Recensioni

Patty Pravo, scandalo ed eleganza in “Mai una signora”

Pubblicato

5 anni fa

23 Aprile 2020

Una perla della musica italiana tra polemica e meraviglia. “Mai una signora” di Patty Pravo è un album da collezione.

MAI UNA SIGNORA | LA RECENSIONE

Il disco dello scandalo, uno dei tanti dell’immensa carriera di Patty Pravo; è questo “Mai una signora“, nona fatica discografica pubblicata nell’aprile del 1974 per RCA.

L’album, che verrà ristampato il prossimo 19 giugno in una versione Picture Disc, è uno dei più importanti di tutta la carriera della musicista veneta, soprattutto per il suo posizionamento cronologico: si tratta infatti del disco successivo a “Pazza idea“, successo clamoroso che spingerà la ragazza del Piper a collaborare nuovamente con gli autori Maurizio Monti e Giovanni Ullu, con i quali aveva pianificato la rotazione di “Quale signora“, singolo apripista che venne però bandito da tutte le radio a causa del delicatissimo tema trattato, legato ai contraccettivi, nello specifico alla pillola anticoncezionale (“Da due giorni non la prendo più, non sarò meno vuota ma più donna questo sì“). Il brano, inizialmente chiamato addirittura “Sporca signora“, venne quindi sostituito per la promozione dal più accomodante “Valigia blu“.

Tra gli otto episodi venne selezionato anche “Come un Pierrot“, con arrangiamento di Luis Bacalov, passaggio per stessa ammissione di Patty Pravo non particolarmente irresistibile: “Faceva talmente schifo quel pezzo, che pensavo che quelli della “RCA” lo buttassero via, anche se poi alla gente piacque“, dichiarò la cantante in seguito.

Ma tuttavia sta nella coda la vera meraviglia dell’album: quel trittico formato da “Carezze tutti i giorni” (impreziosito da un hook efficace), “La Prigioniera” (brano evocativo con atmosfere quasi country) e dalla chiusura seducente e lievemente malinconica di “Quasi magia“, tre perle che rendono il lavoro numero nove della diva nostrana una rarità assoluta da custodire nella propria collezione.