Musica
Mambolosco, “Arte”: un disco USA oriented fino al midollo (e allo sfinimento)
ARTE | LA RECENSIONE
Giunto al primo album MamboLosco non delude chi l’ha conosciuto con l’hit “Guarda come flexo”: Trap che guarda alla scena d’oltreoceano e autocelebrazione a vagonate.
Mambolosco è un trapper italo-americano nato a Vicenza. Diventato famoso con “Guarda come Flexo”, le sue vicende giudiziarie ne hanno poi fagocitato la figura artistica, diventando un argomento obbligato ogni volta che si parla di lui. Accusato di essere un “infame” nel giro dello spaccio di Vicenza, il nostro a più riprese ha spiegato la sua vicenda giudiziaria, senza tuttavia togliersi di dosso la pesante etichetta di “informatore” della polizia. Per ricordare a se stesso e ai fan che lui fa musica prima di tutto, partorisce un album che guarda al meglio della trap americana e la condisce con abbondanti dosi di cazzeggio e vagonate di feat non sempre azzeccatissimi.
Il singolo di lancio dell’album è diventato celebre per il video che evoca le atmosfere da liceo USA. La base di Nardi è marcatamente USA, e funziona parecchio bene, ricordando certe hit di pop americano dei primi anni 2000. Le barre di Mambo sono una celebrazione del twerking, ballo sexy tipico dei latino americani. Nulla che faccia sobbalzare dalla sedia, ma un brano e un’atmosfera così USA non si sentiva da tanto nella scena italiana.
L’altro singolo è diventato uno dei brani più perculati nella storia della Trap italiana. Il feat con Tony Effe contiene un dissing all’ex fidanzata del trapper romano Taylor Mega, che immaginiamo non avrà gradito molto. Canzone dal beat minimale ed ipnotico, le barre sono un’autocelebrazione monotona fino all’esasperazione dello status apicale dei due trapper nella scena italiana. Qui più che nel demenziale si sconfina nel ridicolo, pericolo onnipresente data la cifra stilistica al limite della parodia del trapper vicentino.
Qui si guarda alla Trap più cupa ed ipnotica statunitense. La produzione di Nardi è riuscita, stemperando la cupezza con improvvise aperture ariose. Il feat con Pyrex (DPG) è più che discreto, dato che il flow del trapper romano si fonde bene con quello di Mambo. Le barre come da copione trattano del flexare, in maniera così stereotipata da lasciare nulla all’ascoltatore.
Si cambia ancora atmosfera con “Mc Drive” in feat con Shiva. Trap con echi latini, testo che ribadisce il fatto che Shiva e Mambo pur avendo flexato rimangono ragazzi di strada. Non una mina, ma un brano più che discreto che si lascia ascoltare con piacere (se non si fa caso alla scontatezza del testo)
Il feat con Enzo Dong è una trap alla Lil Pump senza spunti degni di nota.
Seconda parte dell’hit che l’ha lanciato sulla scena nazionale, “Guarda come flexo 2” è un’autocelebrazione con tratti stranamente pensierosi. Rispetto alle altre tracce con lo stesso argomento presenti nell’album, qui si tenta per lo meno un’abbozzo di complessità testuale. La base di Nardi è funzionale al flow di Mambo.
Sarebbe inutile continuare a snocciolare le singole canzoni. La vagonata di feat è puramente alimentare, non apportando nulla al valore del disco. Nardi è un produttore dall’orecchio orientato al suono USA che sa fare il suo mestiere. La participazione dietro la console di Andry The Hitmaker e Ava (per citare i maggiori) non produce nulla di memorabile: le influenze di Tyga, Lil Pump, ecc sono la cifra stilistica obbligatoria per fare un beat a Mambo. Un disco non malvagio ma che va a preso a dosi omeopatiche: ossessivo per beat e liriche, demenziale sforando talvolta nel ridicolo, così USA oriented da sembrare più un’antologia delle ultime uscite d’oltreoceano tradotte in italiano che un prodotto autoctono, “Arte” risulta godibile se ascoltato massimo 2 tracce per volta.
VOTO: 6,5/10
AGGETTIVO: AUTOCELEBRATIVO
TRACKLIST
16. Guarda Come Flexo 2 (02:58)
ALBUM: ARTE
ARTISTA: MAMBOLOSCO
ANNO: 2019
ETICHETTA: UNIVERSAL
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