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Roma, 12enne vittima di aggressione omofoba: «Fr**** di m, sei maschio o femmina?»

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Aggressione omofoba a Monza, vittima una coppia gay. I carabinieri: "scaramucce d 14enni"

Purtroppo si continua a sentire parlare di un’aggressione omofoba al giorno. Ultimamente si stanno verificando anche tra i pre-adolescenti. L’ultimo caso ha coinvolto un ragazzo di 12 anni di Roma, aggredito in branco da alcuni bulli suoi coetanei.

A denunciare la vicenda è stata la mamma Claudia, intervistata da TPI. La madre descrive Filippo come in ragazzo chei “ama mettersi lo smalto colorato, usare l’eyeliner, è affascinato dal mondo Lgbt, ha una borsetta arcobaleno, ha il suo modo di esprimersi, gli piace scrivere, disegnare etc.”

Dell’aggressione omofoba racconta: “Mio figlio era al parco e stava festeggiando la fine della scuola con un gruppetto di amici. Si è avvicinato un grosso gruppo di coetanei di un’altra scuola che ha iniziato a provocarli. Loro non hanno risposto allora è partito il lancio delle uova, che ha colpito mio figlio lasciandogli anche un livido, lui era da solo con 4 ragazze”.

Il tutto accompagnato da insulti omofobi rivolti a lui come “F****o di m****, sei maschio o femmina?”, ma anche alle quattro ragazze con insulti sessisti quali “P*****e, t***e! Quanto vuoi per un b******o?”.

LE CONSEGUENZE E LA REAZIONE DELLA SCUOLA

Un’esperienza che ha portato Filippo a chiudersi in casa per l’angoscia nei giorni successivi. Una delle quattro ragazze era rimasta per ore, da sola al parco, a piangere per gli insulti ricevuti.

La madre del ragazzo ha raccontato che nessun genitore dei bulli ha avuto il coraggio di parlare con lei e chiedere scusa per le loro azioni. Tuttavia la scuola e i compagni di classi sono stati molto presenti a sostegno del ragazzo.

UN FLASHMOB PER FILIPPO

La madre, dopo aver saputo l’accaduto, ga subito scritto un post sul gruppo per quartiere e mobilitata per capire cosa poter fare: “Abbiamo organizzato un flash mob per sabato per dare una risposta a questa situazione e anche per fare in modo che Filippo faccia pace con questo luogo.”

Ovviamente è scattata anche la denuncia ai Carabinieri ed è subito andata a parlare con il preside della scuola dei piccoli aggressori. “Volevamo un’azione di tipo educativo, sono 12enni, non vogliamo che vengano punti ma che si parli nelle scuole di temi come l’inclusione. È una brutta storia.”, dichiara Claudia.

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