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“Per essere felici” è il disco più sincero di Marina Rei

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Sincero, vero, noncurante, forte, potente, viscerale, intimo, poetico, complesso, coerente, caleidoscopico: sono solo alcuni degli aggettivi possibili per descrivere quest’ultimo lavoro di Marina Rei, “Per essere felici”, fuori per la sua etichetta “Perenne” e distribuito da “Believe”.

Che fosse da sempre un’artista, una musicista ed una polistrumentista istrionica e talentuosa il suo pubblico affezionato e fedele l’ha sempre saputo, e paziente ha atteso quest’ultimo lavoro della cantautrice capitolina anticipato a gennaio dal singolo omonimo (con il basso blasonato di Gianni Maroccolo), dal singolo “Dimenticarci”, dal brano “Comunque tu” e che arriva a sei anni dall’ultimo album in studio, “Pareidolia”, prodotto da Giulio Favero de Il Teatro degli Orrori.

In questo gioiellino di otto piccole poesie in italiano, che ha avuto una filiera di registrazione casalinga, alla vecchia maniera, c’è tutto, e nel tutto spicca una scrittura testuale ricercata, accorta ed attenta, in cui la classe di ogni singola sillaba, soppesata, non per questo rinuncia ad un certo qual orecchiabile lirismo (“Averti è come avere paura”), il quale, nella sua accezione più nobile, fa sì che le note e le parole risuonino nella testa dell’ascoltatore piacevolmente inerme e spiazzato dalla fruibilità di questo album. Marina Rei si spoglia di ogni fronzolo ed inutile orpello per mostrare Marina Restuccia, ancora più ricca e dal pensiero composito nella sua linearità e genuinità compositiva, che è poi il risultato più difficile da raggiungere per un’artista, quello della cristallinità celata da una naturalezza che è solo apparentemente semplice. Il sentimento è il protagonista puro ed assoluto di questo album intenso e diretto come un proiettile, un album che sarebbe piaciuto a Nick Drake. Il carisma di quest’artista che mai si è piegata alle mode fatue e vacue ed alle voghe sterili ed infeconde, esplora la logica delle emozioni non avendo la sciocca pretesa di volersi ingabbiare in un genere preciso: le sue parole conservano la morbidezza e la delicatezza della cera quando cantano l’amicizia (“Ci penso a te”), l’amore materno (“Bellissimo”) o l’amore filiale (“Comunque tu”), ma come un rivoluzionario Icaro le ali della libertà di Marina Rei sono ben salde, incastonate in sonorità variopinte che non si sciolgono davanti a nessun sole.

Impossibile ignorare l’ispirata incursione di colui che, citando la stessa Rei, “le ha indicato la giusta direzione”, Riccardo Sinigallia, com’è impossibile rimanere impassibili davanti alla riconoscibilissima produzione e agli arrangiamenti di Matteo Scannicchio, alle chitarre del fido Giorgio Maria Condemi, ai bassi di Gabriele Lazzarotti, ai violini di Andrea Ruggiero, al violoncello di Flavia Massimo, alla bellezza del brano di chiusura “Devo dirtelo”, non a caso scritto a quattro mani con Tommaso Di Giulio, ai mille e più zampini di Daniele Sinigallia. Se fosse un’immagine, “Per essere felici” di Marina Rei sarebbe una di quelle tavolate di famiglia dei film di Ozpetek, col mare cristallino della Puglia in lontananza e le risate, i sorrisi e gli abbracci a far da collante ad un mosaico di sentimenti puri, lontani dalle ipocrisie, vicini ai cuori.

VOTO: 8/10

AGGETTIVO: POETICO

TRACKLIST

  1. Ci penso a te
  2. Bellissimo
  3. Per essere felici
  4. Comunque tu
  5. Dimenticarci
  6. Averti è come avere paura
  7. L’occasione per conoscerci meglio
  8. Devo dirtelo

ALBUM: PER ESSERE FELICI

ARTISTA: MARINA REI

ANNO: 2020

ETICHETTA: PERENNE

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