Musica
Musica Italiana, Recensioni. “Torneremo ancora”, il de profundis di Franco Battiato
Indubbiamente fra gli album più attesi di questo 2019 che oramai, anche discograficamente parlando, sta volgendo al termine. “Torneremo ancora” è l’ultimo lavoro di Franco Battiato uscito il 18 ottobre per Sony Music, che accanto al nome del maestro vede anche quello della prestigiosa Royal Philharmonic Orchestra diretta da Carlo Guaitoli.
Il disco è in realtà una selezione di brani noti di Battiato (da “L’animale” a “Povera patria”, da “La cura” a “E ti vengo a cercare”, passando per “L’era del cinghiale bianco”, “Prospettiva Nevsky”, “Le sacre sinfonie del tempo”), registrati durante le prove del breve tour dell’artista insieme all’Orchestra nel 2017, anticipati dall’unico singolo inedito che dà il titolo all’album, scritto e composto con Juri Camisasca, e che forse si erge proprio a manifesto dell’ultima fase compositiva del maestro, complessa e, a tratti, complicata.
Com’è noto ai più infatti, per problemi di salute mai realmente precisati, Battiato non calca le scene da più d’un paio d’anni, ed anche per questo c’è chi ha visto dell’ironia nel titolo “Torneremo ancora”, considerato da più di qualcuno il testamento del ripostese.
Di sicuro l’ironia non sarebbe certo una novità nella produzione artistica di Battiato: i suoi testi, suoi e del fido filosofo lentinese Manlio Sgalambro, ne pullulano allegramente, in un puzzle creativo in cui l’ironia beffarda, la saggezza, il nonsense, la genialità, la lucidità, il paradosso, il barocco, l’avanguardia e lo stile trovano una loro pazzesca armonia nel caos più apparente possibile.
“La vita non finisce, è come il sonno, la nascita è come il risveglio finché non saremo liberi, torneremo ancora, ancora e ancora”, canta il maestro nel suo inedito, e ancora “Lo sai che il sogno è realtà, un mondo inviolato ci aspetta da sempre, i migranti di Ganden in corpi di luce su pianeti invisibili”.
Come ci ha meravigliosamente ormai abituati, nelle liriche di Battiato c’è l’ontologia, c’è l’assoluto e il particolare, c’è il sentimento e la riflessione, la leggerezza e la monumentalità, l’istinto e la solennità, e “Torneremo ancora” è una summa sublime di ciò. Nel suo sondare il terreno musicale con accortezza accorata, quasi con legittima e legittimata insicurezza, ravvisabile a tratti in una voce che ora viaggia con la fierezza di un lupo con in bocca la sua preda, ora con la tenerezza di un bambino appena sveglio, nel risultato di un lavoro comunque magistrale, in cui la reinterpretazione dei capolavori di Battiato, come sempre, del resto, non è sorretta da un rapporto di casualità con la crasi orchestrale. Tutt’altro, se ne nutre puntualmente, lasciando intendere che ogni singolo, enorme successo, è stato scelto e rimaneggiato con cura, lasciando che fosse l’ultimo brano arrivato a tessere le fila più ritte di questa texture che si conferma eccellente.
“Torneremo ancora” pertanto è un lavoro da ri-ascoltare alla luce di una nuova consapevolezza, una transumanza verso la libertà dalle sovrastrutture e dai giudizi, un inno alla cognizione.
VOTO: 9/10
AGGETTIVO: IMPONENTE
TRACKLIST
- Torneremo ancora (Franco Battiato, Juri Camisasca) (inedito)
- Come un cammello in una grondaia (F. Battiato, Fleur Jaeggy)
- Le sacre sinfonie del tempo (F. Battiato)
- Lode all’inviolato (F. Battiato)
- L’animale (F. Battiato, Giusto Pio)
- Tiepido aprile (F. Battiato, Manlio Sgalambro)
- Povera patria (F. Battiato)
- Te lo leggo negli occhi (Sergio Bardotti, Sergio Endrigo)
- Perduto amor (Salvatore Adamo, Angelo De Lorenzo)
- Prospettiva Nevsky (F. Battiato, G. Pio)
- La cura (F. Battiato, M. Sgalambro)
- I treni di Tozeur (F. Battiato, G. Pio, Saro Cosentino)
- E ti vengo a cercare (F. Battiato)
- Le nostre anime (F. Battiato)
- L’era del cinghiale bianco (F. Battiato, G. Pio)
ALBUM: TORNEREMO ANCORA
ARTISTA: FRANCO BATTIATO
ANNO: 2019
ETICHETTA: SONY MUSIC
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