Musica
Sanremo 2021: le pagelle della seconda serata. Scossa Willie Peyote, Ermal Meta in Comfort Zone
Abbiamo ascoltato le restanti tredici canzoni in gara a Sanremo2021. Adesso lo possiamo dire: non aver scelto “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stato scandaloso. Ecco i nostri voti.
Le 26 canzoni della categoria Big sono finalmente libere di fluttuare tra radio, YouTube e piattaforme streaming. In occasione della seconda serata del Festival di Sanremo 2021 infatti abbiamo finalmente ascoltato i restanti tredici tasselli del mosaico, di qualità – è doveroso dirlo – inferiore rispetto a quelli della prima puntata.
Malgrado non sia mancata qualche sparuta sorpresa, adesso che il dado è tratto possiamo dire senza particolari patemi quello che in realtà già pensavamo a scatola chiusa: non aver selezionato in questo ricco carnet “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stato scandaloso. Ma passiamo ai voti.
Orietta Berti, Quando ti sei innamorato 6+
Nostra Signora dei Meme e dei conchiglioni ci spedisce dritti negli anni cinquanta con una dedica d’amore in forma Romanza al mitico Osvaldo, straordinariamente sincera nonostante i riferimenti musicali stantii. Potrebbe impartire lezioni di intonazione a buona parte dei cantanti in gara. Nessuno tocchi Orietta.
Bugo, E invece sì 7½
L’assassino torna sempre sul luogo del delitto, e anche la vittima. Bugo realizza, finalmente, il suo sogno di rivalsa con una canzone che sembra quasi uno scrigno psicoanalitico: al suo interno pensieri, ambizioni e tanti, tantissimi errori. L’interpretazione è incespicante e sporchissima, ma paradossalmente impreziosisce il senso. Squisita, sghemba e malinconica.
Gaia, Cuore amaro 6½
Qualcosa non va nell’interpretazione con l’orchestra che, incredibilmente, azzoppa in modo clamoroso il groove di una canzone che funziona e che colloca Gaia nella sfera di quegli “Amici” di Maria che non hanno più bisogno di Maria (citofonare Elodie). Il palco è la sua casa. il brano, di vocazione latineggiante, durerà a lungo malgrado un testo non proprio da palati fini.
Lo Stato Sociale, Combat Pop 5+
Non è una performance, è un vero e proprio mini happening elaboratissimo tra citazioni colte (gli Skiantos), trasformismo e sorpresa finale con Lodo, fuori scena per quasi tutto il pezzo, che sbuca magicamente da una scatola di cartone. Musicalmente incasinati, come sempre ma più del solito, molto meno immediati de “La vita in vacanza“. Reggeranno anche senza l’impalcatura?
La rappresentante di lista, Amare 8
Non è una sorpresa per chi già conosceva questo collettivo siculo-toscano in grado di sfornare gioiellini pop sofisticati e ben confezionati. Con “Amare” LRD riesce in un mezzo miracolo: parlare del concetto più banale del mondo in modo fresco e audace: le strofe, in prima battuta nella performance dal vivo, funzionano più del ritornello (la seconda è di una bellezza struggente); ma la qualità è più che elevata, anche nella produzione. Top five assicurata.
Malika Ayane, Ti piaci così 6-
Le va dato atto di aver proposto un episodio sanremese diverso da quelli precedenti, più incentrato sul ritmo che sulla melodia, aspetto interessante. Si lascia ascoltare, ma sembra l’estensione di “Domino“, l’ultimo album pubblicato ormai nel 2018. Un pezzo nuovo non nuovo insomma.
Ermal Meta, Un milione di cose da dirti 7-
Comfort zona assoluta per un Ermal Meta di trincea, abilissimo nel costruire una bella ballata con l’intensità che tutti conosciamo. Un difetto? Ricorda in alcuni passaggi “Era una vita che ti stavo aspettando“, scritta sempre da lui. Nulla di nuovo sotto il sole, ma meglio delle lacrime per salare la pasta di ieri (ci siamo capiti).
Extraliscio feat Davide Toffolo, Bianca luce nera 8
Eccola la vera figata di questo edizione. Perché la meraviglia del Festival è quella di essere stupiti dagli artisti che non ti aspetti. Fiati da capogiro su un ritmo ipnotico per una chanson gitana notturna ubriacante e avvolgente che racconta il desiderio, così abbagliante, così tenebroso. “E seguo la tua luce bianca, e seguo la tua luce nera”. Wow.
Random, Torno a te 2
“Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stata scartata. “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stata scartata. “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stata scartata. “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stata scartata. “Mantieni il bacio” di Michele Bravi è stata scartata e questa canzone qua no. Wrongonyou è tra i giovani, Random è tra i big. Sarà anche il Festival della rivoluzione. Ma il bug, in senso di problema e non di disturbo, è evidente.
Fulminacci, Santa Marinella 7
Il cantautore romano si conferma una delle penne più importanti della nuova generazione. Non si inventa nulla, pesca a piene mani dai colleghi illustrissimi del passato raccontando una storia quasi cinematografica ed evocativa. Di classe.
Willie Peyote, Mai dire mai (la locura) 8½
Willie Peyote ci ricorda che siamo nel 2021, che c’è la pandemia e che viviamo in un Paese di merda. E lo fa non risparmiando nessuno (neanche se stesso): dalla classe politica (“Non servono i programmi se il consenso ce l’hai“) alla potenza di alcune pagine social (“Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli Exit poll?“) fino alla controversa situazione dell’industria musicale (“Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok“). Rispetto agli altri giganteggia. E il ritornello acchiappa.
Gio Evan, Arnica 6–
Il poeta preferito di Elisa Isoardi fa il suo, anzi supera in un certo senso le aspettative con un fiume di parole, adagiate su un tappeto musicale iper classico. Non è del tutto da buttare, potrebbe essere la quota guilty pleasure ed entrare nelle playlist di quelli che conoscono i libri di Marcuse a memoria, al contrario, ma celano i loro veri gusti musicali per far bella figura in società. Vi sentiamo e vi scoviamo lo stesso, cari.
Irama, La genesi del tuo colore 6+
Povero Irama. L’artista che passerà alla storia del Festival per essere stato il primo (e speriamo ultimo) concorrente in smart working. Il video con cui concorrerà, quello delle prove generali, certamente non aiuta la promozione di un pezzo molto radiofonico che ricorda in un certo senso i passaggi più riusciti in riviera di Nek, utilizzando il vocoder come Riki. Ma lui ultimo, certamente, non arriverà.
Foto: LaPresse
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