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Young Signorino, “L’epd’amore”: la conferma di un outsider

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Artista a tutto tondo, quello del trapper romagnolo è un tentativo di decostruire gli stereotipi (lirici, musicali, visuali, tematici) della Trap, per ottenere qualcosa che va oltre, pur rinnegando le sue origini

Young Signorino ha avuto una carriera che riassumere non è facile. Balzato agli onori della cronaca più per il suo personaggio fuori da ogni schema che per la propria musica, è stato catalogato dalla stampa e da gran parte dei primi fan come “lol (t)rap”, etichetta fuorviante guardando alla sua produzione. Artista a tutto tondo, il suo è un tentativo di decostruire gli stereotipi (lirici, musicali, visuali, tematici) della Trap, per ottenere qualcosa che va oltre, pur rinnegando le sue origini.

Non si può partire ad indagare cosa offra l’ep in questione se non da “Burrocacao rosa”, singolo manifesto del nuovo corso. Brano giocato su un giro di piano minimale riproposto fino allo sfinimento, sorretto da una base moderatamente cupa e scarna, nelle barre il trapper di Cesena rivendica la paternità dell’ultima ondata di trapper (ed emotrapper) tricolori. Oggettivamente gente come gli FSK (in particolare Taxi B), Jack Out, Bilogang ecc gli devono molto, e non pagano giusto dazio. Non lo fanno perché Young Signorino rifugge feat, stories condivise, manifesti collettivi: non c’è alcuna gang vera o immaginaria dietro a lui, solo il suo personaggio e una manciata di produttori felici di creargli beat sperimentali invendibili a chiunque altro. Il video (separarlo dalla canzone è impensabile) gioca sulla metafora Cristo crocifisso-Young Signorino: come Cristo il trapper romagnolo è l’alterità irriducibile, condannato alla solitudine dell’uomo che paga con la morte la propria spinta al rinnovamento radicale dell’esistente. Paragone azzardato, megalomane, insensato? Sì, ma del resto Young Signorino ha nella sua cifra stilistica lo sparare alle stelle per colpire le ipocrisie, gli stereotipi, la comfort zone dell’ascoltatore.

“Che te ne pare” segue le orme del singolo d’apertura, anche se la base questo giro è più canonicamente Trap, ricordando lo stile dei beat di AVA (Capo Plaza fra gli altri). Nulla di particolare, se non un mezzo dissing a Sfera (ve lo lascio cercare), ma si lascia ascoltare.

“Esteticamente” indulge nell’autocitazione spinta: il testo evoca senza nominarla “Drogalero” a più riprese, rimarcando come Signorino sia irriducibile a qualsiasi stereotipo, sia artistico che di gender (“esteticamente potrei essere una lady”). La base è ottima.

“Baci fiori demoni” è una canzone elettro a tinte dark, con un cantato sussurrato a tratti difficilmente comprensibile.

“Whisky Maschio” cambia registro: un brano dalla base più ariosa e sovraeffettata, stempera l’introversione angosciasa dei 4 brani precedenti.

In definitiva un ep che chiude una fase artistica iniziata con il primo album e ne apre una nuova, senza tuttavia percorrerla. L’ep è egocentrato, cupo, autocitazionista fino all’esasperazione, eppure attrae perché in una scena asfittica come quella tricolore, Young Signorino rimane unico. Anche se non siamo all’eccellenza, merita più di un ascolto.

VOTO: 7/10

AGGETTIVO: STRANIANTE

TRACKLIST

  1. Burrocacao Rosa – 2:41
  2. Che te ne pare – 2:07

3. Esteticamente – 2:02

4. Baci Fiori Demoni – 2:07

5. Whisky Maschio – 2:05

ALBUM: L’EPD’AMORE

ARTISTA: YOUNG SIGNORINO

ANNO: 2019

ETICHETTA: GOODFELLAS

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