Recensioni
Vegas Jones, “La bella musica”: la maturità è ad un passo
Vegas Jones ha avuto una carriera fulminante a dir poco. Lanciato da un mixtape “Chic Nisello” con Nitro ed Emis Killa nel 2016, capace di essere un piccolo campione di download, subito dopo crea un singolo killer come “Yankee Candle” pubblicato dalla major Universal, che -dato il successo- gli lascia ampia libertà creativa. Incasellato per motivi anagrafici (è classe 1994) nella Trap, è un’artista difficilmente racchiudibile nel genere nato ad Atlanta, sia per le temetiche più varie e complesse del semplice successo, soldi, vestiti, visualizzazioni sia perché il ragazzo di Garbagnate ha una passione evidente per il vecchio rap dai ritmi lenti e un poco funk.
“La bella musica” è un album stratificato, lento, che si muove lateralmente rispetto alle logiche economico-musicali della Trap all’amatriciana. Lateralmente ma non contro: l’unico singolo di cui è stato girato un video è la canzone più Trap e vendibile del lotto, un brano a la Sfera che verte sul flexare e il rimarcare la propria street credibility. Singolo godibile, innovativo quanto l’acqua calda, ma del resto l’Universal andava accontentata e il rapper l’ha fatto svolgendo il compitino. Ma l’album è un’altra cosa: autotune pochissimo, collaborazione una sola (con Fabri Fibra in “Presidenziale”), basi lente che pescano da Kendrick Lamar e primi Articolo 31, testi consciuos più che discreti, intimismo presente e mai marcato. Un rap contemporaneo che guarda al meglio della tradizione, prende dalla Trap solo quel tanto di necessario per rendersi più affilato, e poi procede per la sua strada. Una strada non semplice, come dimostrano le views su Youtube e i dati di Spotify, buoni ma non esaltanti. Del resto brani come “Crème de la Crème” o “Today” non sono pensati per essere hit scala classifiche: troppo lenti, poco discotecabili, con testi mal digeribili per il pubblico pre-adolescente di Tik Tok, guardano ad un pubblico dai gusti più maturi, un pubblico nato con la prima Trap e oggi stanco dei suoi eccessi di semplificazione. “Supercar” alza l’asticella: brano che richiama l’elettronica anni ’80, crea un effetto smarrimento al primo ascolto, ma col tempo si fa apprezzare per il coraggio. “La bella musica” è una rap ballad pianistica dal testo molto ispirato, un richiamo al mantenere l’originalità senza cedere alle lusinghe omologanti del Trap Game, nulla di trascendentale ma la maturità si sente, è lì ad un passo. “Penthouse” e “Baby Girl” sono brani più tipicamente primo trap, basi a la Migos e testi senza infamia e senza lode, riempitivi che non aggiungono né tolgono nulla. Brano da segnalare è “Se piove grandina”: un’ottima prova che dimostra le capacità vocali e di flow di Vegas Jones su una base che ti si pianta in testa.
“La bella musica” è in definitiva l’album della quasi maturità di un’artista giovane ma promettente fin dagli esordi, un album sospeso fra l’esigenza di trovare una propria strada nel rap tricolore e il non discostarsi troppo dalla Trap, intesa più come modello musicale ed estetico che non come temi e maniere di svilupparli. Una quasi maturità che non convince del tutto, ma fan molto ben sperare per il prossimo album.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: godibile
TRACKLIST
- DM – 1:34
- Créme de la créme – 2:50
- Presidenziale (feat. Fabri Fibra) – 3:34
- Se piove grandina – 3:10
- Follia del mattino – 2:49
- Solido – 3:14
- Today – 3:26
- Palme & Cemento – 2:53
- Penthouse – 2:01
- Baby girl – 2:47
- Settebello – 3:08
- Supercar – 3:00
- La bella musica – 3:01
- Puertosol – 3:10
ALBUM: LA BELLA MUSICA
ARTISTA: VEGAS JONES
ANNO: 2019
ETICHETTA: SONY MUSIC
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