Musica
Sanremo History. Vorrei cantarti fra cent’anni: Amedeo Minghi batte Sergio Cammariere e con 1950 guadagna i quarti di finale
Scopriamo chi vince la terza sfida degli ottavi di finale di “Vorrei cantarti fra cent’anni” tra Sergio Cammariere e Amedeo Minghi
Continua il contest Vorrei cantarti fra cent’anni di OA Plus che ripercorre la lunga e luminosa storia del Festival di Sanremo in occasione della sua settantesima edizione. Siamo partiti da sessantaquattro canzoni sanremesi e ora, dopo innumerevoli “scontri diretti”, sono in sedici i brani che dagli ottavi cercheranno di guadagnare i quarti di finale. Quale sarà il brano vincitore?
Dopo l’incontro- scontro tra De Crescenzo e Matia Bazar, nella seconda sfida, passiamo alla terza battle tra Sergio Cammariere e Amedeo Minghi, rispettivamente in gara con Tutto quello che un uomo e 1950.
SFIDANTE | SERGIO CAMMARIERE
Sergio Cammariere prende parte per la prima volta al Festival di Sanremo nel 2003. Ancora non conosciuto dal pubblico “mainstream”, l’elegante cantautore e pianista calabrese debutta direttamente tra i “Big” con Tutto quello che un uomo. Il brano si presenta come una ballad d’amore, caratterizzata da una melodia ampia e un ritornello orecchiabile; alla sanremese maniera. Nella parte musicale però, rivela la sua provenienza e le radici ancorate al jazz con guizzi di originalità interpretativa personalissima.
Per Sergio Cammariere è un vero successo e alla sua primissima partecipazione fa il pienone di riconoscimenti. Scritta da Roberto Kunstler per quanto riguarda il testo, la canzone Tutto quello che un uomo a Sanremo 2003 guadagna la medaglia d’argento per il testo posto, ma anche Il Premio della Critica e il Premio per la “Miglior composizione musicale”; oltre che due dischi di platino per le copie vendute.
Nelle fasi precedenti ha battuto prima Marco Mengoni con L’essenziale e poi Anna Oxa con Processo a me stessa: Cammariere avrà la meglio anche su Minghi?
SFIDATI | AMEDEO MINGHI
Dopo aver battuto Bungaro e Roberto Vecchioni, Amedeo Minghi raccoglie il guanto di sfida del collega crotonese e torna sul nostro palco virtuale di Sanremo History con la sua 1950.
Siamo nel 1983 quando Amedeo Minghi, archiviata l’esperienza precedente nel gruppo dei Pandemonium, debutta al Festival della Canzone di Sanremo. Ha trentacinque anni e si presenta in gara con una canzone scritta per il testo insieme a Dario Chiocchio. Si intitola 1950 e nella competizione canora di quella trentatreesima edizione della kermesse musicale sarà un vero disastro.
La canzone, che coniuga l’amore, la pace e la guerra in un crescendo melodico e poetico che ben rappresenta il caratteristico “anno fra la guerra e il 2000, anno tondo come il pallone che tiro diretto e che bell’effetto al mio cuore”, non si classifica per la finale ed è all’ultima posizione della classifica non competitiva della votazione popolare Totip (con 17017 voti). A vincere sarà la rivelazione Tiziana Rivale con Sarà quel che sarà.
1950, che il “maestro” ha definito come la canzone che più lo rappresenta, recupererà a Festival concluso quando sarà molto trasmesso dalla radio.
Curiosità: la RCA aveva pensato di assegnare la canzone di Serenella al più pop Gianni Morandi.
ESITO | SFIDA 3
A superare per la terza volta il turno è 1950. Amedeo Minghi, dunque, conquista i quarti di finali mentre la canzone di Cammariere, Tutto quello che un uomo, stoppa qui la sua corsa per guadagnare la vittoria finale.
COMMENTI | GIURIA
Roberta Faccani: Il tanto bistrattato Minghi qui mette tutti d’accordo perché 1950 resta un suo momento musicale felice e azzeccato.
Timothy Cavicchini: “Tutto quello che un uomo”. Il vero cantautorato di Sanremo.
Alberto Barina: “1950”.. un classico, orecchiabile anche. L’altro brano forse un po’ troppo intellettuale.
Ugo Stomeo: Un bel brano contro un capolavoro. Voto il capolavoro: 1950. La musica di Minghi e il testo di Chiocchio in una congiunzione storica. Bellissima la versione live di Mietta che si può ascoltare su YouTube. Farebbe bene a inciderla… magari un un album tributo “Mietta canta Minghi”!
Andrea Direnzo: Ognuno reputa “capolavoro” ciò che secondo il proprio punto di vista corrisponde – appunto – a “capolavoro”. Dunque ci sarebbero miliardi di “capolavori”. Sono sicuramente due belle canzoni, di quelle che riascolti con piacere e ogni volta ti lasciano un segno, un’emozione, un sapore, un colore… Voto Sergio Cammariere e la sua “Tutto quello che un uomo” perché fa parte della mia storia di vita. Quando l’ha presentata a Sanremo, io c’ero con consapevolezza.
Juary Santini: Da quando ho riascoltato e riscoperto questo brano, me ne sto innamorando. “1950” di Minghi ha una melodia irresistibile e un ritornello orecchiabile che vola leggero; senza rinunciare però al contenuto. Amo le canzoni che riescono a raccontare una storia.
VOTI | GIURIA
1950: 18 (Michele Monina, Roberto Costa, Cecilia Leo, Eleonora Magnifico, Giovanni Cirfiera, Patrizia Cirulli, Roberta Faccani, Alberto Barina, Antonio Toni, Dario Gay, Emily De Salve, Veronica Ventavoli, Daniela Pedali, Ugo Stomeo, Juary Santini, Claudio Bolognesi, Margherita Ventura, Roberto Santangelo).
Tutto quello che un uomo: 13 (Eddy Anselmi, Andrea Direnzo, Maurizio Meli, Antonella Arancio, Timothy Cavicchini, Tekemaya, Silvia Anglani, Frank Nemola, Federico Stefani, Claudia Casciaro, Enrico Spada, Andrea Butera, Simona Bastiani).
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THE WINNER IS…
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