Musica
Sanremo History. Vorrei cantarti fra cent’anni: Bungaro travolge Zarrillo con “Guardastelle” e accede ai 16mi. Ecco le sfide di domani
Scopriamo chi vince la sedicesima sfida dei trentaduesimi di finale di “Vorrei cantarti fra cent’anni” tra Michele Zarrillo e Bungaro
SFIDANTE | MICHELE ZARRILLO
Sfidante di questa nuova sfida è Michele Zarrillo. Il cantautore romano quest’anno parteciperà al Festival della canzone italiana di Sanremo con un brano intitolato “Nell’estasi o nel fango”. Ma l’ex coach di Ora o Mai Più non è certo nuovo sul palco dell’Ariston, anzi può vantare numerose partecipazioni. Senza contare quella che lo vedrà protagonista a brevissimo, Michele Zarrillo ha preso parte alla gara sanremese ben undici volte.
Nel nostro contest lo troviamo in competizione con uno dei suoi brani più interessanti, ovvero L’alfabeto degli amanti che presentò nel 2006 alla cinquantaseiesima edizione. Dopo circa tre anni di silenzio, Zarrillo prende parte ad un Festival difficilissimo, dove divisin in diverse categorie (Donne, Uomini, Gruppi e Giovani), solo otto artisti arrivano alla finalissima per contendersi il primo posto assoluto.
Il brano, scritto in collaborazione con il famoso autore Vincenzo Incenzo, si classifica secondo nella categoria “Uomini” e piace molto al pubblico, tanto da divenire velocemente uno dei pezzi più celebri del cantautore, anche grazie al duetto con Tiziano Ferro proposto nella serata dedicata ai duetti. A vincere sarà alla fine Povia con Vorrei avere il becco; per molti semplicemente come premio, o risarcimento, per la celebre I bambini fanno oh, presentato all’Ariston l’anno precedente su invito di Paolo Bonolis.
SFIDATO | BUNGARO
Ad accettare idealmente il guanto di sfida di Zarrillo è Bungaro con quello che certamente rappresenta il suo brano più famoso e conosciuto dal grande pubblico, Guardastelle.
Il cantautore brindisino con questa canzone dalla melodia incredibile e dall’atmosfera poetica e suggestiva, gareggia al Festiva di Sanremo nel 2004. A vincere sarà Marco Masini con L’uomo volante, ma Bungaro con la sua Guardastelle, brano qualitativamente superiore a molti dei pezzi in gara, porta a casa un apprezzabilissimo quinto posto; attestandosi però come la vincitrice morale di quell’edizione “mainstream” e a tutto televoto, con il “popolo sovrano”, condotta da Simona Ventura.
Curiosità: Bungaro ha svelato che Guardastelle è stata scritta pensando a Lucio Dalla, e proprio Lucio avrebbe avuto il piacere di cantarla. “Guardastelle nasce per lui, l’ho pensata e scritta per lui! Mi chiamò dicendomi che era una canzone straordinaria” – ha raccontato il cantautore pugliese.
ESITO | SEDICESIMA SFIDA
Con una netta differenza di voti, a vincere il quattordicesimo duello tra le canzoni più belle del Festival di Sanremo, secondo Ugo Stomeo di OA Plus, è proprio Bungaro; considerato da molti il vincitore morale dell’edizione targata 20014. Guardastelle, così, continua la corsa verso la finale e accede ai sedicesimi. Zarrillo, invece, lo rivedremo con piacere in gara a Sanremo 2020 con il suo prossimo inedito.
COMMENTI | GIURIA
Roberta Faccani: E qui il gioco si fa duro ma più duro che non si può… Bungaro è un autore così bravo che meritava ancora di più anche come interprete… ma il brano di Michele (di cui adoro la voce) porta la firma di un mio mito e amico fraterno, Vincenzo Incenzo. Di lui amo tutto e dunque… non ho dubbi, non ho rimpianti… scelgo “L’alfabeto degli amanti” (con tanto di rima) ????????????
Mattia Ottavio Sammarco: Voto Guardastelle. Ma quanta fatica a decidere tra questi due brani!
Timothy Cavicchini: “L’alfabeto degli amanti”. Eccolo qui il potere della musica italiana: poesia, musica, voce; tutto incastrato perfettamente.
Juary Santini: “Guardastelle” è un brano incantevole come pochi e l’interpretazione del suo autore è commovente. Zarrillo è un grande, ma tra i suoi pezzi sanremesi il mio preferito, e il migliore per me, è “L’elefante e la farfalla”. Voto Bungaro!
VOTI | GIURIA
Guardastelle: 19 (Michele Monina, Roberta Giallo, Emily De Salve, Mattia Ottavio Sammarco, Patrizia Cirulli, Eleonora Magnifico, Enrico Spada, Giuseppe Salpietro, Antonio Toni, Elisabetta Guido, Juary Santini, Ugo Stomeo, Margherita Ventura, Riccardo De Stefano, Andrea Butera, Bruno Venturelli, Roberto Santangelo, Claudio Bolognesi, Simona Bastiani)
L’afabeto degli amanti: 10 (Roberta Faccani, Timothy Cavicchini, Claudia Casciaro, Maurizio Meli, Andrea Baldinazzo, Giacomo Fronzi, Giovanni Cirfiera, Gianpaolo Chiriacò, Francesca Amodio, Fabrizio Testa)
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THE WINNER IS…
LE SFIDE DI DOMANI
32MI DI FINALE: ANCORA di Eduardo De Crescenzo VS. PERDERE L’AMORE di Massimo Ranieri
ANCORA di Eduardo De Crescenzo – “Ancora” non è solo uno dei brani più famosi del Festival di Sanremo, ma anche dell’intero panorama musicale italiano. Con questa perla della produzione nazionale, Eduardo De Crescenzo partecipa alla trentunesima edizione nel 1981.
Alla manifestazione canora, il brano (scritto da Franco Migliacci e Claudio Mattone) giunse alla serata finale ma non si classificò in Top 10, fermandosi all’undicesimo posto. In compenso si aggiudicò il premio come “Migliore interpretazione” dalla “supergiuria” capitanata dal regista Sergio Leone.
A quel tempo De Crescenzo era un giovane semisconosciuto, che grazie a questo motivo portentoso si ritrovò improvvisamente in prima pagina e la cosa non fu facilissima per l’artista: “Ancora rappresentava il mio debutto come cantante – raccontò – e non ero preparato. Ritrovarsi famosi da un giorno all’altro cambia l’approccio con la vita”. In effetti il brano è uno di quelli che capitano una sola volta nella vita, che gli italiani di ogni età conoscono, e che il cantante napoletano ha avuto il piacere, l’onore e la fortuna di interpretare sul palco più importante dello Stivale.
PERDERE L’AMORE di Massimo Ranieri – C’è un classico più classico di “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri? Difficile dare una una risposta definitiva, ma sicuramente Perdere l’amore è un grande classico della canzone sanremese e italiano. E se lo sfidante ha un pezzo famosissimo, quello di sfidato lo potremmo definire senza esitazioni “celeberrimo”.
Perdere l’amore viene presentata a Sanremo da Ranieri nel 1988 (trentottesima edizione) e rappresenta la sua perla. Dopo circa dieci anni dedicati al teatro, Massimo Ranieri calca il palco del Teatro Ariston da cantante e in prima persona con un brano scritto da Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani; il successo è a dir poco clamoroso. Infatti Perdere L’amore vince quell’edizione con un plebiscito dalle votazioni allora legate al concorso Totip e rimase in vetta alle classifiche italiane per ben cinque settimane.
Curiosità: il brano fu presentato alla commissione del Festival precedentemente da Gianni Nazzaro, ma non venne accettato. Dopo il successo di Ranieri, Nazzaro scatenò non poche polemiche e lamentele, definendo imparziale e contraddittoria la scelta della giuria di Sanremo. La differenza l’avrà fatta la voce e la caratura interpretativa del cantante-attore partenopeo? Diremmo proprio di si.
32MI DI FINALE: CI VEDIAMO A CASA di Dolcenera VS. LA COMETA DI HALLEY di Irene Grandi
CI VEDIAMO A CASA di Dolcenera – Dopo aver vinto nella categoria “Nuove Proposte” con “Siamo tutti là fuori” e aver partecipato in anni diversi con la bellissima Com’è straordinaria la vita e in seguito con Il mio amore unico, Dolcenera torna dove tutto per lei è cominciato, al Festival di Sanremo, per la quarta volta.
Nell’edizione 2012 presenta un brano che tratta una tematica sociale, ma molto particolare, con un sound moderno, dal grande ritmo e che strizza l’occhio alle sonorità elettroniche; un po’ come successe con la precedente partecipazione. Il brano di intitola Ci vediamo a casa e parla di una condizione che riguarda tutte le giovani coppie, senza distinzioni di sesso o appartenenza sociale, che nasce anche da un’esperienza vissuta in prima persona dalla poliedrica cantautrice salentina.
Infatti racconta delle difficoltà che le coppie italiane incontrano quando decidono di acquistare una casa per vivere insieme sotto lo stesso tetto, scontrandosi con una marea di problematicità. A questi aspetti viene intrecciata nelle liriche del brano la narrazione di una storia d’amore e dei momenti quotidiani di due compagni. Emanuela Trane, in arte Dolcenera, ha raccontato di aver vissuto in prima persona l’esperienza di chiedere un mutuo e di descrivere ad una banca le dinamiche del suo mestiere di artista che prevede alcuni periodi dedicati alle tournèe e altri di pausa, in cui si concentra sulla scrittura dei nuovi brani.
Ci vediamo a casa era tra i pezzi papabili alla vittoria finale, ma si classifica al sesto posto. Alla partecipazione al Festival di Sanremo segue però un grandissimo successo radiofonico, che fa balzare la canzone alla posizione numero 1 dei singoli più ascoltati in Italia e alla 6 di quelli più venduti; oltre che alla 51 nella classifica europea. Il brano, inoltre, ha fatto da colonna sonora all’omonimo film di Maurizio Ponzi.
LA COMETA DI HALLEY di Irene Grandi – Scritto da Francesco Bianconi, leader dei Bustelle, insieme all’interprete, La Cometa di Halley di Irene Grandi viene presentata alla sessantaseiesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo nel 2011, che vede alla conduzione una straordinaria Antonella Clerici.
In un’annata piena di brani molto belli e interessanti, tra cui proprio quello della Grandi, a vincere grazie al traino del televoto è, per la seconda volta, un concorrente di Amici di Maria De Filippi, Valerio Scanu. Il giovane cantante sardo, con una voce indiscutibile, si aggiudica il primo posto con un’insipida Per tutte le volte che.
La cometa di Halley, melodica e incalzante al contempo, si piazza solo ottava, ma si riscatta in radio. Infatti il brano è il secondo più passato di quelli sanremesi nella settimana successiva al Festival (superato solo da Ricomincio da qui di Malika Ayane) e, in generale, riesce a raggiungere anche la numero uno.
Chi vincerà le prossime sfide di “Vorrei cantarti tra cent’anni”? Continuate a seguire QUI su OA Plus per scoprirlo!!
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