Mei/Indipendenti
Mei, Rubrica. FRAMMENTI DI UN DISCORSO MUSICALE. Festa della Musica: grande mobilitazione della musica. Ora tocca alla politica
Di Giordano Sangiorgi
Festa della Musica #senzamusica il 21 giugno. Domenica mattina in Piazza Duomo a Milano Flash Mob di Diodato, Levante, Ghemon e tantissimi altri artisti per il sostegno degli Emendamenti depositati in Parlamento a sostegno della musica. Domenica pomeriggio agli Stati Generali del Premier Conte invitato il mondo dello spettacolo e della cultura con Alessandro Baricco, Stefano Boeri, Massimiliano Fuksas, Stefano Massini, il primo a scagliarsi in tv contro l’assenza di interventi del Governo verso il mondo dello spettacolo, Franco Maria Ricci, Elisa, Giuseppe Tornatore e Monica Guerritore che hanno portato le loro proposte al Governo. Alla sera alle 22 con Paolo Fresu ad Agrigento e i MaxOil a Pinerolo, solo per citarne due tra i mille che hanno aderito, c’è stato un minuto di silenzio in ogni live per la Festa della Musica per ricordare le necessita’ del settore al quale hanno aderito tutte le associazioni del settore le gate ai vari coordinamenti, tra i quali il MEI. Che dire?
Finalmente tutto il settore musicale (e non solo) ha preso coscienza della necessita’ di una Legge sulla Musica che, come in Francia, dia sostegni, tutele e sviluppo alla cultura musicale anche in gravi occasioni come queste. Dopo oltre 20 anni di lotte che il settore indipendente ha fatto insieme all’associazionismo musicale finalmente sembra che questo risultato possa essere a portata di mano, una volta che si sono emarginati i potenti delle multinazionali e gli amanti del libero mercato, trattando così la musica sempre e solo come una merce e mai come un elemento integrante della cultura del nostro paese.
Obiettivo raggiunto. Oggi tutti sanno che il settore musicale italiano e’ in forte crisi ed ha bisogno di sostegni forti, quelli fatti fino ad ora sono insufficienti e favoriscono solo i grossi player in linea di massima, coem mi ha detto la Cassiera del Conad mentre facevo i conti con lei per la spesa e mi guardava con quel misto di ammirazione e pena amichevole di chi guarda uno che ha avuto la sfortuna di essere in un settore tra i piu’ penalizzati senza colpa alcuna.
Che dire?
Basta. Ora tocca alla politica. Convocare tutti ad un Tavolo del Mibact per la tutela della Filiera del Made in Italy musicale e prendere in pochi giorni gli immediati e urgenti provvedimenti di sostegno alle imprese che fanno girare l’economia della musica richiesti coinvolgendo i Ministeri del Lavoro, dell’Economia, dei Giovani, del Commercio Internazionale, anche, e ascoltare tutti , nessuno escluso , alla Commissione Cultura del Parlamento per avviare e concludere in fretta un iter che ci porti a un Codice sullo Spettacolo dal Vivo con all’interno una Legge per la Musica che ci metta al passo con gli altri Paesi e inquadri finalmente un settore che molti hanno votato allo sbando, volutamente. Ora vediamo se la Politica fara’ la sua parte come deve per non perdere del tutto la filiera del Made in Italy musicale.
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Crediti foto: MEI