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“Appesi alla luna” è l’ultimo, squarciante singolo dei The Zen Circus

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The Zen Cirus - Recensione

APPESI ALLA LUNA | LA RECENSIONE

Oltre due decadi di carriera in musica, tra i dieci album in studio, una raccolta, un libro, un documentario, una partecipazione a Sanremo, progetti paralleli in collaborazione con artisti del calibro di A Toys Orchestra, Marina Rei, Criminal Jokers, Nada, Il Teatro degli Orrori, Violent Femmes, Perturbazione, Piero Pelù, Verdena, Modena City Ramblers, Linea 77, Afterhours, Enrico Gabrielli, Giorgio Canali, Ministri, Il Pan del Diavolo, Alessandro Fiori, La Rappresentante di Lista, miriadi di premi vinti tra cui il “Miglior Tour” al P.I.M.I. del M.E.I. – Meeting Etichette Indipendenti di Faenza nel 2010 per le 110 date del tour “Andate tutti affanculo” del disco omonimo, i toscani The Zen Circus sono oramai una colonna portante del pop-rock alternativo italiano.

Andrea Appino (voce e chitarra), Ufo (basso), Karim Qqru (batteria), e Francesco Pellegrini (chitarra), si distinguono da sempre per una produzione che è un meraviglioso ossimoro continuo: i loro testi e le loro musiche, occhi ed orecchie attenti, perennemente inter pares e mai super partes, alle contraddizioni mistiche dell’uomo moderno, come ghiaccio bollente penetrano le viscere dell’ascoltatore ora con irruenza, ora con fare gentile. E con tale pacatezza e delicatezza anche l’ultimo singolo, targato Polydor/Universal e che anticipa l’imminente lavoro di inediti in studio, frantuma il cuore di chi lo ascolta quasi chiedendo il permesso, in un akmè emozionale impegnativo, per i deboli del muscolo in questione.

Scritto in una notte di riflessione per le strade vuote di Lisbona, corredato di un videoclip da far invidia al visionarismo lucido di Wenders che si perde nei meandri del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, “Appesi alla luna” è solo l’ultima delle sfaccettature caleidoscopiche e nitide di Appino e soci – con l’incursione della chitarra dell’amico e collega Motta – che si fregiano da sempre di una sensibilità particolarmente illuminata che con lo sguardo puro di un bambino, con al contempo la testa disincantata di un uomo che ne ha  viste e vissute, riescono a fornire, anche questa volta, una chiave di lettura dell’esistenza umana, e sovente della sua vacuità, tremendamente veritiera, maledettamente romantica.

VOTO: 8/10

AGGETTIVO: PENETRANTE 

ARTISTA: THE ZEN CIRCUS

SINGOLO: APPESI ALLA LUNA

ANNO: 2020

ETICHETTA: POLYDOR/UNIVERSAL

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