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Rubrica. FLASHLIGHT. Reinventare la notte … Si può?

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By Old Man Say

Dalla fine di febbraio, fino a pochi giorni fa, era il leitmotiv di tutti gli “addetti ai lavori” della notte. Le chat di gruppo di dj’s, animatori e promoters parlavano solo di quando ed in che modo si sarebbe potuti ripartire, cosa proporre e soprattutto cosa inventarsi per motivare il pubblico a tornare nei locali, ritornarci a cena ed a ballare. Distanziamenti, meno coperti a disposizione, generi musicali più soft per non invogliare a ballare ed al contatto, tavoli su prenotazione, percorsi vincolati. Tante le direttive da rispettare. Una rivoluzione insomma  non facile da attuare dal momento che sostanzialmente il format della discoteca negli anni mai è cambiato.

Mark Lanzetta all’arpa laser.

In tanti, soprattutto fra chi la musica la seleziona e la propone, auspicavano un ritorno ad una qualità legata alla competenza ed all’esperienza, (in fondo il refrain “la musica era meglio una volta” suona sempre bene); un ritorno a quella che molti chiamano “Club Culture” (una visione a mio giudizio sempre soggettiva e personale oltre che di gusto e di buon gusto nel gestire situazioni che, o ce l’ hai o non lo compri ne te lo regalano) veniva “quasi invocata” Per un artista, in questo caso un disc-jockey, questa “cultura del club” si forma a seconda del percorso, della voglia di cercare e ricercare, varia a seconda dell’età anagrafica, dai locali frequentati e da quelli in cui il d.j. ha lavorato, dai professionisti ai quali ci si ispira o con i quali si collabora o si ha collaborato in passato.

I buoni propositi però se li è portati via il vento rapidamente e tutto, o in buon parte, è tornato come prima. Stessa tipologia di intrattenimento durante la cena, tornati gli stessi format, riapparse le stesse proposte. La paura del non rischiare di scontentare la clientela o l’ incapacità e la mancanza di volontà nel pensare e creare nuovi prodotti ha fatto sì che si sia mantenuto uno “status quo” nella nighllife di casa nostra .

Stefano Serafini.

Qualche dee-jay della “vecchia guardia” è però voluto andare oltre ed ha ritenuto opportuno pensare a soluzioni diverse, sviluppare un divertimento ugualmente coinvolgente ma con nuove idee. “In un momento particolare come questo”, ci dice Roberto Salaroli, “le formule già da anni proposte possono apparire scontate, di difficile attuazione o addirittura problematiche a livello gestionale. Un confronto con il momento pre-covid dello stesso format oggi può davvero apparire impietoso se si vuole cercare di rispettare le regole che vengono suggerite o imposte”. C’ è da aggiungere che “quello che si aspetta il pubblico ora va’ inevitabilmente a cozzare con nuove esigenze organizzative e restrizioni, certe situazioni non possono essere vissute come alcuni mesi fà e per questo ho ritenuto giusto e costruttivo studiare altro”

Robert-eno, Relight Orchestra, grazie all’inserimento di diversi artisti, performers, cantanti e musicisti da oltre vent’anni costruisce live-show in forme differenti. In questo modo il violino di Mark Lanzetta sposa la voce di una cantante lirica che esegue un brano di Ennio Morricone o di Mina, il tutto alternato  a momenti con un dj-set di matrice deep-house accompagnato magari dalla tromba di Stefano Serafini o da un percussionista. Il classico ed il moderno si fondono per dare vita a spettacoli originali che hanno raccolto consensi in tanti clubs dalla Turchia all’Ucraina, dalla Germania al Montenegro ed in decine di eventi sia Italia che all’estero come nei party di Giorgio Armani o di Bmw Italia per esempio.

Relight Orchestra.

Uno show da vedere oltre che da ascoltare, arricchito da un arpa laser o da ballerini dai costumi futuristici che parte dall’aperitivo arrivando alla cena ed oltre ma senza l’obbligo tassativo di passare per un dance-floor, mantenendo un energia alta ed un divertimento assicurato. Al momento tutto e’ soggetto a cambiamenti quasi giornalieri in fatto di decreti ed ordinanze, difficile fare previsioni ma il progetto pare dargli ragione e diversi clubs in via di riapertura gli hanno affidato, già da questo week-end, palco e consolle.

Siamo certi, e ce lo auguriamo, che tutto tornerà al più presto alla normalità ma di sicuro a Relight  ed al loro lavoro va riconosciuto il merito di avere il coraggio di uscire dal coro e di tentare di proporre qualcosa di differente. In questi anni il divertimento in discoteca, una volta gestito da un “artistico” creato ad hoc per il proprio club e per le singole serate, ha lasciato il passo a format molto simili, spesso senza anima ed identità e quindi ad ogni ventata di novità non gli si può che dare il benvenuto.

 

Crediti Foto: Roberto Salaroli per Relight Orchestra e Stefano Serafini

 

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