Attualità
Mahmood sotto attacco social per il sostegno al Moige
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Protagonista indiscusso della nuova scena pop italiana, grazie ad un talento vocale e compositivo affamato di contaminazione e internazionalità, ma nello stesso tempo lesivo nei confronti della comunità LGBT+, da cui cerca di prendere le distanze, pur appartenendone, con affermazioni e azioni pericolose che non possono che innescare polemiche.
Parliamo di Mahmood, tornato nell’occhio del ciclone per un’iniziativa apparentemente lodevole, quella di una capsule collection – in edizione limitata e pensata con Yoox – «per celebrare la bellezza della condivisione e dire stop al bullismo, di qualsiasi natura». Il colpo basso di quest’opera di beneficenza è che il ricavato verrà devoluto ad un’associazione notoriamente ostile alla questione gay, il Moige, Movimento Italiano Genitori onlus.
«Ho sempre raccontato di inclusione e inclusività perché credo fortemente in questo valore. Il bullismo è quanto di più lontano da me» afferma il cantante. E prosegue: «Tutto ciò che mi permette di raccontare qualcosa di me stesso oltre la musica diventa un altro modo di esprimermi, ancora di più se fatto per una charity».
A questo punto vien da chiedergli se viva in un mondo tutto suo, dorado per citare la sua ultima canzone, lontano dalla realtà e dall’attualità politico-sociale. Già in passato le sue dichiarazioni sul coming out, prima durante Sanremo e poi durante l’Eurovision, lo fecero pensare. Nella sua fiabesca visione è qualcosa di inutile, retrogado e dannoso perché portatore di etichette. A zittirlo intervenne anche il Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center. Perché nascondersi e privarsi dei propri diritti? Perché fregarsene dei dati allarmanti sull’omofobia, sui suicidi, sulle aggressioni fisiche e verbali?
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IL MOIGE
Il movimento cerca di disinnescare le polemiche, che lo hanno portato in trending topic su Twitter, affermando: “Desideriamo ribadire, come già chiaramente detto in un’intervista del presidente e fondatore Maria Rita Munizzi nel gennaio 2016, che nei toni a volte aspri del dibattito, rispettiamo ed amiamo ogni persona, indipendentemente dalla sua cultura, religione, sesso, etnia, e dai suoi comportamenti, preferenze, ed orientamento sessuale”.
La storia però ci dice tutt’altro.
Andiamo per ordine, soffermandoci su alcuni punti salienti.
- Nel 2005 il Moige accusò il programma tv i I fantastici 5, in cui cinque gay aiutavano un eterosessuale ad organizzare un appuntamento con una donna, di fare proselitismo omosessuale. «È chiaro che presentare gli omosessuali sotto questa aurea dorata è solo un modo per dire che “Gay è bello”, anzi, che “Gay è meglio”» dichiarò. Secondo quanto riportato dai quotidiani d’informazione, come Il fatto Quotidiano, il Moige ha censurato, con sforbiciate, anche tanti cartoni animati giapponesi e telefilm americani dove apparivano personaggi Lgbt+. Da Sailor Moon a Will & Grace.
- Nel 2008 il Moige si scagliò contro l’omogenitorialità. La sua presidente Maria Rita Munizzi così dichiarò: «I diritti dei bambini devono essere messi al primo posto anche per ciò che concerne le adozioni e i bambini hanno il diritto di avere una famiglia composta da una mamma di sesso femminile e un papà di sesso maschile, così come accade biologicamente».
- Nel 2013 il Moige si schierò dalla parte di Guido Barilla nella polemica sugli spot “gay free”: «Solidarietà a Guido Barilla per gli attacchi liberticidi in merito alle modalità di comunicare i propri prodotti. Apprezziamo la scelta di comunicare il prodotto con la famiglia naturale e, come Costituzione indica, valorizzando il ruolo della donnamadre in casa». E ancora: «Crediamo che la libertà sia un principio indiscutibile e centrale in ogni comunicazione e fa piacere che una grande realtà come Barilla confermi la scelta comunicativa di parlare alla famiglia naturale composta da mamma, papà e bambini».
- Sempre nel 2013 Antonio Affinita, direttore generale del Moige, attaccò la proposta di legge contro la violenza omofobica, dichiarando: “Il decreto proposto ha una forte carica censoria e repressiva che rischia di uccidere la libertà di opinione di chi non condivide l’ideologia gender”.
- Nel 2018 il Moige esulta per la misura del Ministero dell’Istruzione, con a capo Bussetti della Lega, che riconosceva «il diritto al consenso informato dei genitori su tutti quei progetti extracurricolari e quindi non obbligatori» e quindi il diritto di bloccare nelle scuole i percorsi di educazione alle differenze. Il Moige dichiarava: «Per troppi anni la partecipazione dei genitori alla vita scolastica è stata considerata marginale e superflua. Con questa Nota invertiamo la rotta e, finalmente, i genitori tornano ad essere responsabili e protagonisti dell’educazione e della crescita dei propri figli all’interno delle scuole».
Guarda io ho scelto di lavorare con il Moige perché *???* loro si occupano….
[completate voi] pic.twitter.com/B1FN0e8X5m— Thor (@Michewolf) December 4, 2020
L’ATACCO SOCIAL
Di seguito alcuni post critici dei fans sul profilo ufficiale instagram di Mahmood.
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In foto: Mahmood (sx) e Matteo Salvini (dx). Crediti Foto: Stefano Colarieti/LaPresse
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Crediti Foto: LaPresse