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Rubrica. FLASHLIGHT. Passato e presente attraverso un vinile
by Old Man Say
Chi ha fatto del djing una passione e sovente lo ha trasformato in lavoro non può scordare da dove viene, da dove tutto è nato. Senza il vinile, dalla sua diffusione e versatilità probabilmente non sarebbero nate le discoteche così come le conosciamo e dall’ amore per questi pezzi di plastica di 12 e 7 pollici (se ci riferiamo ai formati 33 giri, disco mix e 45 giri) percorsi da microsolchi, di forma circolare, all’ apparenza oggetti anonimi e senz’ anima non sarebbe nata una professione ed il tanto amore che gli si dedica, per molti ragione ed ossessione per tutta la vita. Di cuore e anima ne troviamo tanto invece e Gianmaria Montanari, ravennate classe 1978 ne è un esempio. Certo i tempi sono cambiati, si può fare il disc-jockey utilizzando altri supporti, più comodi, performanti, infinitamente più economici e che non temono l’usura di una puntina, del tempo o la sbadataggine di un graffio ma per molti rimanerne legati è una piacevole addizione, un voler quasi raccontare e raccontarsi che gli anni non passano, un po’come quegli amori importanti, quelli che cambiano la vita. Viste le limitazioni che ci impongono questi tempi scambio due chiacchere via telefono con Gianmaria che mi racconta il suo percorso dalle consolle di alcune discoteche come Vie en Rose, Matilda, Cap Creus e Ca’ del Liscio, le esperienze riccionesi nei beach-club Mojito e Hakuma e in lounge-bar come Cafè della Rotonda, Caino e Cascador fino ai Vinyl Contest che l’ hanno visto protagonista vittorioso in questi ultimi anni.
“Sono molto affezionato all’analogico, all’uso del classico disco, perchè legato al mio primo supporto dal quale tutto è cominciato. Fra il 2008 e il 2009 sono passato al digitale e quindi all’uso prima dei classici c.d. e poco dopo delle usb ma non ho mai smesso di “frequentare” le mie scansie piene di vinili che anzi ho riordinato, suddiviso per generi, anno e b.p.m. continuando un lavoro di ricerca di tanti dischi che durante gli anni passati mi erano sfuggiti o non avevo trovato. Da qui il passo al proporre video e live session è stato breve ed evitando tutto ciò che è scontato e banale ho iniziato a preparare piccoli live show in studio che hanno per tematica un filone musicale, un anno in particolare o un artista. Possedere vinili è per me un grande piacere personale, una soddisfazione che ha anche a mio avviso una valenza culturale ed ho, come citato poc’anzi, ripreso a frequentare fiere e mercatini del disco usato e da collezione per recuperare qualche titolo mancante. Ad onore del vero di questi tempi è quasi impossibile per un d.j. proporre una sessione con vinile; la quasi totalità delle discoteche per non parlare di lounge o beach-club e’ sprovvista dei classici “piatti” e non sempre portare il proprio impianto è possibile. Aggiungerei che la tendenza degli ultimi decenni ad avere il disc-jockey sempre più a contatto con pubblico ha fatto sì che l’utilizzo dei giradischi sia sparito ma un paio di anni fa, nel 2018, ho partecipato ad un “D.J. Vinyl Contest” vincendolo e questa opportunità, riuscendo sempre ad ottenere il miglior piazzamento, si e’ presentata anche in questo 2020.
Diverse le prove, dalla “5×5” e cioè cinque tracce in cinque minuti passando per una insidiosa “10×10” fino ad una “20×20” davvero tosta, trattando generi differenti, spolverando anche tracce meno conosciute; insomma una bella soddisfazione anche perché i nove avversari erano preparati e decisi a non mollare di un centimetro in questa “Vinyl d.j. lovers” presentata da Johnny Parker.
Il mio leitmotiv è stato proporre generi musicali differenti per ogni prova: ho inserito la disco-music ‘70/’80 ed il down-beat passando per R&b ed il pop fino a toccare i classici dall’ house classic anni ’90 e 2000 cercando di legare il tutto con logica ed armonia; posso dire di esserci riuscito, davvero una grande gioia oltre che una soddisfazione artistica e personale. (qui potete ascoltare n.d.r.) :
I tempi cambiano, la tecnologia si evolve e si lavora con macchine sempre più tecnologiche, con controller e programmi, con pen-drive analizzate da Rekordbox; è il futuro, lo faccio io e tanti miei colleghi. Personalmente continuo a crearmi sia nuove “edit” che mash-up che spesso hanno incontrato il favore di tanti d.j.’s oltre ad essere stati proposti in tanti programmi radiofonici a livello nazionale ma il vinile rimarrà a mio avviso intramontabile, un lavoro “artigianale” legato a chi ha la passione di fare ascoltare col cuore un sound da un supporto che da sempre ci regala emozioni.