Attualità
Michele Bravi, la canzone sull’amore gay e la lettera contro l’omofobia
È un film in bianco e nero che proietta “La vita breve dei coriandoli”, il singolo che segna il ritorno alla vita reale di Michele Bravi, dopo un incidente stradale involontario che è costato la vita ad una donna. Anche i protagonisti del brano sono reali: Michele racconta il proprio percorso nel buio e di come, grazie all’amore condiviso con un ragazzo, sia riuscito a trovare la via d’uscita, riscoprendo la bellezza delle piccole cose, le stesse in cui si specchiano le fragilità umane.
Con la voce rotta di chi per molto tempo ha vissuto nel silenzio, il talento di Città di Castello lanciato nel 2013 in quel di X Factor da Morgan, rinasce nei giorni della pandemia mondiale, illuminato dai riflettori di Maria De Filippi per “Amici Speciali”, lo spin-off del talent show di Canale 5. “La vita breve dei coriandoli” – disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 15 maggio – parla di un amore terminato, ma salvifico, che smuove gli animi degli ascoltatori. Scritto assieme a Giuseppe Anastasi, Francesco Catitti, Federica Abbate e Cheope, è stato prodotto da Francesco “Katoo” Catitti per Universal Music Italia. Il primo passo di un album di prossima uscita, “La Geografia del Buio”, in cui sarà contenuto anche “Mantieni il bacio”, brano che Amadeus ha escluso da Sanremo 2020 e che è rimasto inedito.
Il volo libero di due angeli innamorati, cantato con slancio emotivo, ci restituisce un Michele Bravi più forte e affascinante che mai. E oggi, 17 maggio, in cui si festeggia la giornata mondiale contro l’omotransfobia, ci ricorda il proprio coming out pubblico, risalente al 2017, poco prima della sua partecipazione al Festival di Sanremo con “Il diario degli errori”. E ci racconta, inoltre, la difficile accettazione vissuta sulla propria pelle, fino alla completa serenità raggiunta.
LETTERA APERTA
Di seguito la lettera aperta, in versione necessariamente integrale, scritta da Michele Bravi contro l’omofobia.
“Ho conosciuto l’amore nascondendo la testa tra le mani.
Il momento in cui ho realizzato chi ero è stato anche il momento in cui ho iniziato a nascondermi. Il primo bacio, la prima volta a letto nudi sotto le coperte. Tanti nascondigli diversi.
Mi ricordo di una voce.
Mi ricordo di quando per la prima volta, un attimo prima che la mia bocca incontrasse la bocca di un altro ragazzo, quella voce ha iniziato a bisbigliare nella mia testa ‘è una cosa sbagliata, è una cosa sbagliata’.
E c’era troppa paura in quel bacio per ricordarlo con dolcezza. Troppo rumore per sentire il suono delle labbra che si accarezzavano.
Quella voce è stata lì con me per tanto tempo.
Anche quando cantavo mi costringeva a cambiare la desinenza degli aggettivi (‘Bella’ invece di ‘bello’, ‘lontana’ invece di ‘lontano’, ‘vicina’ invece di vicino’).
Anche quando raccontavo di me, mi obbligava a riscrivere i ricordi modellandoli a seconda del contesto e della necessità.
Poi, ad un certo punto, quasi per ribellarmi a questo opprimente bisbiglio, ho iniziato a ritenere che la mia sessualità fosse un fatto del tutto irrilevante per il mondo.
All’inizio del mio percorso professionale ad esempio. Il motto di protesta contro quella voce interiore era ‘Non è necessario dire, ammettere, dichiarare pubblicamente le mie scelte. Per richiedere parità, bisogna comportarsi da pari. E nessuno sente il bisogno di fare un carnevale pubblico con protagonista le proprie tensioni sessuali’.
Ricordo di aver pensato ‘Non parlo delle mie scelte non perché ho paura o voglio nascondermi. Semplicemente non ne parlo perché non serve’.
Ho pensato che il silenzio fosse una dichiarazione di parità superiore a qualsiasi appariscente manifestazione. Mi sbagliavo.
Ho pensato che il mio percorso individuale fosse solo una questione personale. Mi sbagliavo.
L’amore non è mai questione personale.
Tutti gli anni di nascondigli sono stati anni che hanno contribuito inavvertitamente a costruire quella macchina di paura che nasconde il sapore del primo bacio.
Ho perso troppe occasioni per rompere quel meccanismo e iniziare a parlare la lingua della libertà e dell’espressione individuale.
Chi ama ha il dovere di raccontare al mondo la presenza dell’amore.
Chi conosce il sapore dei baci deve cantarlo, dipingerlo, metterlo in scena affinché tutti ne sentano la reale fragranza.
Quando ho smesso di sentirmi ‘individuo’ e ho iniziato a sentirmi ‘comunità’, ho capito che l’amore è un atto pubblico.
Che cambiare la desinenza degli aggettivi nelle canzoni o riscrivere i ricordi è un atto di paura.
E come quando dopo un temporale le finestre di un palazzo iniziano ad aprirsi piano piano per controllare le sfumature del cielo, nello stesso modo, quando ho iniziato a raccontare totalmente la mia personalità, tanti volti si sono affacciati sulla mia vita con gentilezza.
Una comunità di individui splendidi e unici che mi ha accolto e protetto.
E i baci hanno iniziato ad avere il sapore dei baci.
L’OMOFOBIA NON È UN INSULTO ALLA SESSUALITÀ MA È UNA BESTEMMIA CONTRO LA PAROLA AMARE.
Chi è pronto, racconti l’amore senza vergogna.
Chi ha bisogno di tempo, si senta protetto.
Il cambiamento del mondo avviene sempre attraverso gesti sottili.
Parlare d’amore è uno di questi gesti.
Perché l’amore non parla mai la lingua della paura”.
TESTO | LA VITA BREVE DEI CORIANDOLI
[Strofa 1]
Ciò che passa tornerà
È come un cerchio che la vita gira
Utile la fantasia
A respirare ogni cosa prima
Tu che ridi accanto a me
Poche altre cose hanno un senso
Al di là di quel che c’è
Per noi due che normalmente siamo qui
[Ritornello 1]
Affascinati dalla immagini
Dal bianco e nero di quei vecchi film
Dal primo volo delle rondini
Di cosa sono fatti gli angeli
La vita breve dei coriandoli
Ci fa sentire che noi siamo liberi
E tutto questo ancora mette i brividi
I brividi
[Strofa 2]
E dividere a metà
Questa notte fino alla mattina
Forse la felicità
Non è poi tanto diversa da così
[Ritornello 1]
Affascinati dalle immagini
Dal bianco e nero di quei vecchi film
Dal primo volo delle rondini
Di cosa sono fatti gli angeli
La vita breve dei coriandoli
Ci fa sentire che noi siamo liberi
E tutto questo ancora mette i brividi
I brividi
[Ritornello 2]
Affascinati dalle fragili evoluzioni degli acrobati
Dal movimento degli oceani
Dal vento che accarezza gli alberi
La vita breve dei coriandoli
Ci fa sentire che noi siamo liberi
E tutto questo ancora mette i brividi
I brividi
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