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Sanremo 2024

Sanremo 2024, Stefano Vicario: “Mi sento come un orchestrale aggiunto”

Il regista del Festival racconta in che modo riesce a creare legami con gli artisti che esibiscono sul palco dell’Ariston

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Sanremo 2024, Stefano Vicario: "Mi sento come un orchestrale aggiunto"
Crediti Foto Ufficio Stampa Rai

Stefano Vicario, regista del Festival di Sanremo per la nona volta, condivide il suo entusiasmo per l’approccio innovativo che ha adottato per la regia dell’evento. Dodici telecamere, equiparate a tasti di uno strumento, sono utilizzate per catturare la musica nelle immagini, cercando di cogliere la temperatura emotiva delle interpretazioni dei cantanti. Vicario sottolinea l’importanza della tecnologia fornita dalla Rai, che include due telecamere stabilizzate con tecnologia 4K, di solito utilizzate per le clip musicali, ma che in questo caso saranno impiegate in diretta per offrire una prospettiva unica e una vicinanza mai così intensa agli artisti.

Le novità

Una delle novità interessanti è l’uso di una telecamera montata su un palo telescopico che interagirà con gli elementi scenografici posteriori, offrendo una visione inedita dello spettacolo. Vicario sottolinea l’importanza della collaborazione con gli scenografi Gaetano e Maria Chiara Castelli per progettare i punti di vista in modo dinamico, in grado di cambiare ogni sera senza ripetersi, adattandosi come un abito su misura per chi si esibisce sul palco.

La sfida è portare lo spettatore dentro l’Ariston

L’approccio di Vicario riflette una sfida appassionante per lui e per la sua squadra, cercando di portare gli spettatori dentro il Teatro Ariston e di far vivere loro un’esperienza più immersiva durante le esibizioni musicali. Inoltre, il regista sottolinea la sua doppia passione per la regia e la scrittura, evidenziando la prossima uscita del suo secondo libro, incentrato sulla storia di un “barbone” investigatore, proprio durante il Festival di Sanremo. Le parole di Stefano Vicario:

Dodici telecamere come altrettanti tasti di uno strumento, per far risuonare la musica nelle immagini, cogliendo la temperatura emotiva delle interpretazioni. Anche con un formidabile aiuto che arriva dalla tecnologia, messa a punto dalla Rai. Per questo, dico che mi sento un po’ come un orchestrale aggiunto”.

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