Recensioni
Michele Bravi, “La geografia del buio”: il racconto dell’abisso
Dal profondo nero di un corpo ridotto semplicemente a un involucro, Michele Bravi racconta il suo labirinto di sofferenza senza orpelli con un album che non può davvero lasciare indifferente chi ascolta
La geografia del buio | LA RECENSIONE
Non è assolutamente semplice parlare de “La geografia del buio“, il terzo disco in studio di Michele Bravi pubblicato il 28 gennaio per Virgin/Universal e venuto alla luce dopo il profondo nero toccato dal cantante a seguito del terribile incidente che l’ha visto coinvolto nel novembre del 2018.
Non è semplice perché quando un artista si mette completamente a nudo, esponendo e condividendo il proprio dolore in un modo così diretto, ogni commento appare semplicemente superfluo. Perché questo non è semplicemente un album, ma un lento processo di rinascita, e va quindi trattato con i guanti.
Dolore e amore, forse due ossimori, ma che in questa geografia si incontrano, si abbracciano, convivono in maniera inscindibile. Questo perché, come ha già raccontato Michele stesso in occasione della conferenza stampa di presentazione, tutto il progetto è nato dopo che, nel silenzio più assoluto, il suo compagno ha condiviso il proprio dolore personale dolore con lui, chiedendogli poi di scrivere in musica proprio il suo.
Da qui nasce la geografia, la convivenza con il buio e la risalita verso la luce. nell’impianto stilistico estremamente minimale, prodotto da Francesco “Katoo” Catitti e supportato in tutte le tracce da un pianoforte portante che accompagna, quasi protegge, il musicista per tutti i 34:45 minuti di musica, il Nostro si espone in tutto e per tutto, senza edulcorare i suoi versi con orpelli non necessari, utilizzando senza filtro le parole più adatte per descrivere al meglio le sensazioni, scritte in larghissima parte insieme a Federica Abbate e in alcuni episodi supportate dai vocalizzi di Chiara Galiazzo, le due amiche di sempre.
Il momento più alto dell’intero lavoro è paradossalmente il punto di abisso più basso della sofferenza di Michele, “Storia del mio corpo“, splendido e lacerante elogio di un involucro dilaniato dal supplizio più intraducibile, impreziosito da una melodia da pelle d’oca.
Non sappiamo ancora come saranno le 26 canzoni in gara al Festival Di Sanremo, ma il fatto che “Mantieni il bacio“, delizioso e genuino invito a vivere il momento più bello senza aver paura delle voci esterne, fa storcere il naso non poco: il brano è uno degli squarci di luce più radiosi del progetto, che soffia piano piano via le nuvole nere, facendo intravedere il sereno. Un sereno che Michele, grazie alla terapia, all’amore, e alla potenza dell’arte, sta di nuovo abbracciando. E non può far rimanere indifferenti.
VOTO: 9/10
AGGETTIVO: POTENTE
TRACKLIST:
1. La promessa dell’alba
2. Mantieni il bacio
3. Maneggiami con cura
4. Un secondo prima (feat Federica Abbate)
5. La vita breve dei coriandoli
6. Storia del mio corpo
7. Tutte le poesie sono d’amore
8. Senza fiato
9. Quando un desiderio cade
10. A sette passi di distanza
ARTISTA: MICHELE BRAVI
ALBUM: LA GEOGRAFIA DEL BUIO
ANNO: 2021
ETICHETTA: VIRGIN/UNIVERSAL MUSIC ITALY
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