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Asaf Aavidan e l’introspezione: ecco “Anagnorisis”
ANAGNORISIS | LA RECENSIONE
Sono passati già otto anni da “One day/Reckoning song“, il remix di The Mojos che ha, di fatto, lanciato la carriera di Asaf Avidan, artista israeliano che ha pubblicato l’11 settembre scorso “Anagnorisis“, quarto disco in studio da solista su etichetta Telmavar.
Un album che ha avuto una gestazione molto lunga, accentuata ancora di più dalla pausa forzata legata all’emergenza sanitaria, passata tra l’altro in isolamento nelle campagne italiane, tra lavoro, riflessione e ricerca, tre componenti che spiccano immediatamente all’ascolto.
Già il titolo, non a caso, rivela tutto: “Anagnorisis” va infatti a indicare quel momento della vita in cui un individuo riesce a far emergere la propria identità. E non c’è scoperta e affermazione senza ricerca: nel quarto tassello della sua carriera l’artista rievoca quindi atmosfere prettamente black, attingendo dal soul all’hip-hop passando per il R&B e delle sfumature jazz, mettendo davanti la sua splendida voce dai mille armonici, dalla tessitura così fluida e cangiante da lasciare incantato, ancora una volta, l’ascoltatore.
I rapporti sentimentali logori, che non possono fare altro che deteriorarsi, sono il tema della splendida “Lost Horse“. L’introspezione profonda e cupa caratterizza invece la mistica “Darkness Song“. Le note altissime di “Indifferent Skies” raggiungono le corde più fragili insieme alla viscerale “No Words“ e alla disperata “Earth odissey“.
Eccola, la scoperta. la rivelazione di Asaf Avidan, musicista camaleontico, pronto a stupire di nuovo, con altre sonorità così apparentemente lontane ma in realtà così contemporaneamente vicine. Al prossimo viaggio.
VOTO: 9/10
AGGETTIVO: PROFONDO
https://www.instagram.com/p/CGcCC9YoWXD/
TRACKLIST:
1. Lost Horse
2. 900 Days
3. Earth Odyssey
4. No Words
5. Anagnorisis
6. Rock Of Lazarus
7. Wildfire
8. Indifferent Skies
9. Darkness Song
10. I See Her, Don’t Be Afraid
ARTISTA: ASAF AVIDAN
ALBUM: ANAGNORISIS
ANNO: 2020
ETICHETTA: TELMVAR
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