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Il Comune di Sanremo lancia a sorpresa un bando per l’organizzazione del Festival. Shock in Rai

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Rai non sarebbe stata nemmeno informata. Il Festival, se la situazione con Sanremo dovesse deteriorarsi, potrebbe spostarsi in un’altra città, come Torino o Napoli. Il bando andrà a coprire le edizioni 2026, 2027 e 2028, con possibilità di proroga biennale.

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Il Comune di Sanremo lancia a sorpresa un bando per l’organizzazione delle prossime edizioni del Festival
Crediti Foto: Shutterstock
Il Comune di Sanremo ha deciso di lanciare un bando pubblico per l’organizzazione delle prossime edizioni del Festival della Canzone Italiana, rompendo con la tradizione che vedeva la Rai come partner storico e praticamente esclusivo dell’evento. La sorpresa più grande? L‘azienda di Viale Mazzini, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, non sarebbe stata nemmeno informata di questa mossa, scatenando reazioni di stupore e irritazione nei corridoi della tv di Stato.

Le radici di questa decisione

Il tutto nasce da una vicenda che affonda le sue radici in una sentenza del Tar della Liguria del dicembre 2024, che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, imponendo al Comune di procedere con una gara pubblica a partire dall’edizione 2026. La decisione era arrivata dopo il ricorso della società Just Entertainment (JE), che aveva contestato la convenzione diretta tra il Comune e la Rai, chiedendo maggiore trasparenza e concorrenza nell’assegnazione della kermesse. Sebbene l’edizione 2025, affidata a Carlo Conti, fosse stata “salvata” per ragioni di tempistiche organizzative, il Comune sembra aver preso sul serio l’indicazione del tribunale, accelerando i tempi per il bando che coprirà le edizioni 2026, 2027 e 2028, con possibilità di proroga biennale.

La reazione irritata della Rai

La Rai, colta alla sprovvista, non ha nascosto il suo malcontento. Fonti interne parlano di “sorpresa e irritazione” per la mancata comunicazione e per le condizioni del bando, considerate poco favorevoli alla televisione pubblica. Viale Mazzini, che da decenni organizza e trasmette il Festival, rivendica la titolarità del format televisivo e sta valutando le sue mosse: da un lato, c’è la possibilità di partecipare alla gara; dall’altro, si fa strada l’ipotesi di un ricorso al Consiglio di Stato – già annunciato contro la sentenza del Tar – o addirittura di un “piano B” che potrebbe vedere il Festival spostarsi in un’altra città, come Torino o Napoli, se la situazione con Sanremo dovesse deteriorarsi ulteriormente.
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