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Musica

Rubrica, COVER STAR. La Rappresentante di Lista, Wrongonyou e Coma_Cose, Buscabulla, Rufus Wainwright, Mina

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Ecco COVER STAR la rubrica che propone 5 cover di 5 brani noti rivisitati da artisti italiani e internazionali con versioni personali che si discostano dall’originale. Un’occasione imperdibile per ascoltare, sotto punti di vista differenti, canzoni senza tempo.

Questa settimana le rivelazioni di Sanremo La Rappresentante di Lista, Wrongonyou e Coma_Cose, i portoricani Buscabulla, la classe di Rufus Wainwright, e la voce inimitabile di Mina.

La Rappresentante di Lista – E la luna Bussò (Loredana Bertè)

Un brano iconico del 1979, di Mario Lavezzi, Daniele Pace e Oscar Avogadro, fortemente legato alla sua interprete originale, Loredana Bertè, qui intriso di contemporaneità e malinconia, con un sound potente e ricco e una voce che vola alto, tratti distintivi de La Rappresentante di Lista.

Wrongonyou e Coma_Cose – Razzi, arpie, inferno e fiamme (Verdena)

Razzi, arpie, inferno e fiamme” è uno dei brani più misteriosi ed enigmatici dei Verdena, tratto dall’album “Wow” del 2011, qui condiviso da Wrongonyou e  Coma_Cose tra dimensione acustica ed effettistica urban.

Buscabulla – Eva (Umberto Tozzi)

Il duo portoricano Buscabulla sceglie un pezzo tra i più noti (soprattutto all’estero) di Umberto Tozzi, un manifesto della musica italiana degli anni ’80, “Eva“,  tratto dall’album omonimo del 1982, che diventa un brano elettropop del 2021 con un adattamento fedele in spagnolo e un trionfo di synth e drum machine.

Rufus Wainwright – A case of you (Joni Mitchell)

E’ un vero tributo quello di Rufus Wainwright all’arte e alla poetica raffinata di Joni Mitchell, in questa versione live del capolavoro “A case of you“: la vocalità di Rufus si fa emozionante e tocca corde profonde, restando in un’essenzialità quasi spirituale.

Mina – Into the groove (Madonna)

Che sia una regina delle cover è fuori discussione, Mina nella sua lunga carriera ha cantato di tutto e nelle versioni più improbabili, come questa hit di Madonna incisa nell’album “Ridi pagliaccio” del 1988, in cui apparentemente sempre venir meno la carica ritmica (con un palese rallentamento del brano), che si arricchisce della sua vocalità piena e inarrivabile.

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