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Interviste

Mei, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY. Ninaì ci presenta il nuovo video “Feel It”

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Di Marta Scaccabarozzi

Oggi incontriamo Ninaì, cantante, musicista e compositrice, in occasione dell’uscita del nuovo video “Feel it”. Ci racconta tutto lei in questa intervista decisamente interessante.

Ciao Ninaì, benvenuta sul sito del MEI. Oggi esce il lyrics video del tuo brano “Feel it”. Un giorno importante in questo periodo così particolare. Una scelta sicuramente coraggiosa. Per prima cosa, presentati ai nostri lettori.

Ciao. Mi presento sono una cantante pianista e compositrice. Esatto come dici tu, oggi esce il secondo video estratto dal mio primo Ep “Musica in testa”. Si tratta di un video lyrics e il brano in questione è Feel it. Molte persone mi hanno  evidenziato quanto sia importante leggere le parole di un testo durante lo scorrere di un brano ;la memoria visiva unita ai suoni è potente. Così dei tre video in produzione scelti da questo Ep, ho deciso che il secondo danzasse con la ritmica scritta delle parole. Ecco quindi l’idea! Anche se in realtà con la produzione VideoAstolfoSullaLuna abbiamo cercato una linea che rimanesse a metà strada tra un video e un lyrics. La settimana prima di lavorarci ho fatto una passeggiata in una città piemontese che si affaccia su un romantico e malinconico lago e soffermandomi sulla calma, ma non staticità dell’acqua unita ai colori del tramonto,  ho immaginato le parole del  brano scaturite invece da feelings metropolitani. Con Maurizio Pellegrini che ha curato il montaggio, siamo arrivati a poter utilizzare da un archivio di fine anni ’70 splendide immagini di un altro lago della zona realizzate con cinepresa a 16mm. Lui ha colto perfettamente il mio intento di comunicare tramite la forza della natura un messaggio molto diretto.  Ed è proprio tramite quest ultimo pensiero che invece mi collego al  difficile momento presente che tutti noi stiamo vivendo e al motivo per cui ho deciso e sono felice di comunicare la mia musica tramite un video dove la forza e la grazia vengono espresse dalla natura…
In questo periodo di isolamento  e incertezze presenti e future, le prime fioriture di primavera e gli animali sono un esempio di vita che continua, regalano pace, credo che anche noi troveremo il modo di riadattarci a tutto questo.

“Feel it” è stata scritta e composta dopo un viaggio a Londra. Eri in città per lavorare ad un altro video e, di ritorno in Italia, ha dato vita al brano. Cosa ti ha ispirata di quell’esperienza nella capitale britannica?

Si esatto, era ottobre  e questo brano non esistendo non era previsto nell Ep. Tornata da Londra, invece ho sentito l’urgenza di mettere in musica quello che avevo appena vissuto. Sono stati in realtà  solo tre giorni, ma tu sai come lo spazio tempo a seconda di come lo vivi può essere percepito riverberato. Alla sera quando guardavo la Google map dei miei spostamenti, mi rendevo conto che tra camminate, metropolitane treni e  bus avevo percorso quasi 20km, le location  in cui giravamo erano in latitudini completamente opposte. Come le situazioni in cui eravamo immersi: da poli  culturali, a centri di aggregazione per artisti alla strada alla metropolitana..tra l’altro incontrando spesso  altri shooting di moda o musica. La prima sera ho girato sotto la pioggia nell’ ex  quartiere della comunità giamaicana, adibito a mercato multietnico e la sera dopo in una strada piena di traffico e in metropolitana, ho conosciuto e parlato con molte persone. Ero completamente a nudo  con le mie emozioni e la musica dell’altro brano. e se vuoi la fragilità umana del sapere che stai fermando su video un pezzo di te, queste sensazioni, gli sguardi incrociati, le innumerevoli lingue e culture che si sono presentate come in un film che mi scorreva davanti hanno inciso le parole del ritornello. I suoni delle rotaie e delle macchine, hanno fortemente creato il beat della batteria e  l’elettronica incessante. Mentre la parte orchestrale vuole essere come un’onda del mare,  che attraversa tutta la canzone regalando respiro e poesia. Così è nata Feel it. Ci tengo ad aggiungere, che sono sempre stata attratta dal capire perché un certo genere musicale nasca in un  luogo piuttosto che in  un altro..  Ad esempio dell’ Inghilterra ho sempre seguito il sound elettronico inglese dai  Massive attack, Tricky i primi DJ Jungle ai più attuali Neneh Cherry & Rocket Number Nine o Emeli Sandé. . essere li, ma con la mia musica, ha tradotto gli ascolti  e il mio vissuto in questo brano. Pensa che inizialmente avrei voluto girare il video a Milano (città che porto nel cuore) chissà cosa ne sarebbe uscito? Ogni città, ogni situazione o luogo  che vivi, se è il momento e se lo “senti”, senza forzature può essere grande fonte di ispirazione per un artista.
Concludo,  magari facendoti sorridere e  ti dico che  è nella mia cucina e sul terrazzo che compongo la maggior parte dei miei testi.. In questo momento attuale, ancor più è il mio angolo di mondo.

Il testo di “Feel it” parla di comunicazione. Una critica alla comunicazione virtuale che tante volte porta ad allontanarci dai contatti reali. In questo periodo, invece, ciò che ci rimane per comunicare è proprio il mondo virtuale, impossibilitati per sicurezza  ai contatti fisici. Come stai vivendo tutto questo?

Si il testo di Feel it vuole estremizzare un desiderio, il sentire in modo più profondo la vicinanza che può esserci tra due persone. Non per forza dettata dall’amore, può essere un amicizia o anche un rapporto lavorativo. Per esperienza personale, ho visto persone liquidare un rapporto basato sul rispetto o sull’affetto con un messaggio formale o un “sono impegnato ti richiamo” perdendosi nella rete di centinaia di incomprensioni. Sentirsi per me significa sapere che l’altro c’è ed è sulla tua lunghezza d’onda. Sentirsi è una delle cose più semplici e dirette, ma viene offuscata da invidie gelosie, giochi di potere o insicurezze. La tecnologia permette scuse o lontananza , ferendo a distanza e a volte può farci perdere il desiderio di confrontarci, basta bloccare un numero in rubrica. Quando dico ” dov’è rimasta la semplicità di incontrarci per caso nella tua città” e perché mi manca l’imprevedibilità. Tutti sappiamo tramite social, dove siamo, chi frequentiamo o cosa facciamo. Gli occhi, i gesti, la voce in un incontro inaspettato senza filtri comunicano  qualcosa di più sottile e indelebile. Poi succede questo momento storico, dove invece l’unico modo di comunicare rimane proprio il cellulare, i social o le videochiamate. La musica è in diretta streaming e il resto è lo specchio di te. Forse è il momento di  utilizzare la tecnologia al meglio e senza finzioni : l’essere umano ha un incredibile bisogno di interagire  e creare sinergie. La distanza fisica e l’inevitabile solitudine di alcuni momenti, non mi spaventa, la musica spesso ti richiede questi spazi. Quando componi sai che hai bisogno dell’io più profondo, devi scavare dentro e connetterti con te. Cerco di rimanere tranquilla, realizzando che  ora, dove c’è molto dolore intorno a noi, ho salute affetti e un mezzo forte come la musica per comunicare. Il resto potrebbe cambiare e di conseguenza troveremo il modo di adattarci. Una grande prova!

“Feel it” è estratto dal tuo nuovo EP “Musica in testa”. Ascoltando il lavoro quello che maggiormente si percepisce è una forte contaminazione sonora. Bossanova, reggae, elettronica, cantautorato. Tanti gli stili e tutti ben interpretati. Quanto è importante non porsi dei limiti artistici per te?

Guarda è fondamentale, soprattutto per il mio background   e negli ascolti… Tutto finalizzato a non  mettere confini alla conoscenza e alla curiosità. Sono partita da bambina con un training di pianoforte classico in Conservatorio. Poi ho cominciato a cantare con i DJ hip hop e R&B e le prime band per poi trovarmi in mondi completamente diversi come il Jazz la Bossa nova o la musica Africana. Mi manca, con rammarico, l’esperienza  diretta in band di musica Latina e Reggae , due generi che influenzano molto la mia scrittura. Anche qui ho scoperto e imparato l’importanza di “sentirsi” con i musicisti tramite a volte una nota, un fraseggio, un’improvvisazione.E zero parole. Mi sono trovata a cantare in contesti completamente opposti tra loro, dalle discoteche ai teatri, dai club ai centri sociali. Sentendomi sempre a casa. Poi a un certo punto, rendendomi conto che ogni volta che prendevo un brano che mi piaceva per interpretarlo, lo riarrangiavo completamente sia nel tessuto armonico, nell` implicito ritmico che nella melodia, ho capito che era il  momento di comporre la mia musica. Seduta al piano, ho imparato a conoscermi, e a capire che il mio approccio era prettamente Pop, ma ho  capito di avere a disposizione un grande vocabolario  sonoro di generi diversi elaborato negli anni da cui poter attingere a mio gusto personale. L’ostacolo più grande è stata la voce e la lingua, quando canti quello che pensi nella tua lingua madre tutto cambia.. Ma anche lì, è inesorabile arrivare a un patto con sé stessi.

Ultima domanda: nelle lunghe ore passate in casa molti stanno riscoprendo l’importanza e la bellezza di ascoltare musica, leggere libri e guardare film. Cosa ci consigli di ascoltare (oltre ai tuoi lavori), leggere o guardare?

Questa è una domanda difficile, ci sono veramente un infinità di artisti, libri e film Super in circolazione.. Inoltre va molto a gusto personale. Quando ascolti un brano, guardi un film o leggi un libro entri in un mondo parallelo, dove a volte affiorano ricordi o sogni presenti e futuri soggettivi.
Comunque posso dirti che avendo più tempo a disposizione in questi giorni stò guardando un po’ di film musicali  rimasti nel cassetto dai Motley Crue ai Joy division, consiglio il film sulla vita di Johnny Cash e Ray Charles. Leggo  scrittici donne, consiglio la scrittrice  messicana Angeles Mastretta – Donne dagli occhi grandi , e i brevi racconti o romanzi di Banana Yoshimoto.
Ascolto molta musica da  Lenny Kravitz a  Sakamoto. Consiglio i Tinariwen un gruppo di tuareg berbero che sposa musica del  deserto con blues molto ipnotico, l’ultimo lavoro di Beck incredibile unione di pop elettronica e rock.. La musica di Mama Marjas eclettica cantante pugliese.
Ma in primis tutti gli artisti  o band indipendenti che producono la loro musica  dalla mia città a tutta l’Italia  o all’estero.. Basta avere un attimo di tempo e cercare nei siti nelle pg. social e per associazioni ascolti il presente 2020 :si continua a produrre ottima Musica, c’è tanto da scoprire, un mondo non così sotterraneo  ed estremamente forte nel DNA : linfa vitale per tutti.

 

 

Leggi QUI l’articolo originale sul sito del MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti.