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Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. Tra “trottolini amorosi” e clarinetti che fanno “filùfilà”, quando Sanremo vuol dire tormentone

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Minghi Mietta Vattene Amore Sanremo

Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo

Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino alle ‘penne’ migliori del Festival, ai cantanti plurititolati e a quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. Quest’oggi il ‘classificone’ si occupa dei tormentoni, quei brani entrati, e rimasti, nella memoria di tutti. Anche, c’è da giurarlo, anche di quei in quegli anni neppure era nato.  

I TORMENTONI

1) 1990 – “Vattene amore” – Minghi Mietta

Il tormentone dei tormentoni, perché diversi sono i brani rimasti indelebili nella memoria degli italiana, ma il “trottolino amoroso dudu dadada” beh, vince su tutti e con ampio distacco. E rimarrà non solo in termine di memoria, ma anche nelle vendite di quel dopo-Sanremo. Oltre a conquistare il terzo posto di un podio niente male, in compagnia dei Pooh e di Cutugno.

2) 1986 – “Il clarinetto” – Renzo Arbore

Il Renzo nazionalpopolare di quegli anni ne tira fuori un’altra delle sue dal cilindro. Col suo occhio vispo e furbetto si presenta per la prima, unica e ultima volta a Sanremo e fa arrossire tutti con il clarinetto che cerca “la sua chitarrina” per fare un po’ “filùfilùfilùfilà”.

3) 1983 – “L’Italiano” – Toto Cotugno

Del fatto che in quel 1983 arriverà soltanto quinto ne abbiamo parlato in un’altra classifica, sentenziando che nella memoria di tutti “L’italiano” quel Festival lo vinse anche non vincendolo. Ed infatti, ancora oggi, “lasciatemi cantare, con la chitarra in mano/io sono un italiano, un italiano vero” resta un inno che conoscono i grandi ma anche i più giovani, che si è tramandato di generazione in generazione.

4) 1982 – “Felicità” – Al Bano e Romina

E chi se li dimentica, Al Bano e Romina nella loro (lunga) versione in love? Ma soprattutto, chi si dimentica della “Felicità”, naturalmente e immancabilmente molto più dolce se assaporata in compagnia di “un bicchiere di vino con un panino”.

5) 1981 – “Sarà perché ti amo” – Ricchi e Poveri

A proposito di canzoni che si tramandano di generazione in generazione. Che nelle serate di revival per over 40-50 si ascolti anche “Sarà perché ti amo”, è oblige, ma che un giorno lo stesso brano, magari quasi mezzo secolo dopo, lo avrebbero ascoltato nelle serate di ‘baracca’ anche i figli dei figli beh, questo era davvero difficile da immaginare. E invece…

https://www.youtube.com/watch?v=tETtqRM51oI

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