Di Marta Scaccabarozzi
Alla vigilia della pubblicazione del nuovo singolo “Punto”, abbiamo fatto un’intensa chiacchierata con Svegliaginevra, la nuova scommessa femminile di La Clinica Dischi. Con “Punto” Svegliaginevra ci dimostra di aver gli occhi bene aperti sul suo futuro e di essere più sveglia che mai! Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Ginevra, quattro mesi da “Come fanno le onde”, quasi un anno dal tuo esordio: la cosa più importante che hai imparato e il difetto che sei felice di aver superato in questi 12 mesi di fuoco.
Ho imparato che non si finisce mai di imparare, che bisogna credere in quello che si fa, anche quando abbiamo la sensazione di restare fermi ad aspettare, perché in realtà stiamo cambiando e stiamo imparando una nuova cosa di noi. Ho quasi superato, a giorni alterni chiaramente, il più tragico dei miei difetti; pensare e ripensare ai ricordi, alle cose che non sono andate bene e alle domande che non hanno risposta. Alla fine è un difetto che accetto perché mi porta a scrivere canzoni.
“Come fanno le onde” ormai è hit: rotazione radio, inserimento in playlist editoriale e un seguito organico che ogni giorno si ripopola e cresce. Qual è, secondo te, il segreto del successo? Qual è il superpotere di Svegliaginevra?
Come fanno le onde continua a regalarmi emozioni grandi. Tutto abbastanza surreale se poi ripenso a quando tutto ha avuto inizio. Se me l’avessero detto a gennaio non ci avrei creduto.
Non ho superpoteri, sarebbe bello averceli. Però ho una grande responsabilità come tutte le persone che come me scrivono canzoni e le condividono poi con tutti, parlare di sentimenti e farlo nel modo più empatico possibile. Racconto di me, di quello che mi succede e sono lì attenta ad usare le parole giuste per spiegare bene quello che provo. E quando decidi di pubblicare la canzone non sai mai come verrà percepita, se verrà capita come volevi intendere tu. Ma questo non importa perché la musica è bella proprio per questo motivo, ognuno di noi interpreta la musica e le parole in modalità diverse. Più ti avvicini all’ascoltatore e più capisci che quella canzone funziona.
Alla fine, in qualche modo la pandemia ha portato (paradossalmente) belle soddisfazioni: ultima (ma non l’ultima!), la selezione di “Punto”, il tuo nuovo singolo in uscita domani su tutte le piattaforme digitali. Ti va di parlarcene un po’?
Punto è il punto che ho dovuto mettere ad una storia senza fine. Ho deciso di farlo a modo mio scrivendo una canzone. Racconto dell’amore, del dolore, della mancanza di equilibrio, dell’odio. Sentimenti che appartengono a tutte le storie complicate, tormentate, che sembrano non avere mai inizio e mai fine. Quelle storie che hanno la capacità di distruggerti ma anche di renderti una persona migliore. Per questo motivo diventa difficile mettere un punto perché non sei combattuto tra quello che è giusto e quello che ti fa stare bene.
Io faccio fatica a spiegare le canzoni, quindi vi consiglio di ascoltarla.
Facciamo un gioco: associa “Punto” ad un quadro, ad un film e ad un libro che ritieni adatto a far da corredo inter-artistico al brano.
Io amo questo gioco. Associare le canzoni a quadri, film o libri è una cosa che faccio spesso, l’arte è una grande fonte d’ispirazione per me. Mia madre è una pittrice e sono cresciuta in una casa piena di quadri. Fin da piccola ho sempre amato osservare, analizzare e comprendere sentimenti reali o immaginari che mi affascinano, che siano quadri o film.
Dunque scelgo ‘’Il bacio con la finestra’’ di Munch dove il rapporto tra uomo e donna si configura come tensione tra desiderio di amare e paura di amare ed è espresso dalla fusione fisica delle due figure che si abbracciano nel tentativo di annullarsi o assimilarsi.
Come film senza alcun dubbio ‘’The eternal sunshine of the spotless mind’’ dove la morale è che in una storia d’amore folle il viaggio è preferibile alla meta, il rischio è preferibile alla monotonia e amare è indispensabile anche se sappiamo che finirà.
Infine, sarò banale ma, associo Punto a ‘’Cime Tempestose’’ di Emily Bronte che racconta del rapporto di amore-ossessione dei due protagonisti.
Ma la pensi anche tu come Brunori, che non si può che cantar d’amore, perché “di che altro vuoi parlare”?
Si parla anche d’altro, e d’altro hanno parlato tanti cantautori in passato.
Ma l’amore è il potere universale che si nasconde dietro ogni cosa, che muove il pensiero di tutti gli esseri umani. Sarà sempre tema implicito o esplicito di ogni canzone.
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