanda, la concorrenza è spietata e guarda sovente al basso. I vecchi proprietari dei “muri” hanno da tempo ceduto la gestione ad organizzatori che cercano di rientrare stagione per stagione o serata per serata migrando da un locale all’ altro e quindi in questa riapertura anomala e frettolosa hanno solo cercato di proporre i format che conoscevano meglio e che portano gente nell’ immediato, Non c’è tempo per costruire e creare. Tutto ciò con capienze dimezzate, un’artistico all’osso, investimenti accessori d’immagine ridotti… Una brutta copia del vecchio già visto e rivisto. E’ ovvio che non poteva funzionare e nemmeno bastare e quindi dopo un mese le prime trasgressioni per salvare il cassetto stagionale vedendo che comunque la situazione contagi era tranquilla, i controlli quasi all’ acqua di rose, le multe le stesse che venivano inflitte ad un cittadino che due mesi prima veniva sorpreso a passeggiare dove non poteva.
Sbagliato riaprire le discoteche secondo te o giusto il modello Ibiza di cui spesso si parla? (proprio in questi giorni sull’ isola le norme sono state inasprite e anche i “bar de copas”, feste in barca e diversi beach club hanno fermato loro programmazioni oltre ad imporre spiagge a numero chiuso. n.d.r.). Riaprire i locali di ogni tipo insieme alle spiagge, alle attrazioni culturali ed ai parchi tematici ha salvato in parte le zone turistiche (qui parliamo qui di Romagna ma vale anche per altre località italiane). Ha incentivato i consumi e dato ossigeno importante all’economia; senza questa apertura sarebbe stato un disastro.
La penso come te, andava solo applicato meglio il controllo invece di richiudere tutte le discoteche. Ricordiamo che il decreto colpisce anche il ballo di coppia in balere o il ballo spontaneo in piccole feste e locali che non presentavano rischi e non hanno colpe. Anzi, gli imprenditori in generale che hanno cercato di sottostare ai limiti di capienza e distanziamento, con più sforzi economici, sono stati chiusi ugualmente nella settimana cruciale dell’estate, con costi sostenuti, personale assunto, artisti già pagati per cui non si salveranno, mentre chi ha fatto cassetto senza ritegno in eventi singoli magari ha guadagnato per un mese e lo rifarà alla prima occasione. Questo è stato un pessimo messaggio per l’imprenditoria in generale.
Quindi c’è il rischio che la chiusura di ferragosto abbia spazzato via proprio la parte più sana del settore! Personalmente ho parlato con titolari che hanno ridotto ingressi in seconda serata e coperti a cena, non hanno spinto sull’ acceleratore, eliminato dj-set, cambiato programmazioni; altri hanno fatto il record stagionale, una bella discrepanza. A questo punto per il futuro dei locali, dopo la bufera mediatica, la mia impressione è che sarà sempre più difficile ripartire. Tu che sei stato uno dei fautori dei locali fashion in Riviera come Pineta, Papeete e Byblos e che ora all’ Energy di Cesenatico sei specializzato in serate over 30, come la vedi? Avendo perso il rispetto dell’opinione pubblica, il cambiamento sarà necessario secondo te o alla prima possibilità di riapertura tutto riprenderà come sempre?
Assolutamente sì. Mi rendo conto che certe comitive di adulti e di bella gente non le vedi più in disco perché non possono esporsi a livello di immagine. Magari hanno un lavoro per cui di giorno sottostanno a protocolli rigidi e quindi poi non possono essere mentalmente associati a frequentatori di discoteca sconsiderati. A livello artistico e organizzativo tutto ciò lascia spazio a 2 mercati: quello dei giovanissimi, poco redditizio se non calcolato sui grandi numeri, che finalmente dovranno imparare ad organizzarsi le proprie serate da soli e a gestire i propri problemi di irresponsabilità, perché gli imprenditori del passato, scottati dall’impossibilità di tenerli a freno, non si prenderanno la briga di educarli prima di farli divertire.
Secondo mercato parallelo e ben distinto saranno le serate adulte che per riguadagnare fiducia dovranno questa volta avere un aspetto più trendy, modaiolo, ben organizzato ed esclusivo. Quest’ estate in riviera si sono viste tante belle situazioni nei clubs; cene con veri show di ottimi artisti e ballerini, comunicazione ben studiata, stars internazionali della consolle; insomma siamo ancora capaci di sviluppare buone idee e di investire. Dopo la caduta d’immagine il solito “remember” nazional-popolare non potrà più bastare ed anche le cene animate fra qualche mese avranno saturato se non offriranno nulla di artisticamente innovativo.
Dal tuo discorso lasci intendere che la redditività del settore sarà sempre meno per tutti, salvo grosse innovazioni o sovvenzioni statali. Insieme a Max Monti sei referente regionale del S.i.l.s. (Sindacato Italiano Lavoratori dello Spettacolo). So che fra i vostri obiettivi c’è quello di ottenere bonus e incentivi per gli artisti, a fornire tutela e strumenti per operare in regola, oltre a trattare con le istituzioni. Aspettative ?
E’ necessario che il “Pubblico spettacolo” acquisti una valenza culturale per l’opinione pubblica e per le istituzioni che non ha mai avuto. Musica e spettacoli pagano aliquota IVA massima, come se fossero mere speculazioni commerciali, mentre altre forme d’arte o intrattenimento hanno agevolazioni. Anche con S.I.A.E. andrebbero rivisti alcuni parametri come il costo dei permessi, per far sì che il settore riparta più snello e professionale. Un esempio molto facile da comprendere: un disc-jockey che anima un aperitivo con un piccolo cachet viene a costare più del doppio quando si aggiunge al suo compenso permesso S.i.a.e., agibilità e I.v.a.. Senza queste riforme investire nel divertimento diventa sempre più rischioso e non rimane spazio per grosse sperimentazioni artistiche.
In un momento in cui polemiche, tuttologi ed haters nei confronti di qualche categoria la fanno da padrone le discoteche vengono viste come un settore “borderline”. Droga, alcol, lavoro “nero”… mentre a volte sarebbe più intelligente chiedersi il perché una forma d’arte antica e universale come la musica abbia così poche agevolazioni fiscali. A livello personale come ti muoverai per continuare ad operare in un settore così “stressato” ? Abbiamo già parlato in passato del tuo progetto Relight Orchestra col violinista Mark Lanzetta, evidenziando che il vostro dj-live show è adatto sia a club, ma anche ad eventi con gente seduta. Come ti muoverai nel momento che pare la grande incognita per il settore: l’ inverno.
Nel 2021 festeggeremo 20 anni di attività con un album raccolta, con brani dance ma anche acustici e quindi siamo sempre al lavoro e in evoluzione. In autunno mi vedrete anche come coach in un “Talent” registrato prima dell’emergenza che si chiama Movida e rappresenta una vera e propria scuola per lavorare nel mondo della notte. Ho il ruolo di coach per i d.j. più giovani. Infine con Mark Lanzetta e Alex Pari farò sempre il programma a Radio Studio Più. Relight My Fire (nome del radio-show n.d.r.) continuerà nell’ intento di voler tenere accesa la passione per la musica e l’arte nei clubs. Ospitiamo tanti addetti ai lavori, dj’s, vocalist, produttori e musicisti; non vogliamo mollare ne perderci d’animo. Per molti può sembrare facile cambiare lavoro ma è molto difficile rinunciare ad una passione ed è per questo che cercheremo di essere propositivi e positivi fino in fondo.
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photo credits:
Roberto Salaroli.
Villa delle Rose Misano Adriatico.
Musica Riccione.
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