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“Aspettiamo mattina”: l’altra sfaccettatura di Aiello

Aiello torna in grande spolvero con un brano molto intimo, in cui racconta con disarmante semplicità un amore giunto quasi al capolinea. Una merce rara di questi tempi

Pubblicato

2 anni fa

13 Maggio 2023

Fabrizio Testa

Front cover del singolo "Aspettiamo mattina"

ASPETTIAMO MATTINA| LA RECENSIONE

Non dimenticare la carnalità e non sottovalutare la potenza della dolcezza. Sembra avere le idee chiarissime Aiello, cantautore tornato in gran forma lo scorso 7 aprile con “Aspettiamo mattina“, nuovo singolo rilasciato per Columbia Records e proposto dal vivo in occasione del Concertone del Primo Maggio 2023 andato in scena a Piazza San Giovanni.

Un pezzo di grandissima presa melodica quello confezionato dal musicista calabrese che, in questo contesto, ha abbandonato la tumultuosa sessualità nostalgica di “Ora” o l’iper contorsionismo erotico di “Vienimi a ballare” abbracciando un passaggio musicale molto cullante, in cui il nostro riesce a far emergere delle nuove sfumature.

Sì perché l’atmosfera stavolta è meramente distensiva e rilassata, supportata da un asset strumentale ridosso all’osso e contraddistinto soprattutto dalla componente ritmica che, poderosa, si palesa in primo piano proprio durante il primo ritornello, sezione che più delle altre si prende la scena facendosi spazio grazie a una cellula orecchiabilissima e soprattutto originale, in cui il cantante descrive con disarmante semplicità, dunque senza alcun filtro, quel momento di una relazione quando quasi tutto è andato perso, ma c’è ancora una flebile speranza di recuperare in qualche modo le cose.

Quasi in punta di piedi dunque Aiello rientra drittissimo sulla scena, dimostrando per l’ennesima volta di essere un animale a parte. Una creatura rara in grado di saper filtrare l’universo attraverso il suo punto di vista, raccontando la quotidianità in un modo sempre diverso. Una merce rara di questi tempi, dove avanza in modo sempre più preoccupante una sorta di sterilità emotiva, in cui si tende a interpretare tutto con lo stesso modo e con lo stesso pathos. Fortunatamente c’è chi viaggia in direzione contraria.