Musica
Rubrica. FLASHLIGHT. Relight my Fire, quando la radio incontra il club
Di Old Man Say
I dj’s che hanno superato gli “anta” (meglio i cinquanta dei quaranta) ricorderanno certamente quando, verso la fine degli ’70 e per tutto il decennio successivo, alcune radio avessero un’attenzione, grazie a programmi curati da disc-jockey che alternavano al lavoro in discoteca quello di speaker radiofonico, alle produzioni discografiche dedicate al mondo del club.
Personalmente, ora do spazio alla nostalgia, registravo cassette da una radio di Ferrara, Radio Studio Alfa, dove i dj’s Eddy (Eddy Irianni ndr), Marco Bersanetti e Matteo Montanari (devo qui ringraziare l’amico Michele Baglioni per avermi rinfrescato la memoria) presentavano un radio show dal titolo “Sound System”. Il giorno seguente iniziavo a cercare nei negozi specializzati, Tatum, Disco Più, Dimar… avevo 14 anni e non esisteva shazam ovvio. Senza timore di smentita all’epoca spesso erano loro che tramite un programma radiofonico, questo succedeva in tutta Italia, lanciavano le future hits che si sarebbero poi ballate per molti mesi in discoteca.
I tempi sono cambiati, le radio libere sono sostanzialmente sparite ed ora a farla da padrone sono grossi network ove il fine principale è promuovere musica che sostanzialmente può essere catalogata come commerciale / pop e questo indipendentemente che sia di produzione italiana o straniera, nella maggior parte dei casi promossa dalle major, di artisti giù affermati o che esce dai “Talent”.
I diversi generi musicali che possono costruire l’ossatura di una tracklist di un disc-jockey, house, elettronica, techno o deep-house non vengono praticamente mai considerati a parte rare eccezioni in cui una traccia, prodotta da un d.j. famoso a livello mondiale, venga sdoganata dal suo ruolo di hit da dance-floor e si converta in brano pop o magari da spot radiofonico.
Robert-eno e Mark Lanzetta in collaborazione con Alex Pari hanno pensato ad uno spazio per colmare questo vuoto ove viene data voce agli addetti ai lavori, che siano dj’s, vocalist o produttori, per presentarsi come artisti con set live o con un intervista, proporre un progetto, parlare del futuro e perché no spesso ricordare qualche “gol” del passato più recente, il tutto ospitato da un’ emittente a livello nazionale che da sempre strizza l’occhio alla nightlife italiana ed ultimamente, e ciò mi rende molto felice, anche Ibizenca e di conseguenza internazionale: “Radio Studio Più”.
Lo scopo e’ duplice ci svela Robertino: “in primo luogo vogliamo risvegliare e riaccendere la passione”. Il titolo del programma “Relight my fire” ci ricorda immediatamente una traccia storica fra le più emozionanti di fine anni ’70 di Dan Hartman, poi riproposta dai Take That nel 1993, ma anche la “seconda vita artistica” del duo formato da Roberto Salaroli e Marco Lanzetta: disc jockey il primo, vocalist e musicista il secondo, diventati poi produttori di hits successo appunto con il nome di Relight Orchestra.
La volontà di tornare a rimettersi in gioco, di guardare al futuro con un’attitudine più positiva ed aperta al mondo della notte elevando la qualità, una componente questa, complice una crisi dell’’“azienda discoteca” negli ultimi anni, che si è sovente persa.
La motivazione principale del gruppo di lavoro di “Relight my Fire” è quella di rilanciare un ambiente che per tanti motivi si è trovato privo di quella vitalità, intuizioni artistiche, intelligenza e lungimiranza imprenditoriale che lo aveva reso un’industria florida ed economicamente interessante dalla fine degli anni ‘70 fino probabilmente alla soglia del 2000 quando la stanchezza di un prodotto, che richiedeva novità, è invece imploso arroccandosi su idee e proposte spesso stantie e banali.
Venuta meno la voglia di creare, di investire a medio e lungo termine per magari dare vita a nuove serate o progetti, il club italiano ha incontrato sul suo cammino format preconfezionati mordi e fuggi, gestioni capitanate da fantomatici staff più interessati ad un beneficio a breve o brevissimo termine che al costruire o dare alla luce a prodotti vestiti di contenuti concreti.
Non affidandosi o collaborando con professionisti, per convenienze momentanee, per mancanza di cultura o per mera “taccagneria”, si è ricorsi a soluzioni che hanno portato a fallimenti, sia di progetti che a volte aziendali, per arrivare in ultima istanza ad una disaffezione della clientela che ha iniziato a frequentare sempre meno le discoteche.
Altro scopo di questo “work in progress” radiofonico, una visione futura a medio termine, sarà quella di dare vita ad un pool di professionisti, con diverse peculiarità, creando un cast di artisti da proporre in forme differenti ed a differenti tipi di clubs per contribuire ad un rilancio settoriale. I tempi sono difficili, nel momento in cui scriviamo questo articolo linee guida per ipotetiche riaperture dei locali non ce ne sono.
La confusione, dopo oltre due mesi di stop forzato da parte degli operatori del settore è purtroppo totale ma il progetto non è affatto sfumato anzi la stessa Radio Studio Più sarà ora più che mai in prima linea per contribuire ad un rilancio del divertimento e della notte cercando nuove soluzioni legate all’ attualità che stiamo tutti vivendo.
Veniamo ora al format: in onda a livello nazionale, ogni domenica dalle ore 14.00 alle 15.00, si avvale per ogni puntata della presenza di tre ospiti tutti con diversi background. Si spazia dall’animatore al dj emergente, dal personaggio icona della consolle da alcuni decenni al produttore già affermato a livello italiano o mondiale. A pochi mesi dalla nascita di questo radio-show possiamo già fare un bilancio senza dubbio positivo sia per i conduttori-ideatori del programma che per l’emittente che continua questo suo percorso a fianco del mondo del clubbing.
Tanti sono gli artisti che hanno dato il loro apporto a questa kermesse radiofonica: Gianni Morri, Nicola Zucchi ed Andrea Arcangeli, dj e produttore del duo Armonica, da Donato Losito cantante ed artista conosciuto ai più come Double Dee fino ad un iconico e sempre attivissimo Daniele Baldelli. Tutti insieme senza differenze perché il vero scopo della “club culture” alle origini era quello di aggregare, unire su di una pista tante persone differenti e questo per condividere emozioni, tralasciando il “da dove si veniva o cosa si era o faceva”, per respirare insomma quella piacevole libertà che poteva regalare il ballo, la musica, un dee jay ed il pubblico.
Old Man Say, dj e music designer, inizia il suo percorso ed evoluzione musicale negli anni ’80. Dopo diverse esperienze in club, beach club e lounge-bar italiani, da cinque anni vive e lavora in Ibiza, dove è dj residente in diverse prestigiose consolle dell’isola oltre ad aver avuto il piacere di portare il suo sound in Egitto, Marocco e Giordania. Propone selezioni musicali di matrice deep, elettronica & downtempo, house e nomad. Le sue collaborazioni settimanali su OAPlus dal titolo “Flashlight” e “Here I am Ibiza” regaleranno news e curiosità dal mondo della musica e tante sfiziose anteprime dalla regina indiscussa della nightlife mondiale, Ibiza.
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