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Sanremo 2020, MEI. Giordano Sangiorgi: la breve storia dei ControFestival di Sanremo

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Di Giordano Sangiorgi

Speciale Festival di Sanremo: la breve storia dei ControFestival di Sanremo

 

Se c’è una storia del Festival di Sanremo che ci piace ricordare, anche un po’ in controtendenza – oggi che sullo stesso palco ci si mette di tutto: dal trapper che fomenta l’odio al neomelodico che inneggia all’amore pie’ retorico – e’ quella dei ControFestival, cioe’ dei festival nati “contro Sanremo”: chi con piu’ o meno fortuna.

Infatti, la storia del Festival non è stata segnata soltanto dalle canzoni o dalle polemiche costruite ad arte sul nome del vincitore, sulla regolarità della gara, con svenimenti e colpi di scena sul palco. Nel 1969 il Festival visse il suo momento forse più  difficile, perché il vento della contestazione arriva anche nella città dei fiori e delle canzoni. La situazione economica è grave, le fabbriche chiudono, cresce la disoccupazione e la minaccia di disordini è molto forte. Il Casinò e le strade intorno vennero presidiate da polizia e carabinieri. In quel contesto, Dario Fo, Franca Rame ed altri annunciano un “Controfestival”, che si svolgerà a Villa Ormond, in concomitanza con la prima serata del Festival.

Club Tenco è stato fondato a Sanremo nel 1972 su iniziativa di Amilcare Rambaldi, per sostenere la canzone d’autore non solo italiana, ma anche internazionale. Lo Statuto recita: “Lo scopo del Club è quello di riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Luigi Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d’autore, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo”. Il Club opera senza scopo di lucro, in assoluta e riconosciuta autonomia dall’industria musicale. Negli anni è divenuto il più prestigioso organismo del settore. Numerosi sono dal 1972 i dischi e i libri pubblicati così come le rassegne organizzate in tutta Italia, la più nota delle quali è la “Rassegna della canzone d’autore”, comunemente chiamata Premio Tenco e nata nel 1974. Nel 2008 nasce “Il Tenco ascolta”, un format che si sviluppa in una serie di appuntamenti, in tutta l’Italia, durante i quali il Club invita ad esibirsi dal vivo i nuovi cantautori ritenuti più interessanti tra le centinaia che ogni anno spediscono il proprio materiale al Club. Nel 2010 il Club dà vita a La leva cantautorale degli anni zero, progetto di valorizzazione della nuova canzone d’autore italiana promosso insieme al MEI di Faenza.

ll Mantovamusicafestival è nato nel 2004 su un’idea di Nando Dalla Chiesa e della scrittrice Lidia Ravera, realizzata e sviluppata insieme con Fulvio Scaparro, Paolo Rampi e Fabio Zanchi e grazie alla collaborazione di Velia Mantegazza e Ricky Gianco. L’obiettivo era di proporre un’alternativa al Festival di Sanremo, affidato quell’anno a un direttore artistico compromesso da frequentazioni mafiose. Il Festival, sotto la direzione artistica di Vittorio Cosma e Titti Santini, si svolse negli stessi giorni della rassegna di Sanremo. Nonostante la concorrenza, ebbe uno straordinario successo di pubblico (circa trentamila presenze, nonostante il clima ancora invernale) e mediatico (fino a tre milioni di telespettatori su Odeon Tv), con oltre 600 titoli sulla stampa nazionale e locale, con vignetta di Giannelli in prima pagina sul Corriere della Sera.

Merito di una formula che ricalcava quella del Festivaletteratura: cantanti e artisti sparsi nel centro storico della città, nelle piazze e negli scorci più suggestivi, a macinare dieci ore di musica al giorno, di tutti i generi, dal Rock alla musica classica.

Con in più l’impegno civile di una battaglia perché non passasse sotto silenzio la scelta della Rai di affidare Sanremo, la sua trasmissione più popolare, a Tony Renis.

Già nel corso della manifestazione è apparso chiaro a tutti che essa non poteva essere rinchiusa nella formula del “controfestival”, ma che aveva tutti i tratti di un nuovo tipo di manifestazione musicale, aperta a tutti i generi, con la partecipazione di intellettuali e musicisti di diverse tendenze artistiche.

Tutti controfestival destinati ad esaurirsi in breve tempo o a diventare parte integrante del panorama della musica italiana condividendo anche gli stessi artisti.

Senza dimenticare infine i tanti ospiti stranieri che hanno preso in giro il Festival di Sanremo partecipandovi direttamente ma con esibizioni al limite del ridicolo per protestare contro il playback come fecero i Queen e tanti altri big stranieri come Bruce Springsteen, Peter Gabriel, Sting, David Bowie, Rem e tanti altri ben poco lieti, seppur obbligati dalla casa discografica, di passare in un festival non live.

Poi i tanti contro festival rock e dei centri sociali tutti rientrati dopo un’edizione oppure diventati anch’essi parte integrante del sistema musicale mainstream italiano.

Insomma, tutto questo per dire che come si intuisce bene un festival vero e proprio cresce e si sviluppa solo se lavora in modo autonomo e con una sua precisa identità e non perchè “contro”. Se non si costruisce si dura un attimo e poi si sparisce. Come non e’ accaduto al Premio Tenco e al MEI, due tra le espressioni piu’ importanti alternative al Festival di Sanremo che hanno saputo percorrere strade autonome e li hanno portati a diventare i Sanremo dei Cantautori e dei Giovani Emergenti a tutto tondo.

 

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