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Interviste

Indie-gesta intervista #UnMonologoAlGiorno: una Rivoluzione tra quattro mura

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Quattro brillanti e tenaci studentesse di Bologna, Ascoli e Torino, unite dalla passione del teatro, si incontrano tra i banchi di Università (Dams, of course) e poi, forzatamente divise dalla pandemia, sentono la nostalgia del palco, fortissima. Laura Astarita, Silvia Strambi, Noemi Mendolia e Alessandra Vita sono le fondatrici di @unmonologoalgiorno  che ha da poco festeggiato il primo compleanno. L’obiettivo principale della pagina social è proseguire, seppur virtualmente, un percorso di diffusione della cultura e pratica teatrale, e non solo,  ma anche di fare informazione sulla condizione dei lavoratori dello spettacolo, che da più di un anno (non) vivono una vita professionale dignitosa, e nella maggior parte dei casi sono lasciati soli a se stessi, pur producendo l’Arte che tanto ha alleviato le nostre giornate di lockdown. Lo Spettacolo sembra non essere considerato un bene primario ma quando si tratta di “distrarsi” attraverso streaming, musica fluida (spotify e tutte le piattaforme sorelle), serie tv e on demand, ecco che viene utilizzato, senza pensare a chi lavora davanti e dietro le quinte. Si sente spesso dire in modo spregiativo “ma cosa vuoi fare, la Rivoluzione da casa?” ma nel caso di Un Monologo al Giorno, è avvenuto proprio questo: perchè anche da casa, quando è impossibile trovarsi e condividere, si può sostenere una causa fondamentale per il bene comune e contribuire alla bellezza della cultura.

Il 27 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale del Teatro, istituita a Vienna nel 1961 durante il IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro su proposta dell’artista Arvi Kivimaa per il Centro Finlandese. Il Messaggio di quest’anno, scritto dall’attrice Premio Oscar Helen Mirren (oltre che vincitrice di svariati Golden Globe, Bafta, Emmy e altri), recita:

“Questo è un momento così difficile per lo spettacolo dal vivo e molti artisti, tecnici, artigiani e artigiane hanno lottato in una professione già piena di insicurezze. Forse li ha resi più capaci di sopravvivere, con intelligenza e coraggio, a questa pandemia. La loro immaginazione si è già tradotta in modi di comunicare creativi, divertenti e toccanti, naturalmente soprattutto grazie a internet. La bellissima cultura del teatro vivrà finché ci saremo. L’urgenza creativa di scrittori, designer, danzatori, cantanti, attori, musicisti, registi non sarà mai soffocata e nel prossimo futuro rifiorirà con una nuova energia e una nuova comprensione del mondo che noi tutti condividiamo. Non vedo l’ora! ” Helen Mirren

Pur con uno sguardo più entusiasta e ottimista di quanto non abbiano tutti gli artisti e professionisti dello spettacolo a casa senza lavoro da più di un anno, racconta genuinamente il momento che stiamo vivendo: in tanti si sono sentiti lasciati soli dalle Istituzioni politiche e culturali e non dovrebbe essere così: l’Arte e la cultura muovono il mondo, producendo anche reddito oltre che emozioni. Il 30 ottobre 2020Laura Astarita, una delle fondatrici di UnMonologoAlGiorno, è andata a documentare, telecamera in spalla, la manifestazione “Assenza Spettacolare” partita da Piazza Maggiore a Bologna. Qui sotto il video:

 

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I numeri di Unmonologoalgiorno: ad oggi 218 contributi video, di cui più di 152 monologhi, poesie, interviste e vignette di giovani e talentuosi artisti, professionisti e non. Il progetto ha anche ricevuto la “Menzione al merito per l’impegno civico” dell’Università di Bologna. E la pagina è in continua evoluzione.

“Sì, è vero, nessuna di noi si aspettava che il progetto avrebbe avuto poi una portata così ampia, con 100 aspiranti attori diversi, il coinvolgimento di attori professionisti tra cui Alessandro Ward, Alberto Pagnotta, Davide Marchese e il regista e attore inglese Jason Farries (che ha portato in tour in Italia Il ritratto di Dorian Gray). Pensa che quando abbiamo partecipato al bando per la Menzione abbiamo anche contattato il Professore del Dams Gerardo Guccini che si è fatto apposta il profilo Instagram per andare a vedere i nostri monologhi!”, mi racconta divertita Laura, che oggi ripercorre con Indie-gesta, l’avventura di “Un Monologo Al Giorno”, assieme all’amica e collega Silvia.

Com’è nata l’idea della pagina Un Monologo al Giorno?

Silvia Strambi: A marzo, poco prima che fosse ufficializzato con i dpcm il lockdown, i cinema e i teatri erano stati già chiusi. Io mi trovavo ad Ascoli Piceno, il mio paese d’origine, Laura invece era a Bologna. Cercavamo un modo per affrontare la disposizione che potesse coinvolgere entrambe, che ci permettesse di fare qualcosa insieme, anche se lontane. Inizialmente avevamo pensato ad una manifestazione vera e propria a Bologna, con attori sparsi per la città che recitassero dei brani teatrali. Ci siamo subito rese conto dell’impossibilità di metterlo in pratica vista la situazione. L’idea di fare una cosa simile ma attraverso il web è nata in quella circostanza, e così abbiamo creato @unmonologoalgiorno / #unmonologoalgiorno.

Silvia, so che sei la cinefila del gruppo: come hai scoperto la tua passione per il cinema e la sceneggiatura?

E’ vero, per quanto io ami quello che questo progetto mi permette di fare, portare un po’ di teatro nelle case degli altri, il mio primo amore è il Cinema, che è l’ambiente in cui spero un giorno di lavorare, in qualsiasi ruolo, perché ne amo e apprezzo ogni aspetto. Quello che mi interessa maggiormente però, è il processo creativo e specialmente la sceneggiatura. Circa un anno fa ho seguito per curiosità un corso di sceneggiatura e ho ripreso a scrivere dopo un lungo periodo, mi ha fatto capire che è il percorso che più mi rappresenta. Faccio fatica a non considerare i protagonisti delle mie storie come persone reali, sono un po’ i miei figli. E la cosa più interessante dello scrivere è il confronto con gli altri, vedere le loro reazioni, ognuno di noi vede nei personaggi qualcosa di personale.

Il libro, lo spettacolo o album musicale che vi hanno ispirato maggiormente ?

Silvia: Difficile a dirsi…leggo molto e potrei citarne tantissimi. Ultimamente però ho maturato il desiderio di fare un adattamento di “Ada o ardore” di Nabokov (1969), un libro che è molto meta letterario. Sarebbe interessante per me vedere come si potrebbe traslare il linguaggio del libro in linguaggio da film. Quanto ad album, sono una persona che ascolta più le singole canzoni che non il lavoro completo degli artisti. Probabilmente il gruppo di cui ho ascoltato più canzoni sono i Queen, non mi stanco mai, hanno avuto la fortuna di avere un frontman eccezionale. L‘anno scorso dovevo anche andare a vederli in concerto, ovviamente è saltato. (I Queen -con la strepitosa voce di Adam Lambert, classe 1982, divenuto famoso col talent American Idol,- dovevano esibirsi nell’unico concerto italiano il 24 maggio 2020, riprogrammato poi per l’11 luglio 2022, sempre all’Unipol Arena di Bologna, ndA).                                                                                  Laura: Per quanto riguarda lo spettacolo sicuramente Il Cyrano de Bergerac di Jurij Ferrini. Era al Teatro Comunale di Ferrara, il 18 dicembre 2015 (conservo ancora il biglietto d’ingresso). Mi ci portò una mia insegnante. Non avrei mai più voluto lasciare quella platea e in un certo senso, non l’ho più lasciata. Il disco: Una raccolta di repertorio di Monteverdi. Quando all’università ho “riscoperto” la musica classica, ho capito che c’era una melodia, dentro di me, un ritmo, che potevo esprimere tramite il teatro. Una volta che riesci a sentire questa musica, è inevitabile che tu voglia fare l’attore, o almeno tentare a farlo.  L’ Insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera è un libro che ti mette di fronte alla caducità dell’essere umano,  ed è importante seguire quello che il proprio cuore comanda. Tutto ciò che è leggero porta con sé una pesantezza insostenibile e a 18 anni rendersi conto che le cose non devono essere per forza o leggere o pesanti in base a dei preconcetti sociali mi ha aiutata a crescere. Ora studio al DAMS e programmo una vita in teatro, vivendola in ogni modo fuorché leggermente. Mi sono resa conto che la vita dell’Artista non è leggerezza, essere artisti richiede un impegno che va ben oltre l’essere “semplicemente” autentici, l’impegno è anche civile, la vocazione dev’essere sincera: tutti amano fare “Arte”  ma le persone che hanno la costanza di vivere d’arte hanno una “missione” nella vita.

IL DOCUMENTARIO DI LAURA ASTARITA PER “DANTE 2021”:

 

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Dopo quella lettura quindi è scattato qualcosa in te di diverso, anche nel tuo modo di vivere il percorso di attrice?

Sì, e poi devo dire che ho capito che la mia vocazione era proprio questa dopo aver fatto un’esperienza di teatro sociale. I miei colleghi di corso lo facevano soprattuto per hobby ma dentro di me cresceva la visione dell’attore come “bestia da soma”, che porta il carico di una società su di sè. Io sono irremovibile su questo: l’arte che non può dare spunti, utilità alla società, non è Arte. E il Teatro ha tutte le carte in regola per farsi arte sociale, è lo stare in società, il marketing non c’entra nulla con il teatro vero, per lo meno nella maggior parte dei casi. Il teatro deve uscire dalla mercificazione. Al tempo stesso molti amici non vanno a teatro perchè non sanno neanche quali sono gli spettacoli in rassegna a Bologna. C’è poca comunicazione e il proporsi come attività al servizio delle persone può essere una modalità di sopravvivenza del teatro.

Quali sono stati i  momenti memorabili di questo primo anno del Progetto?

Ci sono sono stati dei giorni davvero indimenticabili per noi, tante novità, collaborazioni, piccole soddisfazioni. Quello che ricordiamo con più entusiasmo è stato, però, il giorno in cui abbiamo scritto a Jason Farries, ricevendo risposta. Jason è un attore e regista britannico, che due di noi (Laura e Noemi Mendolia, la nostra grafica) avevano visto qualche anno prima a teatro durante la sua tournée con PalkettoStage, dove recitava nella produzione di The Picture of Dorian Gray. In quel periodo contattavamo nomi noti del teatro per chiedere se volessero diffondere la notizia del nostro Progetto. E Jason non soltanto ci ha fatto pubblicità sulle sue stories, ma ci ha anche mandato  (di sua spontanea volontà) un monologo tratto da “Il ritratto di Dorian Gray”!  Da allora abbiamo avuto altri “guest”: Davide Marchese, Alessandro Ward-Campaiola, Alberto Pagnotta, pochi giorni fa Viola Scaglione, Direttrice del Balletto Teatro di Torino. Però l’emozione con Jason, tra l’altro le primissime settimane che il progetto era online, è stata davvero forte, perché ci ha dato l’idea e la speranza che quella di Un Monologo Al Giorno potesse diventare una comunità internazionale.

 

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Secondo voi e la vostra esperienza di #UnMonologoAlGiorno, grazie al vostro progetto, è stato possibile  alleviare la tristezza dell’artista che non può performare dal vivo?

Devo dire che alcuni ragazzi ci hanno davvero ringraziato per il supporto emotivo e l’opportunità fornita di “recitare” nonostante la quarantena. Non so se abbiamo sconfitto la depressione ma di certo ha aiutato molte persone ad affrontare la situazione e a vedere questo tempo di stasi come  carico invece di potenziale performativo, anziché un tempo vuoto.

Immagine di copertina: da uno streaming della pagina #unmonologoalgiorno, Instagram

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