Attualità
Navalny trasferito in ospedale, ma non è tutto oro quel che luccica
Per mercoledì prossimo, la squadra del blogger e politico russo Alexei Navalny, l’oppositore di Putin sopravvissuto all’avvelenamento che ora è in carcere in Russia, aveva organizzato una manifestazione per chiedere che Navalny venga scarcerato e soprattutto che in carcere possa accedere alle cure mediche i cui da tempo lamenta di necessitare.
Per smorzare i toni della protesta, il Cremlino ha dato oggi l’ok per il trasferimento di Navalny in una clinica. Eppure, nulla di buono pare esserci al fronte. Infatti, l’ospedale in cui è stato trasferito Alexei Navalny si trova all’interno di un’altra colonia penale, la IK-3, ragione per cui lo staff dell’oppositore ha subito parlato di farsa bella e buona per smorzare la protesta.
Tutto l’occidente si è indignato in coro per la negligenza nel somministrare le cure a Navalny: Chiediamo che abbia accesso immediato ai suoi medici di fiducia e riteniamo la Russia responsabile per la sua salute”, ha commentato l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, ma di sanzioni nuove contro Mosca, non ce ne sono. Anche dalla Casa Bianca arrivano parole molto dure, con la portavoce Jen Psaki che parla di “responsabilità del governo russo”, profetizzando che “il mondo ne chiederà conto”.
Dalla Russia, ha risposto Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino che è così intervenuto: “Lo stato di salute dei detenuti e dei prigionieri sul territorio russo non può e non deve essere un argomento di interesse per gli altri Stati”. Intanto il governo russo mette all’erta chiunque mercoledì abbia intenzione di partecipare alle manifestazioni: le forze dell’ordine, si legge in una dichiarazione del ministero dell’Interno, “non permetteranno una destabilizzazione della situazione e prenderanno tutte le misure necessarie per mantenere l’ordine nelle regioni del Paese”, e la procura generale tramite bollettino ha fatto sapere che per i protestanti potrà essere avviata la procedura penale.
Altro contrattacco imponente del Cremlino all’onda destabilizzante è l’udienza fissata per il 26 aprile, in cui si decreterà se il movimento di Navalny potrà essere definito come organizzazione estremista, il che avrebbe conseguenze drastiche per la sopravvivenza dei movimenti di dissenso.
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Crediti foto: LaPresse