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Sanremo

Un Sanremo 2022 di larghe intese

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Svelato il cast di Sanremo 2022: Amadeus lascia l’esperimento Baglioni e abbraccia la lezione di Pippo Baudo con un cast mai così tanto vario e potente.

In netto anticipo rispetto a quanto pianificato, durante l’edizione serale del TG1 di sabato 4 dicembre Amadeus, conduttore e direttore artistico del Settantaduesimo Festival della Canzone Italiana, ha svelato i nominativi dei 22 big (a cui si aggiungeranno due vincitori di Sanremo Giovani) che gareggeranno al Teatro Ariston di Sanremo dal 1 al 5 febbraio 2022. Una mossa per certi versi inaspettata, dettata (un leitmotive della gestione di Ama) da una preoccupante fuga di notizie riguardanti il cast emersa da innumerevoli liste più o meno veritiere. Malgrado qualche nome-bomba già abbondantemente svelato in precedenza, non sono però mancate le sorprese, in tutti i sensi.

Sì perché se l’annata passata è stata contrassegnata da un certo tipo di estremizzazione della lezione dEL Claudio BaglioNI datato 2019, per quella del 2022 si sono palesemente prese come ispirazione le grandi ammucchiate pensate da Pippo Baudo, declinate però con cura, gusto e intelligenza.

Cambia dunque l’architettura ma non la potenza, forse mai così grande come in questa occasione. La notizia principale riguarda il ritorno di quelli che la gente comune chiama “veri big”: in tal senso colpisce il clamoroso ritorno di Elisa dopo ventuno anni esatti dal trionfo con il capolavoro “Luce (tramonti a nord-est)“, quello di Emma a dieci da il tutt’altro che indimenticabile primo posto con “Non è l’inferno oltre che quello due pesi massimi della golden age, Massimo Ranieri e Gianni Morandi.

A questi si aggiungono le tre personalità che hanno dominato il mercato discografico nell’ultimo anno solare sia per vendita che per streaming: Rkomi, tre dischi di platino con l’ultimo album “Taxi driver“, Sangiovanni, vincitore dell’ultima edizione di Amici e autore del banger estivo “Malibù” e, soprattutto, Blanco, ovvero colui che ha letteralmente cambiato i connotati alla trap italiana per questo evento affiancato, vero colpo da biliardo del lotto, da colui che ha invece mutato completamente la percezione sanremese tra gli addetti ai lavori: Mahmood.

Qualità garantita con La Rappresentante Di Lista, esempio più calzante di pop identitario e originale, con Giovanni Truppi, cantautore intimo e meravigliosamente straniante, oltre che con Dargen D’Amico, la cui istrionica follia artistica è consolidata da ormai diverso tempo.

Ampio poi il parterre della fascia di mezzo, composta da quel tipo di artisti in grado di acchiappare consensi sia dalla fascia giovanissima che da quella più attempata, ovvero Fabrizio Moro, Giusy Ferreri, Noemi, Le Vibrazioni, Michele Bravi, quest’ultimo finalmente e meritatamente sul palco dopo la folle esclusione di “Mantieni il bacio“. Parte della fetta di pubblico più giovane rimarrà incollata allo schermo aspettando anche le performance di Aka7even (altro pupillo di Amici 20), Irama (in gara dopo la sfortunata esperienza dell’ultima edizione) e di Ana Mena, una delle regine incontrastate dell’estate, di Nazionalità spagnola e dunque controversa in caso di vittoria in ottica Eurovision.

L’elefante nella stanza, forse l’unico, è rappresentato da un peso per molti eccessivo della quota vintage: ai già citati Ranieri e Morandi si aggiungono infatti Donatella Rettore e Iva Zanicchi. Ma in realtà, paradossalmente, dopo quello che è successo con Orietta Berti si tratta di una scelta a passo con i tempi. L’eterno ragazzo infatti, seguendo l’andazzo de “L’allegria“, si presenterà con un pezzo firmato da Jovanotti. Rettore invece performerà insieme a un’artista molto nota nel circuito underground, Ditonellapiaga, creando probabilmente qualcosa di molto più fresca rispetto alle previsioni.

Se togliamo quindi Massimo Ranieri, uno che riempie ancora i teatri e confeziona solo trionfi nei suoi speciali televisivi, rimane solo la Zanicchi come unica rappresentante del divisimo che fu, forse una delle impercettibili note stonate insieme ad Achille Lauro, alla terza partecipazione in quattro anni (se escludiamo la sua presenza fissa come ospite nel 2021): a scanzo di capolavori, di questi non se ne sentiva l’immediato bisogno. Puzzetta sotto il naso preventiva infine per Highsnob e Hu, due personaggi che per motivi diversi dovranno dimostrare di poter stare su quel palco, sponda big, quando gente molto più in auge come Tananai è stata relegata al circuito dei giovani.

Dunque, più che una grande ammucchiata senza senso di baudiana memoria il cast di Sanremo 2022 appare una lineup di larghe intese, partorita con condizione di causa cercando di tirare fuori il meglio possibile non da tutti i generi (il rock, tanto sbandierato nell’ultimo anno grazie ai Måneskin non è pervenuto così come tutto il panorama soul r&B) ma da tutti gli ambiti (classifiche di vendita/streaming, pubblico giovanissimo, adulto, medio). Ma adesso spazio alle canzoni.

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Crediti Foto: UFFICIO STAMPA RAI