Sanremo
Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. Gli ultimi saranno i primi, ecco chi ha fatto flop a Sanremo e poi è diventato un big
Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo
Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino alle ‘penne’ migliori del Festival, ai cantanti plurititolati e a quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. Quest’oggi il ‘classificone’ si occupa degli ultimi che, come proverbio vuole, saranno i primi. Di quelli che a Sanremo hanno seminato senza raccogliere, ma poi fuori dall’Ariston si sono guadagnati una sfavillante carriera colma di successo e successi.
GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI
- Vasco Rossi – “Vita spericolata”, 1983
In due anni di Festival di Sanremo fa un ultimo e un penultimo posto. Ma non fa il broncio. Non si scompone. Forse sa già quello che l’attende. Forse sa anche che un giorno, e quel giorno arriverà nel 2005, al Festival tornerà, e da campione assoluto di vendite, come super e corteggiatissimo ospite, e allora sì che canterà quello che gli andrà di cantare. E infatti così fa. Canta “Vita spericolata” (un pezzetto) e “Un senso”, poi saluta la compagnia e buonanotte ai suonatori. E a chi agli inizi degli anni ’80 lo sbeffeggiava.
- Zucchero – “Donne”, 1985
Chi la dura, la vince. E lui la stravince. Va quattro volte al Festival, e quando va grassa, colleziona penultimi posti. La prima volta, nel 1982, avrà l’onore (postumo) di arrivare sì penultimo, ma tenendosi alle spalle Vasco Rossi che diventerà anche ottimo amico nei lustri. Anche la splendida “Donne” non viene premiata, tra le sue quattro sortite festivaliere. Come dire, proprio non c’è pezza. Si arrende nel 1986 dopo “Canzone triste”. Mai più al Festival. Anche perché lo aspettano palcoscenici mondiali.
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- Enrico Ruggeri – “Nuovo Swing”, 1984
Almeno lui un riconoscimento, o se preferite un risarcimento, lo avrà, e lo avrà proprio al Festival. Bistrattato all’inizio della carriera quando al festival dei fiori presenta l’illuminata “Nuovo swing” e concede il bis con la raffinatissima “Rien ne va plus”, tanti tanti anni dopo si andrà a riprendere il maltolto con un pezzo di ‘un altro Ruggeri’, “Mistero”, che guadagnerà l’ambito primo posto.
- Biagio Antonacci – “Voglio Vivere in un attimo”, 1988
Anche lui è tra quelli che a Sanremo è passato pressoché inosservato. Nel 1988 con “Voglio vivere in un attimo” non entra manco in finale, ma quel che più conta è che c’è chi di lui si accorge fuori dall’Ariston, e gli sottopone il primo contratto discografico. La sua carriera partirà proprio da qui. A Sanremo poi torna nel ’93, e sarà ottavo con “Non so più a chi credere”.
- Negramaro – “Mentre tutto scorre”, 2005
Sanremo dà, Sanremo toglie. Ai Negramaro la loro “Mentre tutto scorre” neppure si qualifica per la finale della categoria dei Giovani. Un insuccesso clamoroso, ma sono i giornalisti che si accorgono che in quel gruppo salentino qualcosa di molto buono sotto c’è, e gli assegnano il premio “Sala Stampa, Radio e Tv”. Da quell’insuccesso a metà parte la loro storia, la loro carriera.
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