Musica
“Bonsai”, l’occasione persa di Chiara Galiazzo
Quando la colonna vertebrale vede Katoo come produttore e autore delle musiche, la Sony come etichetta e alcuni fra gli autori di testi più richiesti degli ultimi anni nel panorama pop – Roberto Casalino, Federica Abbate, Alessandro Raina, Dario Faini (Dardust), Cheope (figlio di Mogol), Alessandra Flora, Danti, Pietro Romitelli, Daniele Lazzarin, nonché Mahmood e J-Ax – la schiena non può che essere dritta: a livello qualitativo, “Bonsai”, ultimo lavoro di Chiara Galiazzo anticipato dai singoli “Pioggia viola”, “L’ultima canzone del mondo”, “Honolulu” e “Non avevano ragione i Maya” è indubbiamente ineccepibile.
Ma schiena dritta non vuol sempre dire schiena buona. Ce la ricordiamo dolcemente impacciata, fragile e potentemente sicura del suo talento, al contempo, in quell’X Factor che nel 2012 meritatamente vinse, che la fece conoscere agli italiani più restii al nuovo e che le ha regalato ben tre partecipazioni al Festival di Sanremo, una vittoria ai Wind Music Awards, innumerevoli collaborazioni con artisti del calibro di Neffa, Dente, Federico Zampaglione, Bungaro, Fiorella Mannoia, Ermal Meta, Mika, Rocco Hunt, Francesco Bianconi, l’autore della splendida “Il futuro che sarà”, dei quali gli echi sognanti a cavallo fra tango, milonga, ma, in generale, di una ricerca raffinata di suono ed identità, si perdono quasi del tutto in “Bonsai”. Mezz’ora di ascolto che si traduce in nove tracce in cui la tecnica tristemente leviga e equalizza troppo massimamente un talento innato, raro, cristallino e di classe quale è la voce di Chiara, senza dubbio un unicum nel panorama pop femminile attuale, a cui questo lavoro, seppur ineccepibile musicalmente, non rende la giustizia che merita.
La potenza vocale di Chiara viene livellata e standardizzata in un disco in cui i tentativi di uscire fuori dai ranghi del mainstream, talvolta, compaiono anche – “L’ultima canzone del mondo”, “Kamikaze”, “Bambola Daruma”, alle quali va comunque dato il merito di non piegarsi alle logiche regolari dei refrain orecchiabilmente banali – ma non basta. Sembra di correggere un tema di italiano in cui si è costretti a mettere un buon voto per l’assenza di errori oggettivi e rispetto della consegna, ma manca il guizzo della penna, l’eccellenza del genio. Peccato, perché Chiara li avrebbe entrambi.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: STANDARD
TRACKLIST:
1.L’ultima canzone del mondo
2.Non avevano ragione i Maya
3. Kamikaze
4. Honolulu
5. Bambola Daruma
6. Ci siamo persi
7. Non faccio niente (per dimenticarti)
8. La vita che si voleva
9. Pioggia viola (feat. J-Ax)
ALBUM: BONSAI
ARTISTA: CHIARA GALIAZZO
ETICHETTA: SONY MUSIC
ANNO: 2020