Musica

Rancore, “Musica per bambini”: la conferma di un fuoriclasse

Pubblicato

5 anni fa

20 Febbraio 2020

Rancore è sempre stato più di un rapper, e”Musica per bambini” è l’album della sua maturità.

Rancore è il fuoriclasse del rap italiano, e non solo. La qualità dei suoi testi è tale che non è improprio definirlo un poeta a tutto tondo, che sceglie di accompagnare i suoi versi con basi sperimentali d’alto livello. Se la collaborazione con Dj Mike è ormai acqua passata, fra i producer di questo album c’è Skioffi, il che è tutto dire. Conosciuto dal grande pubblico per le sue partecipazioni a Sanremo, Rancore ha alle sue spalle una solida reputazione di rapper da borgata che sebbene oramai gli sia inutile dato il genere prodotto, è garanzia di un percorso esistenziale-artistico d’assoluto spessore.

“Underman” è un gioiello: testo che descrive un mondo allo sfascio e l’arte come risveglio dal torpore autodistruttivo che quest’ultimo pretende dall’individuo, base epica con inserti indie, rappato alternato a cantato magistrale. Tantissima roba

“Depressissimo” è un brano sulla musica, il rapporto artista indipendente Major, l’illusione dell’onnipotenza dell’arte rispetto ad una società malata. La base come al solito è un gioiello: passa dall’epica al cantautorato, sorretta da una batteria hip hop e un giro di piano.

Brano sull’infanzia, la crescita, la delusione e la perdita dell’innocenza infantile, “Giocattoli” è una semi ballad che oscilla fra la malinconia e una sotterranea aggressività. Anche qui un gioiello.

Se i singoli sono eccellenti, il resto dell’album è sullo stesso livello. “Beep Beep” è rap veloce in cui il rapper del Tuffello lascia scorrere il suo flow in libertà. “Sangue di Drago” è una ballad intimista d’altissima caratura, una sorta di versione demo di quella che sarà “Eden” di Sanremo 2020; sulla stessa linea si colloca “Arlecchino”. “Skatepark” è un rap rock di discreta fattura, forse l’unico punto sotto l’ottimo dell’album, un riempitivo piacevole.
Da segnalare la chiusura “Questo pianeta”, un rap ermetico con riferimenti esoterici sparsi come tante possibili porte capaci di condurre fuori dal Sistema.

In poche parole siamo davanti ad un album magistrale. Una pieta miliare del rap e del cantautorato italiano. L’unico limite di Rancore è la sua sempre più scarsa potabilità: testi complicati e ultra colti, basi sperimentali, una rabbia onnipresente che rende persino le ballad un atto d’accusa verso il mondo. E’ musica pensata e prodotta per pochi, nonostante la distribuzione major e la partecipazione di lì a poco a Sanremo. Quei pochi però ringraziano estasiati.