Mei/Indipendenti
“Genesi” di Gaia è la prova che anche nei talent si trovano talenti veri
GENESI | LA RECENSIONE
Finalmente. Allora non è tutta fuffa quella che esce dai talent in tv. C’è da dire che Gaia rientra – pericolosamente – in quella categoria di artiste che hanno solo il nome (in buona compagnia con Giorgia, Emma, Elisa, Annalisa etc.). Buffo, i cantautori hanno invece solo il cognome, mah, chissà perché.
Gaia, cioè Gaia Gozzi, la tv la conosce bene: prima, nel 2016, seconda classificata a X Factor. Poi, evidentemente tenuta in alta considerazione dalla propria etichetta (la Sony Music, by the way), fresca vincitrice della 19° edizione di Amici di Maria De Filippi, appena conclusasi.
Riconosciuto il suo talento, rimaneva il dubbio di vederla all’opera su un progetto discografico vero e proprio, con tanti timori di “montatura” e bluff.
No, lo dico forte e chiaro: “Genesi” è un ottimo disco. Intanto va riconosciuta la scrittura di Gaia, autrice di tutti i brani (quando più e quando meno in compagnia, si intende): il disco infatti si muove con scioltezza non solo nei territori del puro pop italiano, ma mostra un poliglottismo – linguistico e musicale – di livello.
A differenza per esempio della sua “collega” Elettra Lamborghini, che si appoggia al reggaeton e a una sorta di spagnolo con la classe e l’eleganza di un camionista stanco, solo per rendere il brano (senza alcun motivo) latino-americano, Gaia sembra far proprie le caratteristiche fonolinguistiche del portoghese in “Chega”, non solamente “brasiliana” nelle intenzioni, ma anche negli effetti pratici. Con il suo andamento oscillante, tra la MPB e qualche svisata di bossa, “Chega” è un piccolo gioiello di samba pop, che ad un ascolto distratto sembra mettere il dubbio sull’effettiva italianità del progetto.
È in “Densa” che Gaia ci porta a metà strada tra le vie di Rio e i paesaggi urban italiani (quelli però dai tratti esotici dei vari Ghali, Mahmood e affini). L’effetto finale è estremamente intrigante, fresco e così diverso dalla piattezza di un certo pop di maniera tanto caro ai talent italiani.
La costante di “Genesi” è infatti la varietà sonora: c’è tanto pop, ovviamente come detto l’anima latineggiante, ma anche lo spazio per le ballate, per lo svisate più urban ed elettroniche, e il tutto in maniera fluida, mai forzata, sempre in bilico tra la prestazione vocale, l’arrangiamento e la produzione e i testi, che seppure non ci fanno urlare al miracolo (d’altronde il pop difficilmente “insegna” qualcosa all’ascoltatore) almeno non ci fanno provare vergogna per Gaia.
Ottima prima prova per Gaia, purtroppo capitata in mezzo alla tempesta COVID-19. Il disco infatti al momento è esclusivamente in digitale: il supporto fisico è previsto per il 22 maggio col titolo “Nuova Genesi”.
Ma se questa mistura di elettronica, urban, samba, italiano, portoghese, francese e le tante influenze nella scrittura si manterrà così fresca e intrigante, sarà un piacere scoprire cosa ci riserverà in futuro.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: FRESCO
TRACKLIST:
RITRATTI POST DIPLOMA
- Chega
- Densa
- What I Say
- Mi ricordo un po’ di me
- Coco Chanel
- Fucsia
- Stanza 309
ALBUM: GENESI
ARTISTA: GAIA
ANNO: 2020
ETICHETTA: SONY MUSIC
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