Interni/Politica
Liraz: “Zan” e il potere delle arti. Un disco per riflettere
Quando le arti diventano una vera urgenza espressiva, umana, politica, non si può non fare altro che ascoltare ed emozionarsi
ZAN | LA RECENSIONE
La meraviglia di tutto ciò che, in un modo o nell’altro, può rientrare sotto l’ombrello dell’ “Under the radar” nasconde sempre più sorprese, contaminazioni inedite, esperimenti sonori imprevedibili. E c’è che ci sta prendendo gusto come la Glitterbeat, etichetta indipendente tedesca che accoglie nel proprio roster artisti che, nel corso del tempo, stanno mutuando il concetto di World Music proponendo commistioni interessanti tra avanguardia e tradizione; è il caso di Liraz, istrionica artista irsaelo-persiana che ha rilasciato il 25 settembre 2020 “Zan“, il suo secondo disco in studio della carriera.
Un album che ha un valore umano, politico e sociale importante. Facendo incontrare le trame prettamente popolari tipiche della sua terra con un elettro pop quasi acido misto a rock e al jazz, la Nostra racconta nel corso delle dieci tracce storie di eroiche donne, alcune represse dal silenzio altre in fuga, con l’ausilio della collaborazione online di musicisti iraniani, la cui produzione è controllata dalla polizia segreta.
Se di primo acchito la gestazione e la tematica del lavoro possono rischiare di divenire pensanti all’ascolto, questo non si traduce in sostanza nella realtà. “Zan” infatti scorre via in un battibaleno, con una vitalità disarmante che non può che fare riflettere l’ascoltatore sul complesso e purtroppo non scontato concetto di libertà e sull’importanza espressiva delle arti in generale. Da ascoltare tutto d’un fiato.
VOTO: 10/10
AGGETTIVO: TRASCINANTE
TRACKLIST:
1. Zan Bezan
2. Injah
3. Dolate Eshg
4. Joon Joon
5. Shab Gerye
6. Mastam
7. Bia Bia
8. Hala
9. Nafas
10. Lalai
ARTISTA: LIRAZ
ALBUM: ZAN
ANNO: 2020
ETICHETTA: GLITTERBEAT
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