LGBT
Orietta Berti, un’icona gay confermata anche dai giovani: “Per me è una gioia immensa”
Orietta Berti è stata sicuramente una delle protagoniste più amate e discusse di questa edizione del Festival di Sanremo. Dalla pattuglia della polizia in zona rossa che la segue fino all’Ariston, agli outfit iconici con le conchiglie disegnate sul seno, fino alle gaffes con Ermal Meta (chiamato da lei Ermal Metal) e i Måneskin (chiamati da lei Naziskin). Insomma, l’usignolo di Cavriago ci ha sorpreso e divertito in mille modi. Ovviamente le lodi sono arrivate anche per la canzone “Quando ti sei innamorato”, un inno d’amore per il suo Osvaldo che è arrivato nona nella classifica finale. 29 anni dopo il suo ultimo Sanremo, Orietta è riuscita ad affermarsi anche nel 2021 con una concorrenza molto giovane e diversa dal suo repertorio musicale.
Quello che però la mia generazione non aveva ancora colto, forse, è che Orietta è un’icona gay. Quindi non solo una grande icona della musica e una regina del trash spontaneo, che la rende molto simpatica agli occhi dell’Italia intera. Sicuramente le generazioni precedenti lo avranno sicuramente capito e l’avranno eletta come tale. Ecco, questo titolo le è stato confermato sui social e dall’opinione pubblica anche negli anni ’20 del XXI secolo.
ORIETTA E IL SOSTEGNO ALLA COMUNITÀ LGBT+
Tra l’altro Orietta stessa ha sempre mostrato sostegno alla comunità LGBT+. In un’intervista su GayNews, l’interprete di “Finché la barca va” ha dichiarato di essere onorata di essere un’icona gay: “Sono onorata di essere considerata un’icona ed è per me una gioia immensa, perché significa essere amata e rispettata. Loro sono da sempre i miei più cari amici. Da quando ho iniziato nel 1965, ho sempre avuto amici e collaboratori gay. Sarò sempre grata a loro e posso dire che mi hanno insegnato tantissimo nella vita come nel lavoro, per la sensibilità, il gusto per il bello, l’eleganza, la creatività, il senso della amicizia e il rispetto per l’arte e per le mille sfaccettature della vita.”
Nel suo utlimo album “La mia vità è un film” – che ha registrato il debutto più alto per un’artista femminile in Italia – è presente anche il brano “Diverso”. La canzone, scritta da i maestri Enzo Campagnoli, Mario Guida e Tano Campagnoli, racconta di una madre che fatica nell’accettare l’omosessualità di un figlio. Sempre a Gaynews, la cantante ha commentato la traccia e la sua tematica: “La società di oggi ha bisogno di amare e di lottare contro l’omofobia, contro la violenza verso le donne, contro la violenza verso i più deboli. Spesso mi chiedono come avrei reagito se avessi avuto un figlio gay e io rispondo: «Avrei reagito come ho sempre fatto, con la naturalezza e la normalità di sempre, perché è così”.
“Ho tantissimi amici fraterni che sono omosessuali e non mi sono mai posta il problema di distinguere le persone dalla loro sessualità. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a distinguere le brave persone dai mal intenzionati: è questa l’unica distinzione vera da fare” conclude Orietta.
Che dire, Orietta Berti è un’icona sia della musica sia della comunità LGBT+ da lodare e preservare.
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