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Coronavirus, è attivo il numero 1500 per segnalare casi sospetti

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Il Ministero della Salute, al fine di agevolare gli operatori del Pronto Soccorso che rispondono al 112, permettendo loro di continuare ad affrontare tutte le altre emergenze di regolare servizio, ha istituito il nuovo numero di telefono gratuito 1500, che è solo e soltanto dedicato a segnalare i casi sospetti di Coronavirus. Intanto Hans Kluge direttore di OMS Europa, monitora la situazione nel Nord Italia minuto per minuto.

L’allarmismo per il Coronavirus sta paralizzando l’Italia. Il motivo è l’impossibilità di rintracciare il paziente zero. Nessuna delle tre persone colpite in Veneto, né l’uomo in Lombardia hanno avuto contatti con persone provenienti dall’area di Wuhan o hanno fatto viaggi nella zona infetta. Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza ha istituito il numero verde dedicato 1500, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è preoccupata per la situazione italiana, che è il primo Paese in Europa per casi di Coronavirus e il terzo nel mondo.

Il numero 1500 per parlare del Coronavirus

Il numero di pubblica utilità 1500 è stato attivato dal Ministro Roberto Speranza per rispondere in maniera più esaustiva possibile a tutti i cittadini che sospettano di essere contagiati o che hanno avuto contatti con possibili portatori.  Dall’altro ‘capo del filo’, risponderanno dirigenti sanitari e mediatori culturali, disponibili 24 ore su 24, dalla Sala operativa del Ministero della Salute. Il personale dedicato all’attività ha effettuato un corso formativo anche sulle tecniche di counselling per accogliere e dirimere quesiti, dubbi e incertezze delle persone che hanno viaggiato o dovranno andare in Paesi extra Ue, compresa la Cina. Il numero 1500 dà la possibilità di parlare anche in cinese per tutti coloro che non conoscono la lingua italiana, ai quali verranno fornite indicazioni di comportamento da adottare in caso di rientro da zone a rischio. In più, sono fornite indicazioni alle persone in Italia che nelle due settimane successive al rientro dalla Cina dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratoria).

Le dichiarazioni del direttore dell’Oms

“Quello che preoccupa della situazione italiana è che non tutti i casi registrati sembrano avere una chiara storia epidemiologica, cioè un legame con viaggi in Cina o contatti con altri casi già confermati”ha dichiarato Hans Kluge , direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità in Europa a La Repubblica che sta seguendo minuto per minuto i focolai del coronavirus in Lombardia e Veneto. Il 21 febbraio ha parlato con il ministro Roberto Speranza e con il direttore generale della Sanità del Veneto Domenico Mantoan. L’Oms ha poi organizzato una teleconferenza con gli esperti del ministero della Salute e della Regione Lombardia. “Gli sforzi delle autorità italiane sono ammirevoli”, ha detto il numero uno dell’Oms nel continente europeo. “Noi ci siamo offerti di lavorare insieme per dare il nostro supporto, per il bene dei cittadini italiani e della comunità internazionale”.

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