Attualità
Coronavirus. Con l’idrossiclorochina c’è il crollo dei ricoveri. Il trattamento contro il Covid-19 in sperimentazione è anche approvato dall’Aifa
L’idrossiclorochina è uno dei trattamenti in sperimentazione contro il Coronavirus, ed è approvata dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Luigi Cavanna, Direttore di Ematologia-Oncologia di Piacenza, lo stesso medico che, a Piacenza, ha deciso di far fare i tamponi a tappeto in tutta la città, è stato il primo in Italia ad utilizzarla, ed i dati stanno dimostrando che il Dottore ha avuto una grande intuizione.
Dal 25 febbraio, sono stati trattati 209 pazienti e nel 90% dei casi si è concluso con esito positivo. I ricoveri, dal 30% di ospedalizzati, sono passati a meno del 5%”. Il farmaco è stato somministrato sin dalle prime fasi della malattia, quando i pazienti erano ancora in casa. La conseguenza? Il ricovero di pochissimi casi in condizioni acute. Secondo i dati preliminari raccolti da 5 Asl diverse su 1.039 pazienti, la cura sta funzionando in tutta Italia.
A testimonianza dell’efficacia del trattamento c’è anche un dottoressa, Paola Varese, primario di Medicina oncologica dell’Ospedale di Ovada, in Piemonte. “Ho applicato su me stessa lo stesso protocollo che ho previsto per 276 pazienti a casa, ho immediatamente preso idrossiclorochina ed in 3-4 giorni è scomparsa la febbre e gli altri sintomi”.
La Dottoressa ci tiene a specificare, però, che “è fondamentale un intervento tempestivo dei medici di famiglia nelle case dei pazienti, con idrossiclorochina associata ad eparina e, se necessario, l’antibiotico.
Scettico, invece, Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive del “Sacco” di Milano: “Questo farmaco (idrossiclorochina) viene utilizzato come profilassi antimalarica, ma non è utile come profilassi contro questo virus, e può comportare danni gravi per chi soffre di cuore e chi è affetto da favismo. Non si tratta insomma di un farmaco “da banco”: solamente il medico può prescriverlo e bisogna tener conto del quadro clinico del paziente. Le controindicazioni sono note: l’idrossiclorochina non può essere assunta dai fabici (pazienti che soffrono di forme gravi di anemia ndr.) che sono dallo 0,3% al 3% in Italia, e dai pazienti con cardiopatie pregresse che possono registrare scompensi.
I fatti, però, portano ad una serie di guarigioni, e, alla fine, se i numeri, soprattutto in questi giorni, sono indicativi, non si può non tenere conto anche di quelli che riguardano il trattamento in questione.
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Crediti Foto: comitato_imi/instagram