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Rubrica. FLASHLIGHT: “Shout”, un grido per tornare a divertirsi.
By Old Man Say
La disco-music era finita da un po’ di anni, i dee-jays alternavano l’emergente new wave dei Depeche Mode, Ultravox, Pete Shop Boys, Simple Minds e Human League alla dance italiana, europea e statunitense; le star del pop producevano extended version delle loro hits e l’house-music doveva ancora nascere. Il 19 dicembre 1984 i Tears For Fears pubblicano “Shout”. Secondo singolo del loro secondo album “Song for the Big Chair“ che verrà pubblicato poi il 17 febbraio 1985 (il primo singolo fu “Everybody wants to rule the world”) dal duo inglese formato da Roland Orzabal e Curt Smith.
Sarà il loro capolavoro assoluto, raggiungerà la vetta delle classifiche negli U.S.A. Germania, Canada e Paesi Bassi, secondo posto in quella Inglese, Neozelandese ed Australiana; un successo planetario Italia compresa che all’epoca, nel 1985, si giocò il primo posto con mostri sacri del calibro di Dire Straits o Phil Collins.
Il destino di tutte quelle tracce che si convertono con il tempo in grandi classici è quello di essere trasformate, remixate, rilette in chiave moderna o ripresentate con chiavi di lettura differenti. Mitch B. insieme a Paolo Ci l’hanno rivisitata e la ripropongono in una versione a metà fra l’elettronica e la new wave; un vestito completamente nuovo per una hit amata ed intramontabile. In uscita da metà settembre su Jango Records, etichetta che vanta release di Freemasons, Carl Cox e David Vendetta, ha già raccolto i favori di molti dee jays ed addetti ai lavori fra i quali i qualificati selectors Jose Maria Ramon e Miguel Garji di Ibiza Global Radio, l’emittente di Ibiza punto di riferimento della musica elettronica a livello mondiale ove spesso vengono proposti set sia dell’ etichetta che del dj romagnolo Mitch B.