Musica
Sanremo 2020, seconda serata 5 febbraio: la nostalgia canaglia invade l’Ariston, Francesco Gabbani in testa nella classifica provvisoria
Spazio ai sentimenti e alla nostalgia nella seconda serata del Festival di Sanremo 2020, in scena al Teatro Ariston della città dei fiori fino a sabato 8 febbraio. La gara? In secondo piano. Ma nell’edizione imprevedibile guidata da Amadeus tutto può succedere e, purtroppo, la celebrazione e il varietà hanno preso il sopravvento sulla competizione, facendo indispettire, a buon ragione, pubblico e addetti ai lavori.
Si riparte nuovamente dalla platea, esattamente come nella prima puntata. Ma stavolta è il conduttore e direttore artistico a dare il benvenuto ai telespettatori. Bastano tuttavia solo due due minuti per veder comparire il vero mattatore della kermesse Fiorello, travestito da Maria De Filippi. Il motivo? Aver promesso la sera prima di camuffarsi dalla celebre conduttrice di Mediaset nel caso il Festival avesse registrato il pieno d’ascolti: “Sembro Boris Johnson piastrato“, scherza il comico siciliano che, come ormai prassi, si diverte a prendere in giro l’amico di sempre. Il plot twist quotidiano è arrivato praticamente subito con la chiamata in diretta proprio della Maria nazionale al telefono personale di Fiorello, la quale si è lanciata in complimenti al cast stando al genuinamente al gioco. In tutta la prima parte di trasmissione è lo showman nativo di Augusta a guidare il sidecar della conduzione proponendo prima la sua “Classica canzone sanremese” (concentrato di stereotipi festivalieri), poi giocando con il celebre tennista Novak Đoković, presente in sala. Brillano nella loro eleganza ma risultano decisamente meno ficcanti rispetto a Diletta Leotta e Rula Jebreal le due giornaliste Emma D’Aquino e Laura Chimenti. Spigliata e totalmente a suo agio Sabrina Salerno, vera sorpresa della serata.
Riflessione, emozioni e retromania. Così si può riassumere il concentrato degli ospiti principali della puntata. Paolo Palumbo, ammalato di SLA, commuove gli ascoltatori con parole dense di significato: “Sono la montagna che va da Maometto pur restando disteso nel letto” […] Chiudete gli occhi e immaginate che la vostra quotidianità venga stravolta una volta che il vostro corpo che vi ha sostenuti non vi risponda più e che non riusciate più a bere un bicchiere d’acqua“.
Smaltito il pugno alla stomaco provocato dalla struggente performance si è cambiato radicalmente registro con la storica reunion dei Ricchi e Poveri, sfortunatamente in playback per il 90% del tempo, aspetto che non ha impedito al mitico quartetto di mandare in estasi i presenti al Teatro Ariston, scatenati sulle note de “La prima cosa bella“, “Nostalgia canaglia“, “Che sarà” (riproposta anche con Fiorello) e l’immancabile “Sarà perché ti amo” con tanto di fiori, applausi e standing ovation di rito.
Dalle atmosfere squisitamente retrò si è passati quasi senza soluzione di continuità a quelle statunitensi iper tecnologiche di Zucchero “sugar” Fornaciari, il quale ha spinto l’acceleratore con tanto di realtà aumentata interpretando “Spirito nel buio“, “La canzone che se ne va” e “Consapevole libidine“.Nuovamente un salto indietro nel passato poi con Gigi D’Alessio, tornato sul luogo del delitto a cantare “Non dirgli mai“, pietra miliare della sua discografia presentata per la prima volta proprio nella città dei fiori vent’anni fa. Ancora qualche pecca d’intonazione per Tiziano Ferro, che si difende nel duetto con Massimo Ranieri in “Perdere l’amore” per poi lasciarsi andare nella sua zona di confort con il suo medley (“Sere nere“, “Il regalo più grande“, “La fine“)
E poi, paradossalmente, c’è stata la gara. Tra i giovani Fasma (“Per sentirmi vivo“) è risultato l’unico superstite a rispettare i favori del pronostico superando nello scontro uno contro uno le brava Martinelli e Lula (“Il gigante d’acciaio“). La denuncia sul bullismo di Marco Sentieri (“Billy blu“) ha invece convinto la giuria demoscopica ai danni di Matteo Faustini (“Nel bene e nel male“).
Meno lampi tra i big rispetto alla serata inaugurale. Un Piero Pelù poco ispirato traccia il cammino al suo nipotino con “Gigante“, Elettra Lamborghini spaesata sul palco e nella voce si salva in corner twerkando nella divertente “Musica (e il resto scompare)“. Si muove nel classic rock Enrico Nigiotti che in “Baciami adesso” lascia spazio per un solo di chitarra nel corpo centrale del brano; è invece un bellissimo inno alla diversità e all’inclusività quello urlato da Levante in “Tikibombom“; in piena quota “vecchia che balla” hanno infiammato il palcoscenico i Pinguini Tattici Nucleari, bravi a fare il loro convincendo e infiammando il palco con “Ringo starr“.
Sospende il tempo l’esibizione di Tosca che, nonostante un brano non indimenticabile, ipnotizza grazie a un’interpretazione senza rivali. Scorrono veloci Francesco Gabbani (“Viceversa“) e Paolo Jannaci (“Voglio parlarti adesso“), la quiete prima della tempesta perfetta orchestrata da Rancore: la sua “Eden” è infatti complessa,travolgente e soprattutto di forte impatto scenico. Spara a salve Junior Cally (“No grazie“), con un brano più innocuo del previsto. Convince nonostante un testo certamente non originale Giordana Angi nella sua “Come mia madre“, sorprende d’esperienza infine Michele Zarrillo, stavolta in versione più movimentata con un episodio vocalmente audace.
Spiazzante la sentenza della giuria demoscopica. Nella somma delle due serate a guidare la classifica è infatti Francesco Gabbani, seguito da Le Vibrazioni e Piero Pelù. Ottimo exploit per i Pinguini Tattici nucleari, al momento quarti.
Domani i 24 big si esibiranno con le cover celebrative dei settant’anni del Festival, sperando che la musica torni, davvero, al centro e, soprattutto, ad orari decenti.
CLASSIFICA PROVVISORIA 12 BIG SECONDA SERATA (voto giuria demoscopica)
01. Francesco Gabbani, Viceversa
02. Piero Pelù, Gigante
03. Pinguini Tattici Nucleari, Ringo Starr
04. Tosca, Ho amato tutto
05. Michele Zarrillo, Nell’estasi o nel fango
06 Levante, Tikibombm
07. Giordana Angi, Come mia madre
08. Paolo Jannacci, Voglio parlarti adesso
09. Enrico Nigiotti, Baciami adesso
10. Elettra Lamborghini, Musica (e il resto scompare)
11. Rancore, Eden
12. Junior Cally, No grazie
CLASSIFICA PROVVISORIA GIURIA DEMOSCOPICA
01. Francesco Gabbani, Viceversa
02. Le vibrazioni, Dov’è
03. Piero Pelù, Gigante
04. Pinguini Tattici nucleari, Ringo starr
05. Elodie, Andromeda
06. Diodato, Fai rumore
07. Irene Grandi, Finalmente io
08. Tosca, Ho amato tutto
09. Michele Zarrillo, Nell’estasi o nel fango
10. Levante, Tikibombom
11. Marco Masini, Il confronto
12. Alberto Urso, Il sole ad est
13. Giordana Angi, Come mia madre
14. Rapahel Gualazzi, Carioca
15. Anastasio, Rosso di rabbia
16 Paolo Jannacci, Voglio parlarti adesso
17. Achille Lauro, Me ne frego
18. Enrico Nigiotti, Baciami adesso
19. Rita Pavone, Niente (Resilienza 74)
20. Riky, Lo sappiamo entrambi
21. Elettra Lamborghini, Musica (e il resto scompare)
22. Rancore, Eden
23. Bugo e Morgan, Sincero
24. Junior Cally, no grazie
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